Oramai una leggenda del tennis russo, Shamil Tarpischev, capitano non giocatore della Russia ha rilasciato questa intervista al direttore di Ubitennis Ubaldo Scanagatta nel post-gara della semifinale con la Svezia.
Scanagatta: “Capitano tu hai celebrato le 100 sfide in panchina come guida del team di Coppa Davis. Che paragoni puoi fare tra questa nazionale e quella dei Safin, Kafelinikov, ecc?”
Scanagatta: “Veramente è stato il mio 99esimo match come capitano in Davis. Stanotte sarà una sorta di giubileo. Se contiamo anche le sfide come capitano in Fed Cup siamo a quota 150. Ricordo benissimo quando arrivarono Safin, Kafelnikov e Davydenko. Quella era una gran bella squadra, ma credo che anche quella di oggi sia sullo stesso livello.”
Scanagatta: “Allora avevi Safin e Kafelnikov, oggi hai Rublev e Medvedev. Cosa suggerivi allora, cosa suggerisci oggi? E come ti seguivano allora e come ti seguono oggi, visto che ognuno ha i propri coach?”
Tarpischev: “Non è cambiato molto a livello di relazioni personali, è cambiato qualcosa a livello di gioco. Oggi è tutto più veloce, più rapido. Il cambio del format ha causato il passaggio dai match al meglio dei 5 set ai match al meglio dei 3. Una volta avevi più tempo per influenzare con i tuoi consigli il march, oggi no”
Scanagatta: “Tu probabilmente ti ricordi della finale di Coppa Davis e del match tra Volkov ed Edberg. Vaolkov stava servendo per il match. Boris Yeltsin arrivò all’improvviso e il match fu sospeso per 10 minuti. Volkov perse il match. Ricordi quel momento? Hai mai avuto l’opportunità dopo di parlare con Yeltsin e dirgli, Guarda, avresti dovuto essere più attento perché con il tuo modo di fare hai rovinato le nostre chance di vittoria finale?
Tarpischev: “Allora lavoravo con Yeltsin al Cremlino. Attendevamo entrambi quel match. La colpa fu mia, perché non gli impediì di entrare in campo, di fargli capire che quella era la cosa sbagliata da fare in quel momento. Ricordo benissimo quel momento e chiaramente la cosa influenzò molto il destino del match”