Se dovessimo dirvi chi ci ha più impressionato, durante la prima giornata delle Intesa Sanpaolo ATP Next gen Finals, non avremmo molti dubbi: indiscutibilmente non potremmo non fare il nome di Carlos Alcaraz. Troppo forte per Rune, battuto 3-0 in un match che ha avuto poco da dire e tutto in favore del giovane tennista spagnolo. Poco da dire sulla partita anche in conferenza stampa dove ci si è più concentrati sugli aspetti generali del format del torneo e sull’approccio in campo.
“Il warmup di un minuto è molto veloce, non riesci a riscaldarti bene, solo qualche dritto, qualche rovescio ed un paio di servizi. Per questo è importante arrivare in campo già pronti. Ma è così che dobbiamo giocare quindi… è ok”. Idee chiare per lo spagnolo che ha saputo ben adattarsi alle condizioni di gioco alcune di queste ben accettate, come il coaching: “Credo che sia una cosa positiva avere dei suggerimenti durante il match. Da fuori il tuo coach (Juan Ferrero nello specifico n.d.c.), riesce a vedere e analizzare più lucidamente delle situazioni che magari in campo ti sfuggono. Parlo nel mio caso della risposta al servizio: commettevo degli errori, da fuori me lo hanno fatto notare e ho cominciato a rispondere meglio”.
Le Finals come sappiamo non assegnano punti in classifica ATP, può questo condizionare alcune prestazione e far sì che si giochi a mente più libera? Anche qui Alcaraz è abbastanza netto e sincero: “Questo aspetto mi interessa poco o nulla. Io gioco sempre al massimo della mie potenzialità perché voglio vincere questo torneo e perché queste partite mi possono aiutare nel mio processo di crescita. Il format? È difficile per tutti giocare con questo nuovo format, devi essere sempre al massimo della concentrazione e giocare un set con quattro game significa essere dentro con la testa ad ogni singolo punto”.