Durante la settimana passata a Torino al seguito del suo assistito Daniil Medvedev, il coach Gilles Cervara è stato intercettato dai microfoni dell’ATP per rispondere ad alcune domande sul suo assistito. La principale novità che caratterizza il russo, dopo il trionfale cammino agli US Open, è quella di essere un nuovo campione Slam ma per una persona così alla mano non è stato un cambiamento così radicale. “Direi che le cose non sono cambiate davvero” ha detto Cervara parlando del suo assistito. “Non ho visto alcuna differenza in nulla in questo momento. Cerchiamo di fare lo stesso di prima, di cercare di fare sempre il meglio. Questo è il nostro obiettivo”.
Vincere tornei dello Slam “ti aiuta a cercare di continuare a concentrarti sulla prestazione. Quando dico prestazioni intendo tutto ciò che riguarda il tennis: il lato fisico, il lato mentale, le cose che possiamo ancora migliorare. Ci sono molte cose da migliorare continuamente. Ovviamente i dettagli stanno diventando sempre più piccoli. Quando ero più giovane, ho letto molte volte che Rafa diceva: ‘Devo migliorare questo, questo e questo’. Ho capito che è esattamente lo stesso per noi. Ti rimangono solo i piccoli dettagli”.
Oggi alle ore 17 Medvedev scenderà in campo per conquistare di nuovo le ATP Finals, dopo il successo dello scorso anno che fino a quel momento rappresentava il titolo più importante per lui. Ma come reagì alla vittoria in quell’occasione? “La cosa buona è che sento che vincere non cambia nulla per noi. Significa che vogliamo vincere sempre di più. È normale. Quando entri in campo per fare del tuo meglio, per fare il miglior tiro, il miglior allenamento, quando giochi per vincere una partita, è qualcosa di assolutamente normale per questi ragazzi qui. È il loro lavoro. Sono qui perché vogliono vincere sempre. Non è niente di speciale. Forse da fuori sembra dura, ma in realtà è come il sangue che scorre nelle vene. È lo stesso“.
E dunque andare sempre alla ricerca della vittoria inevitabilmente implica anche uno sguardo alla classifica, la quale al momento vede il russo in seconda posizione a circa 3000 punti da Djokovic. Diventare numero 1 del mondo non è affatto utopia e lo si potrebbe quasi considerare un obbiettivo per la prossima stagione. “Va bene pensarci, non è niente di male.” ha spiegato l’allenatore francese. “È un obiettivo, quindi si tratta di cercare di raggiungerlo. Per me se giochi bene, se vinci più partite degli altri giocatori, allora diventerai n. 1. È solo un processo. Quando ti avvicini a questa classifica, forse inizi a capire che puoi diventare il numero 1 e lo vuoi di più“. L’unico rivale in questa scalata è ovviamente il serbo con il quale quest’anno c’è già stato parecchio filo da torcere in campo, con l’ultima sfida a Bercy vinta da Nole.
Per un allenatore preparare un tennista ad affrontare un campione della caratura di Djokovic può essere una sfida sfiziosa che richiede grande tecnica e competenza. “È divertente per me perché mi piace analizzare molte cose per trovare soluzioni” ha ammesso Cervara. “Prima della finale di Parigi ci aspettavamo che Novak potesse cambiare qualcosa nel suo gioco e lo ha fatto. Di nuovo, ho letto molte volte che Agassi ha detto che Sampras lo ha reso migliore e Sampras ha detto che Agassi lo ha reso migliore. È esattamente lo stesso. Quando giochi con i migliori giocatori in questo modo, dopo ogni partita cerchi di trovare la soluzione per risolvere il problema. Può essere lo stesso per noi se abbiamo la possibilità di giocare contro Novak questa settimana”. Purtroppo questa eventualità è saltata per mano di Zverev, ma ci si augura per il bene dello spettacolo che anche il tedesco riuscirà a creare qualche problemino al russo.