Ma il tempo è sempre galantuomo e ancor di più lo è il desiderio forte, fortissimo, quasi folle di continuare a giocare, inseguendo un sogno o più concretamente, come dichiarato ultimamente, il cinquantesimo titolo della sua carriera ferma ad oggi a quota 46: l’ultimo nel 2019 ad Anversa. Ed è proprio in Australia che avrà l’occasione di riprendere il cammino, tessendo le fila di un discorso mai realmente finito. Per farlo giocherà la finale del 250 di Sidney dopo aver battuto in semi, ed in rimonta, Reilly Opelka per 6-7 (6), 6-4, 6-4 in due ore e 25 minuti di gioco.
Match, facilmente intuibile, molto equilibrato, che nel primo set è stato figlio della naturale sequenzialità dei servizi, fino ad arrivare al fatidico tie-break vinto dallo statunitense per 8-6. Ma è grazie a due break ottenuti dall’ex numero uno al mondo, rispettivamente nel terzo e nel nono gioco del secondo e terzo set, che lo scozzese archivia la pratica guadagnando l’accesso alla finale numero 69 della sua carriera.
In conferenza stampa, nel post match, immancabile una riflessione dello scozzese sulla questione che sta interessando più o meno tutti quelli che gravitano intorno al mondo del tennis. “Non è una bella situazione, per nessuno. E non sarò di certo io a infierire su Novak in questo momento di difficoltà. Mi dispiace che stia finendo in questo modo ma…chissà. So che è in corso un’udienza e non conosco le conseguenze e cosa potrà succedere, ma è ovvio che spero che si risolva. Per quanto mi riguarda la cosa si è trascinata troppo e questo non è buono per il tennis, non è buono per l’Australian Open e per Novak. Molta gente qui in Australia sta anche criticando il Governo; insomma, non è una bella situazione”. Come dargli torto?
Il suo avversario in finale sarà la tds N.1 Aslan Karatsev, che ha battuto il mai domo Dan Evans per 6-3 6-7(13) 6-3. Il russo che ama tanto l’Australia ha dominato il primo set, distraendosi giusto un attimo sul 5-1, ma nel secondo ha perso un incredibile tie-break in cui ha mancato tre match point non consecutivi. Cancellato l’ultimo per l’8-8, Evans si è procurato ben sei palle per allungare la partita, riuscendo infine a portarla al terzo quando la rimonta pareva ormai stregata. Karatsev non si è scomposto ed è subito scappato avanti 3-0 in un set dominato dai parziali: Evans ha infatti pareggiato, solo per perdere gli ultimi tre giochi. Quarta finale in carriera per Aslan, che lo scorso anno si è aggiudicato il 500 di Dubai e il 250 di Mosca. Stagione della vita a chi?
Buone notizie infine per il tanto vituperato doppio italiano: Simone Bolelli e Fabio Fognini hanno infatti raggiunto la finale battendo i tedeschi Krawietz e Mies (due volte vincitori del Roland Garros) per 6-4 6-2. Per il titolo se la giocheranno con le tds N.3 Peers e Polasek. Ricordiamo che l’Australia è cara alla coppia azzurra: qui vinsero nel 2015 il loro unico alloro Slam.
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