Il 2021 è stato l’anno dello sport italiano. Indimenticabili le vittorie nelle notti magiche calcistiche, in salsa moderna, della nazionale di Roberto Mancini, stampate ad imperitura memoria le medaglie olimpiche di Tokyo che hanno trovato la propria massima esaltazione nella doppietta Jacobs/Tamberi avvenuta a distanza di pochi minuti, che hanno consegnato all’Italia due allori olimpici forse irripetibili. È stato l’anno delle vittorie nella pallavolo, nel ciclismo (Filippo Ganna & Sonny Colbrelli sempre siano lodati), nel softball, nel cricket, nello sci, nel rugby…no nel rugby no.
E ovviamente nel tennis.
È stato l’anno della finale di Wimbledon di Matteo Berrettini, l’anno della conferma per Sinner con quattro trionfi nel circuito ATP, l’anno della prima vittoria in un 1000, a Montréal, per Camila Giorgi, l’anno del primo successo per Jasmine Paolini, l’anno delle ATP Finals a Torino e in diretta sulla RAI, l’anno di ciò che poteva essere e purtroppo non è stato ovvero Lorenzo Musetti a Parigi, avanti 2-0 con Djokovic sul Philippe Chatrier: la più bella quasi impresa dell’anno. Peccato. Insomma, possiamo dire che è stato l’anno del tennis italiano.
Se i successi sono lì, tangibili, a testimoniare quanto di buono è stato fatto, c’è anche un altro aspetto che si deve sottolineare e che non può passare sotto traccia in questo 2021. L’importanza del riscontro mediatico che il tennis ha avuto nei confronti del grande pubblico. Il diventare, in buona sostanza, mainstream, termine quest’ultimo, ne siamo consapevoli, piuttosto abusato e alle volte con accezione negativa da chi vuole estraniarsi da una presunta massa, rivendicando una specie di elitarismo figlio dell’inconsistenza, umana e concettuale. Ma non vogliamo divagare troppo dal tema centrale che resta il tennis e il suo esser diventato argomento di discussione così comune da diventare scontato.
Come dimenticare la mattina dell’11 luglio 2021, il giorno delle due finali: quella di Wimbledon e quella di Wembley. Ci trovavamo, fortuna nostra, al Lido dei Ciclopi di Acicastello (in provincia di Catania), e tra i bagnanti, in una calda domenica d’estate, si disquisiva in egual modo della tattica da adottare per battere gli inglesi e quella che avrebbe dovuto mettere in campo Matteo Berrettini per battere Novak Djokovic; l’essere mainstreaming è grossomodo questa roba qui. Non entreremo mai nel merito delle considerazioni tennistiche degli astanti (non pretendiamo troppo da noi stessi, figurarsi dagli altri) ma è stato bello sentir parlare di tennis con così tanta passione.
Andando oltre ed esplorando il mondo dei social, ma più in generale di internet, ci siamo imbattuti in dati analitici da considerare per raccontare ciò che è stato. Vi abbiamo già parlato qualche mese fa, quando l’Italia tennistica al maschile ebbe 10 giocatori tra i primi 100 al mondo, di quella che era la fan base degli stessi atleti che, non vorremmo spoilerare nulla, seguiva per grandi linee la classifica ATP. È invece più recente il dato fornito in questi giorni da Google sulle parole più ricercate dagli italiani nel suo motore di ricerca, che è, ricordiamolo, IL motore di ricerca.
Bene, anche in questo caso potremmo dire che è stato l’anno del tennis. Tra le prime dieci parole cercate, infatti, ben tre riguardano il tennis. Roland Garros, Wimbledon e Berrettini, in ordine di ricerca e di classifica. Non ci stupisce la presenza, semmai l’ordine. Perché se è vero che, come scritto in precedenza, la quasi impresa di Musetti ha rapito il cuore degli italiani, ci chiediamo come mai venga prima Roland Garros (sesto posto) di Wimbledon (ottavo) e Berrettini (decimo): i Championship sono di gran lunga il torneo iconico per eccellenza nel tennis, Matteo è il primo finalista italiano della storia. Forse avrebbero meritato una posizione in classifica migliore?
Novak Djokovic e Lorenzo Musetti – Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)
Possiamo in ogni caso dire che il tennis ha sfondato le porte dei club e dei circoli, alle volte visti con eccessiva diffidenza e distacco, come se fossero mondi a parte, ed è entrato nelle case e nella vita dei sempre più numerosi appassionati. Matteo Berrettini è l’emblema di questa esplosione, risultando il suo nome come il secondo tra i personaggi ricercati su Google in Italia, battendo nientepopodimeno che Mario Draghi…non uno qualunque. Ed è bello vedere che anche due tra i tornei più importanti al mondo siano entrati negli smartphone, nei PC e nei tablet degli italiani, che ne hanno studiato la storia, controllato i risultati, gioito delle vittorie e sofferto per le sconfitte. Ed è solo il punto di partenza. Il movimento cresce, l’entusiasmo per i tennisti e le tenniste italiane è forse ai massimi livelli di sempre. E ci passeremo su se qualche appassionato dell’ultim’ora non saprà la differenza tra uno slice e una palla corta o tra un servizio slice e un kick: non è mica da questi particolari che si giudica un tifoso. O un follower.