Tante stelle del circuito WTA in campo durante la nottata italiana per il secondo turno dell’Australian Open 2022. Già detto di Barty e Badosa contro le azzurre, vediamo gli altri risultati di rilievo.
LE FAVORITE: KREJCIKOVA E OSAKA VANNO DI FRETTA
Barbora Krejcikova ha giocato un match estremamente positivo in risposta, compensando così qualche piccola défaillance per andare a battere Xiyu Wang per 6-2 6-3 in 77 minuti – si è così vendicata di un’avversaria che a soli 16 anni l’aveva battuta a livello ITF nel 2018, quando di acqua sotto i ponti di Barbora ne doveva scorrere ancora parecchia. La N.4 del seeding ha letteralmente fagocitato la seconda dell’avversaria, vincendo ben 17 punti su 22 e breakkandola sette volte su nove turni. Nel primo si è portata avanti 4-1 e servizio, rimediando immediatamente anche quando Wang ne ha recuperato uno.
La mancina classe 2001 ha retto piuttosto bene sulla diagonale di destra, ma ha ceduto di schianto sull’altra (3 vincenti e 16 non forzati di dritto), finendo spesso e volentieri buttata fuori dal campo dalle traiettorie liftate di Krejcikova, la quale sembra aver incrementato notevolmente la velocità di palla, non limitandosi più a impostare lo scambio sul QI tennistico fuori scala ma trovando anche qualche soluzione rapida in più rispetto al passato.
Nel secondo set, tuttavia, la campionessa del Roland Garros ha avuto qualche problemino al servizio, anche perché ha messo la prima in campo solo il 55% delle volte. Come detto, in ogni caso, la ceca ha fatto quello che ha voluto nei turni di Wang: perso il break iniziale di vantaggio, ha immediatamente rimesso la freccia, e non ha avuto problemi nemmeno quando ha perso la battuta al momento di servire per il match. Al prossimo turno la attende Jelena Ostapenko, che ha rimontato Riske – sarà un incrocio fra campionesse parigine, ma anche fra weltanschauung tennistiche.
Sono bastati invece 65 minuti a Naomi Osaka per regolare Madison Brengle con il punteggio di 6-0 6-4. Partita dai due volti, perché nel primo set la campionessa uscente è stata la macchina cementofila a cui tutti siamo abituati: 100% con la prima e contro la seconda della malcapitata sparring (la cui prima viaggiava a 130 all’ora di media contro i 179 della nipponica), 13-0 nei vincenti, 26-9 nei punti totali in una ventina di minuti – una carneficina.
Nel secondo, invece, è arrivato qualche singhiozzo di troppo, in particolare al servizio: la seconda è crollata dal 67% al 39%, e il corollario sono state 10 palle break concesse in tre turni di battuta, con Brengle che è infine riuscita a portarsi sul 4-3 e servizio anche in virtù di un gioco scevro di sbavature (7 errori contro i 23 di Naomi e vantaggio di 19-18 negli scambi sopra i 5 colpi) e reso infingardo da qualche slice ben piazzato, soprattutto contro le discese a rete dell’avversaria, che le ha regalato il primo vantaggio di giornata con un brutto smash finito lungo. Quando il saldo dei vincenti dice 24-4 Osaka, però, è evidente che si parli di giocatrici dalla cilindrata un po’ differente: alla quattro volte vincitrice Slam è bastato superare il momento di neghittosità per rientrare in partita e involarsi nello sparo finale – gli ultimi 11 punti sono stati tutti suo appannaggio.
Mentre il mondo del tennis attende una possibile finale anticipata con Barty al quarto turno, Osaka dovrà stare molto più attenta già dal prossimo, perché Amanda Anisimova (giocatrice di potenza comparabile alla sua) sembra essere tornata for good.
RINASCITA ANISIMOVA
Settima vittoria stagionale su altrettanti incontri disputati per la classe 2001, che ha eliminato (a sorpresa ma non troppo) la campionessa olimpica Belinda Bencic con il punteggio di 6-2 7-5 in 88 minuti – AA batte BB, un po’ come per le agenzie di rating. L’inizio dell’incontro faceva presagire più equilibrio, ma dopo aver recuperato un break iniziale la giovane statunitense ha dato uno scossone alla partita, aggiudicandosi quattro game di fila con un parziale di 18-8 approfittando soprattutto del superiore magistero con la prima datole dalle sue lunghe leve (coadiuvato dal lavoro, ça va sans dire): 21-15 negli scambi brevi e 69% con la prima contro il 50% della rivale, che ha sempre faticato al servizio – basti pensare che nei turni di Anisimova si sono giocati 20 punti, in quelli di Bencic ben 36, quasi il doppio.
Nel secondo Belinda sembrava poter girare l’incontro, anche perché è riuscita ad incidere maggiormente a inizio scambio: salvate tre palle break in apertura (due consecutive), è riuscita a portarsi in vantaggio 3-2 e servizio solo per perdere immediatamente l’higher ground conquistato accusando anche un piccolo problema alla schiena che ha richiesto un MTO sul 4-3 Amanda. Troppo centrata Anisimova, che ha messo a segno 18 vincenti nel parziale (spesso quando lo scambio si allungava) contro i 5 di Bencic e ha vinto il 77% dei punti sulla prima palla. Se in questa stagione potrà esserci una bella storia di rinascita, al momento sembra piuttosto probabile che sarà la sua.
AZARENKA FACILE, SVITOLINA RISCHIA
Molto meno arduo del previsto il compito di Vika Azarenka, a cui sono serviti solo 73 minuti per battere Teichmann per 6-1 6-2. L’incontro si riassume su un dato che spiega bene il diverso grado di freddezza delle due: 0/5 nelle palle break Teichmann (tutte nel primo set), 4/4 Azarenka. La prossima avversaria della due volte campionessa del torneo (2012 e 2013) sarà Elina Svitolina, che ha approfittato del ritiro di Harmony Tan sul 6-3 5-7 5-1 dopo due ore e sette minuti.
Partita in cui la tds N.15 ha cercato di essere molto aggressiva, prendendo la via della rete ben 41 volte (26 punti) e mettendo a segno 32 vincenti. Dopo un primo set dominato (al netto di un passaggio a vuoto sul 5-1), il secondo si è tramutato in una baruffa chiozzotta da sei break consecutivi culminati con un match point fallito da Svitolina al servizio sul 5-4. Sprecato quello, Elina si è disunita e ha perso il parziale, ma nel terzo ha potuto approfittare di un problema al polpaccio della transalpina, costretta a lasciare il campo in sedia a rotelle.
Vince, infine, anche Maria Sakkari, che ha prevalso su Qinwen Zheng per 6-1 6-4 in 89 minuti. Incontro sostanzialmente dominato dall’ellenica, che ha tentennato solo al momento di chiudere: un match point fallito in risposta sul 6-1 5-2 e un 40-15 sprecato al servizio nel game successivo, quando ha perso il break di vantaggio prima di riuscire a riaversi in tempo nell’ultimo gioco. Zheng però si è confermata come possibile top player nell’immediato futuro: il suo swing australiano si chiude con nove vittorie e due sconfitte, peraltro infertele da giocatrici di altissimo livello come Sakkari e Halep. Maria troverà Kudermetova al terzo turno.