Spagna b. Polonia 2-0
P. Carreno Busta b. J. Zielinski 6-2 6-1
R. Bautista Agut b. H. Hurkacz 7-6 2-6 7-6
Tutto e il suo contrario. Alto e basso di una semifinale che ha regalato la partita più scontata del torneo (poco più che un allenamento) e quella più bella, combattuta, stoica, degna di un palcoscenico importante. Questa la sintesi di quello a cui abbiamo assistito nei due match che hanno consentito alla Spagna di essere la prima finalista dell’Atp Cup 2022. Due partite sostanzialmente agli antipodi quelle disputate a Sydney. La prima ha visto il dominio netto di Pablo Carreno Busta su Jan Zielinski, numero 860 al mondo, battuto con il punteggio di 6-2, 6-1 in poco meno di un’ora di gioco. In sostanza un no contest, utilizzando un’espressione rugbystica. Alla base di questo match, giusto ricordarlo, c’è la positività al Covid-19 di quello che sarebbe dovuto essere l’avversario di Carreno Busta, Kamil Majchrzak, numero 117 del ranking Atp e numero 2 della Polonia. Sul match, oggettivamente, poco da scrivere: partita sempre in controllo per lo spagnolo mai impensierito dal proprio avversario che invece sarebbe stato sicuro protagonista nel doppio finale, match che però resterà nel limbo di ciò che sarebbe potuto essere e non è stato visto quello che sarebbe successo di lì a breve.
Quello che infatti è avvenuto è molto semplice. Il match più bello di tutta l’ATP Cup, dove per bello in questi casi non si considera qualcosa di soggettivamente rilevante, ma di oggettiva caratura tennistica. Per raccontare la vittoria di Roberto Bautista Agut su Hubert Hurkacz per 7-6(6) 2-6 7-6(5) bisognerebbe partire dalla fine del match e dal racconto dei cinque match point annullati dal polacco prima di issare bandiera bianca permettendo alla Spagna l’ingresso in finale. Non renderemmo giustizia all’incontro ed è per questo che vale la pena spendere qualche parola in più nel raccontare una di quelle partite che vale la pena aver visto e seguito.
Il primo set è già il gustoso preludio di una vera battaglia. A rompere l’equilibrio è il terzo game quando lo spagnolo si porta avanti nel punteggio grazie al break ottenuto e consolidato nel game successivo che fissa il risultato parziale sul 3-1. Ma Hurkacz è lottatore vero e mostra fin da subito di non voler perdere la trebisonda, restando con le unghie attaccato al match. La strategia è chiara: sfruttare l’occasione giusta in risposta, nonostante le difficoltà scaturite dai continui cambi di direzione e rotazione della palla che Bautista Agut gli propone ad ogni punto. Ma è nell’ottavo game che il polacco ha l’occasione per rientrare nel match grazie a due palle break, la seconda delle quali sfruttata nel modo più beffardo possibile per lo spagnolo: lungo linea di rovescio che si accomoda sul nastro e delicatamente cade dall’altra parte della rete. 4 giochi pari. Al servizio Hubi è costante ed infilando un ace dopo l’altro (a fine match se ne conteranno 24 per il polacco a fronte di 1 per lo spagnolo), riesce a mettere la testa avanti nel set risalendo dal 2-4. Il match è bello, intenso e ricco di soluzioni tennistiche come forse non ci si aspettava. Come quasi sempre accade in questi casi, è il tie break a dover sciogliere ogni riserva sul momentaneo equilibrio. A partire subito forte è questa volta Hurkacz che scappa 4-1 nel punteggio grazie alla solidità del proprio servizio ed un mini break ottenuto. Sembra finita ma mai dar per sconfitto lo spagnolo, che affidandosi alla indistruttibile forza delle proprie certezze, riesce a strappare il minibreak di vantaggio e a portarsi sul 6-5: primo set point in favore dello spagnolo annullato dal suo avversario ma subito guadagnato dopo uno scambio di 30 colpi che porta Bautista Agut di nuovo al set point, questa volta decisivo grazie ad un dritto incrociato che chiude il tie break.
Il secondo set sembrerebbe incanalato verso casa Spagna visti anche i primi parziali del primo game. Sembrerebbe, appunto. Hurkacz invece strappa subito il servizio al proprio avversario e porta il match ad un livello, se possibile, superiore. Il suo è un continuo attacco alla fortezza spagnola: sempre in anticipo, sempre in avanzamento, sempre aggressivo fino alla rete dove mostra una serie di volée, demi volée e colpi al volo che chiariscono ai pochi dubbiosi ancora in giro il perché questo ragazzo abbia concluso il 2021 tra i primi 10 giocatori al mondo. Un set che trova la sua declinazione nel punteggio finale: 6-2 per il polacco e poco da dire per lo spagnolo.
Il terzo set è ovviamente quello decisivo. I due giocatori lasciano poco all’avversario (da segnalare solo una palla break per Hurkacz nel secondo game dell’set) e il match segue il suo naturale svolgimento senza particolari sussulti, fino al 40-30 per il polacco nel decimo game. Da qui in poi è goduria tennistica: apre le danze lo spagnolo che, vedendosi nuovamente aggredito a rete da Hubi, tira fuori dal cilindro magico dei colpi vincenti un dritto in corsa, tirato più o meno dalla tribuna di sinistra, che trafigge il polacco: 40 pari e 5-4 per lo spagnolo. Applausi a scena aperta e colpo del match. Il punto successivo e un regalo per la Spagna che ha quindi il primo match point della partita. Vi abbiamo scritto in apertura, che questo non è un match come gli altri: non mentivamo. E’ grazie ad un ace di seconda, ad uscire, che Hurkacz regala a se stesso e alla Polonia ancora speranza. Speranze che sembrano essere tradite di lì a breve quando Bautista Agut ha il secondo match point che, anche questa volta però, un rovescio lungo linea che sembrava vincente, muore sul nastro. E’ quella che sembra la svolta: a suon di ace il polacco resta aggrappato al match con le unghie e con i denti. Il 5 pari sancisce il preludio al tie break, non prima però di esser passati dal terzo match point per lo spagnolo anche questo annullato magistralmente dal polacco. Il tie break parte seguendo lo stesso canovaccio del match: da fondo domina la Spagna, a rete la Polonia. L’equilibrio si spezza al settimo punto con un minibreak in favore di Bautista Agut che approfittando dei suoi turni di servizio si porta sul 6-3. Sono altri tre match point (saranno sei in totale). I primi due annullati, il terzo, con il servizio a disposizione convertito in punto, in partita, in incontro ed in semifinale per la Spagna.
Nell’intervista post gara lo spagnolo concretizza in poche ma sentite parole quella che è stato questa partita: “Un match che ricorderò per sempre. Entrambi avremmo potuto vincere, ma questo è il tennis, questo è il nostro gioco. Penso di aver comunque meritato di vincere: ho fatto ottime cose in campo, forse sono stato più aggressivo nel tie break e me la sono cavata con un gran passante. Tra il primo e l’ultimo match point sono passati 25 minuti, ma sono stato bravo a restare concentrato e a lavorare come dovevo. Sono felicissimo”. La Spagna affronterà in finale la vincente tra Russia e Canada, l’altra semifinale che si disputerà domani, 8 gennaio.