Continuano ad aumentare i casi di positività fra i tennisti in procinto di giocare l’Australian Open 2022. Stavolta è il turno di Anastasia Pavlyuchenkova, finalista uscente del Roland Garros (dov’è stata sconfitta da Barbora Krejcikova), la quale è risultata positiva all’arrivo in Oceania. Qui il suo annuncio via Twitter:
“Ciao a tutti, purtroppo ho delle cattive notizie: sono arrivata in Australia martedì [28 dicembre, ndr] e sono risultata positiva al COVID-19“, ha scritto. “Ho completato il ciclo vaccinale e mi stavo preparando alla nuova stagione a Dubai, ma viviamo in un periodo complicato e imprevedibile. Al momento sono in isolamento in un albergo apposito, e sto rispettando tutti i protocolli del caso sotto la supervisione dei medici. Ora è importante che vi prendiate cura di voi stessi e degli altri. Io tornerò in campo appena sarà sicuro per tutti. Prendetevi cura di voi stessi“.
Si tratta della quarta positività degli ultimi giorni fra i tennisti russi: la squadra di ATP Cup è stata infatti decimata dai casi di Andrey Rublev, Aslan Karatsev e Evgeny Donskoy. Per quanto riguarda Nastia, è piuttosto probabile che non potrà prendere parte al WTA 250 in programma a Melbourne a cui si era iscritta: la N.11 WTA sarebbe stata la prima di testa di serie o del Gippsland Trophy o dello Yarra Valley Classic (i due tornei hanno la medesima entry list, con le giocatrici che verranno equamente distribuite nei due tabelloni).
Più in generale, i forfait per i tornei femminili di inizio stagione stanno iniziando a diventare parecchi: al 500 di Adelaide mancheranno Pliskova, Krejcikova, Jabeur e Vondrousova, mentre i due eventi di Melbourne dovranno fare a meno, oltre che di Pavlyuchenkova, anche di Teichmann, Osorio, Vekic e Putintseva, ed è probabile che non sia finita qui.
La corrente ondata di casi dovrebbe risparmiare l’Australian Open in sé, visto che i giocatori e le giocatrici avranno avuto il tempo di smaltire eventuali positività pregresse, ma potrebbe condizionare fortemente la preparazione dello Slam: tanti infatti potrebbero finire per dover giocare senza incontri nelle gambe, una condizione pericolosa soprattutto a livello maschile in virtù del format tre su cinque in vigore nei Major. Ci si può solo augurare che la pletora di infortuni dello scorso anno non si ripeta.