[7] M. Berrettini b. [WC] S. Kozlov 6-1 4-6 6-4 6-1
Partita piena di luci ed ombre quella che ha visto il N.1 italiano Matteo Berrettini allo statunitense Stefan Kozlov, N.169 ATP, arrivato a disputare l’Australian Open grazie alla vittoria del USTA Challenge che assegna la wild card “di scambio” concessa da Tennis Australia alla federazione americana.
Dopo un inizio che poteva lasciar presagire un pomeriggio di relativa tranquillità per il finalista di Wimbledon, la partita si è progressivamente complicata quando, nel secondo parziale, Berrettini non è riuscito a concretizzare una superiorità di gioco che sul campo sembrava abbastanza evidente mancando ben 9 palle break di cui tre consecutive nel quarto game che avrebbero potuto dargli un vantaggio consistente nella partita.
Invece Berrettini, dopo non aver sfruttato lo 0-40 per andare avanti 3-1, un paio di game più tardi si è impelagato in un game di servizio nel quale ha commesso almeno due errori totalmente gratuiti da fondocampo ed ha subito l’unico break del match che gli è costato la perdita del parziale.
Certamente non abituato a giocare match di questa importanza su questi palcoscenici, Kozlov era sicuramente partito piuttosto nervoso, ma una volta presa confidenza con la nuova situazione (era anche il suo secondo match in carriera al meglio dei cinque set) ha dimostrato di avere una buona facilità di gioco, sorprendendo spesso e volentieri Berrettini in fase di risposta e con anticipi di buona fattura durante i palleggi.
Nel secondo set Berrettini ha avuto la chance di rientrare nel parziale quando ha avuto due palle del contro-break mentre Kozlov serviva per il match, ma nemmeno lì è riuscito a trovare il guizzo per approfittarne ed evitare di allungare la partita.
Nonostante il momento difficoltà e poca brillantezza nel gioco di gambe, Berrettini è stato sostenuto dalla battuta nel terzo parziale: solamente due punti concessi in cinque turni di battuta gli hanno consentito di mantenere sempre il comando nel punteggio, e gli hanno dato la spinta per piazzare la zampata vincente rispondendo sul 4-5. Kozlov non è stato impeccabile, certo, ma la risposta di rovescio lungolinea che ha chiuso il parziale, degna del miglior Bjorn Borg, ha probabilmente riscattato l’intero set titubante giocato dal romano.
La partita è praticamente finità lì, perché nel quarto set Kozlov è stato abbandonato dal suo fisico: totalmente desueto a partite sulla distanza del 3 su 5, Kozlov è apparso sin da subito scarico e verso la fine del set è anche stato colto da crampi al quadricipite che lo hanno definitivamente condannato alla sconfitta. Berrettini è stato sostenuto dal servizio: 21 ace (come al primo turno contro Nakashima, e quando ha servito 21 ace non ha mai perso in carriera), un solo doppio fallo, 70% di prime palle e quasi l’80% di realizzazione sono numeri che quasi sempre garantiscono la vittoria, ma quella che è mancata è la brillantezza atletica che solitamente contraddistingue Matteo e che gli servirà nel prosieguo del torneo.
Ora per Berrettini c’è l’attesa sfida di sedicesimi di finale contro lo spagnolo Alcaraz, testa di serie N.31, che finora ha dato l’impressione di essere in una forma straripante e non ha ancora perso un set. I due si sono già incontrati una volta lo scorso anno, all’Erste Bank Open di Vienna quando fu Alcaraz ad avere la meglio al tie-break del terzo set. Servirà decisamente una migliore versione del campione romano per poter fare partita parti in quel match e continuare il percorso verso i turni che contano di questo Australian Open.