Colpo di scena nella telenovela che ha come principale protagonista Novak Djokovic e il suo viaggio verso l’Australia. Come esige la TV lineare, una puntata al giorno, tutti i giorni: non ci si può esimere per poi ricorrere astutamente all’on demand per rimettersi in pari. Anche perché ci si perderebbero le scioccanti rivelazioni dei vari personaggi che, a turno, contribuiscono al quotidiano svolgimento dell’intreccio. O all’intralcio dello svolgimento. Ogni finale di episodio punta a lasciare lo spettatore sbalordito dalla nuova piega presa dalla trama, quasi obbligandolo a sintonizzarsi sull’episodio successivo dove, invece, non è che si sviluppi granché.
Questa volta, però, lo sviluppo c’è e arriva la prima certezza vestita dei panni dell’ufficialità: Djokovic non prenderà parte all’ATP Cup. La sua assenza data al 99% e il fatto che un paio di giorni prima dell’ingresso in campo a Sydney il numero 1 del mondo si stesse ancora allenando a Belgrado potevano già essere considerati indizi sufficienti (un’orgia di prove, diciamolo pure), ma la scomparsa del suo nome dall’elenco dei giocatori del Team Serbia chiude definitivamente la questione. Da qui non si torna più indietro, salvo follie della sceneggiatura. Prima o poi l’ATP aggiornerà anche il programma degli incontri che vede ancora Nole opposto a Casper Ruud nel secondo rubber della sfida contro la Norvegia del 1° gennaio. Toccherà quindi a Dusan Lajovic, nuovo numero 1 della sqaudra, affrontare Ruud dopo il duello tra Filip Krajinovic e Viktor Durasovic. Oltre ai norvegesi, gli altri due team a beneficiare del forfait di Djokovic sono il Cile di Garin e la Spagna di Bautista Agut.
Chiusa quella che potrebbe essere considerata la prima stagione, rimane il fil rouge dell’intera saga: Novak andrà a caccia del decimo Australian Open il prossimo mese? In un riassunto delle puntate precedenti – the road so far, rubando da una fin troppo longeva serie –, abbiamo dapprima avuto uno Srdjan Djokovic la cui frase “spetta agli organizzatori decidere se vogliono far giocare Novak o meno” ha lasciato perplesso chi pensava che l’ammissione dei giocatori allo Slam dipendesse dalle regole del governo della Victoria recepite da Tennis Australia. L’associazione ha poi dovuto incassare in un momento non esattamente opportuno le dimissioni di Tom McDowell, responsabile della biosecurity. Infine, secondo il sito serbo Blic Sport, Nole sarebbe ora un passo più vicino all’Australian Open.
Non ci vuole un genio per capire che, con Roger Federer già fuori da mesi e Rafa Nadal quantomeno incerto, l’assenza del più recente 20 volte campione Slam potrebbe non essere il massimo per quanto riguarda l’appeal di questa edizione. A proposito, Nick Kyrgios ha detto che “se mancano tutti e tre, è un disastro. Un disastro totale per i fan e chi è appassionato di tennis”. E così, prosegue l’articolo di Blic, gli organizzatori starebbero “negoziando con le autorità per fornire al serbo un’esenzione medica dalle rigide regole attualmente in vigore in Australia”. E lo stesso varrebbe per quei top player che non hanno rivelato il loro status vaccinale.
Se davvero fosse così e trovassero l’accordo, Djokovic riuscirebbe a giocare il suo Slam preferito, mantenendo al contempo fede alle proprie convinzioni, per quanto campate in aria. L’intera operazione, se fosse davvero portata a termine, “rischierebbe” però di essere una palese violazione dell’imparzialità – non solo sportiva – e ognuno degli attori coinvolti dovrà fare un’attenta analisi dei costi-benefici anche in termini di immagine.