Raggiunta la finale ad Abu Dhabi, un Andy Murray in discreta forma si è soffermato a parlare dei prossimi obiettivi, tra i quali il ritorno nelle fasi finali degli Slam. La conversazione con Eurosport UK è poi proseguita spostando l’attenzione su due ragazze che, diciamo così, frequentano con profitto il mondo del tennis.
Si comincia con Emma Raducanu, dotata di una “personalità fantastica” a detta di Andy, un esperto di questo argomento; a tal proposito, infatti, aveva già avuto modo di rimarcare scherzosamente che, a ogni vittoria del premio Sports Personality of the Year della BBC (2013, 2015 e 2016), veniva da più parti preso in giro per “non avere personalità”. In realtà, il tre volte campione Slam non parla volentieri della sua compatriota perché non vuole sembrare quello che “dà opinioni o consigli su di lei e la sua carriera, su ciò che dovrebbe e non dovrebbe fare e come comportarsi in certe situazioni”. In ogni caso, se da un lato si aspetta che la stampa sia indulgente con colei che ha vinto lo US Open a diciotto anni, dall’altro, dall’altro sa che “ci saranno momenti nella sua carriera, di sicuro a Wimbledon e in tutta la stagione sull’erba, in cui le aspettative e la pressione saranno estremamente alte. Sono certo che che saprà gestirle, lei è incredibilmente ben preparata, ma non sarà facile”.
Murray ha ovviamente vissuto in prima persona il passaggio che ha affrontato Emma durante la stagione 2021: “Anche se non al suo livello, ma quando ho giocato il mio primo Wimbledon sono passato dall’essere sconosciuto alle prime pagine dei giornali ed essere costantemente seguito ovunque andassi – praticamente da un giorno all’altro, ti cambia la vita. La stessa cosa è successa a lei ma su scala molto più grande. L’importante è avere la famiglia e il team attorno a te e loro sono quelli da ascoltare, mentre ti sforzi di lasciare fuori tutto il resto”.
C’è stato anche il tempo di parlare di Amelie Mauresmo, ex coach di Murray e pochi giorni fa nominata direttrice del Roland Garros. È la prima donna a ricoprire quella carica, come del resto è stata la prima donna (mamme escluse) a essere scelta come allenatrice da un top player. E, quando appunto Andy la chiamò nel 2014 dopo la separazione da Ivan Lendl, non ci fu esattamente un’unanimità di plausi e consensi. L’ex numero 1 del mondo si dice “sicuro che farà un ottimo lavoro. Sembra folle che, quasi nel 2022, sia la prima volta di una donna a dirigere quel torneo. A ogni modo, è fantastico che ora abbia questa opportunità. È molto rispettata nel mondo del tennis così come in Francia. Spero che venga appoggiata da tutti. Sarà interessante cosa farà in quel ruolo, quali cambiamenti apporterà”.
Sir Andy, insieme a Rafa Nadal, è però stato anche oggetto di commenti, nello specifico da parte dell’altro Andrea, quello che lo ha battuto in finale e che si è ritrovato a sorridere mentre respingeva con prontezza l’accenno secondo cui, in quanto numero 5 del mondo, sarebbe superiore ai due Fab presenti nel torneo degli Emirati. “Loro possono anche dire di stare giocando contro i ragazzi più forti, ma non ci credo” ha spiegato Rublev. “Sanno di essere loro i top, non importa se non hanno giocato per un anno e sono scesi in classifica. È anche vero che stiamo migliorando e giocando sempre meglio. E ragazzi come Medvedev, Zverev, Tsitsipas hanno già dimostrato di poter vincere grandi tornei, battere i più forti. Quindi, Rafa e gli altri li prendono seriamente e spero facciano lo stesso con me quando ci affrontiamo. Ma, come ho detto, loro sanno chi è il leader, chi è il padre”. Da Fab a Fathers il passo non sembrava così breve, ma per Andrey sono ormai assurti al livello di padri del tennis.