L’ATP Cup si sta avvicinando ed è tempo per le conferenze stampa pre torneo dei vari team. Una delle prime squadre a presentarsi in conferenza stampa, insieme alla Serbia orfana di Djokovic, è stata la Spagna. A Sydney nel girone A, insieme a Cile, Serbia e Norvegia, la Spagna sarà rappresentata da Roberto Bautista-Agut, Pablo Carreno-Busta, Albert Ramos-Vinolas, Alejandro Davidovich Fokina e Pedro Martinez. Un team molto equilibrato con un numero uno d’esperienza capace – nei suoi migliori panni – di mettere in difficoltà anche i top 10 e uno dei migliori numeri due del torneo, insieme a Jannik Sinner e Denis Shapovalov.
Proprio Bautista Agut, il singolarista numero uno, è stato il primo a rispondere ai quesiti dei giornalisti. Il numero 20 ATP ha giocato già due edizioni della competizione, nel 2020 come numero due dietro a Nadal (vinse tutti gli incontri) e nel 2021 come numero uno, ottenendo un po’ meno successo. Alla domanda sulla differenza in termini di pressione tra il ruolo di primo e quello di secondo giocatore, Roberto risponde in maniera piuttosto schietta, se non proprio banale. “Beh, è normale che sia un po’ diverso, no? Quando giocavo come numero uno, giocavo contro top 10 e quando giocavo da secondo singolarista, i miei avversari non erano allo stesso livello. Penso che dobbiamo essere molto concentrati sui nostri tre punti. Ogni punto è il 33%. Per quanto mi riguarda mi sento bene, mi sono allenato bene e ho fatto un ottimo lavoro a casa. Credo di poter giocare una buona ATP Cup“.
Il giogo più pesante però è quello che grava sul collo di Carreno, che partirà come favorito nella maggior parte degli incontri e sarà quasi “obbligato” a portare a casa il proprio punto per tenere vive le speranze della squadra spagnola. “In questa competizione è molto importante avere una buona squadra e non solamente un buon numero uno. Penso che in questo caso la Spagna abbia un squadra molto buona, un buon numero uno, Roberto, ma anche degli ottimi numeri 2, 3, 4, 5. Sappiamo che è molto importante il punto del secondo singolarista e in questo senso mi sento molta responsabilità addosso, perché i numeri uno delle altre squadre saranno spesso dei top 10 e sarà fondamentale dunque vincere il primo punto e andare avanti nel punteggio”.
Per quanto riguarda l’atmosfera generale, Bautista non ha remore nel definire l’ATP Cup uno degli eventi più gradevoli della stagione. In particolare il pensiero vola all’edizione 2020 nella quale la Spagna raggiunse la finale, cedendo alla Serbia di Novak Djokovic solo al doppio decisivo. “Penso che l’ATP Cup del 2020 sia stato uno dei migliori tornei che abbia mai giocato. L’organizzazione e l’evento sono stati fantastici. Abbiamo giocato la finale e perso al doppio decisivo, ma è stata una grande esperienza“.
C’è spazio anche per l’intervento della matricola Pedro Martinez, numero 60 ATP aggregato alla squadra come quinto che probabilmente troverà spazio in doppio. “Questa è la mia prima volta qui. Sono molto felice di entrare a far parte della squadra spagnola. Sono il numero cinque, ma sono qui per cercare di aiutare come posso. Penso che abbiamo una squadra davvero forte. Entrambi questi giocatori (vale a dire, Bautista Agut e Carreno Busta, ndr) possono vincere contro chiunque. Possiamo anche avere buone possibilità in doppio. Penso che abbiamo una grande chance di qualificarci e credo nel Team Spain, perché penso che sia molto forte“.