[WC] C. O’Connell b. [13] D. Schwartzman 7-6(6) 6- 6-4
La wild card Christopher O’Connell mette a segno contro Diego Schwartzman la miglior vittoria in carriera, migliorando quella dello scorso anno ad Atlanta con uno Jannik Sinner ancora fuori dai primi venti del mondo. Tre partite a zero contro la testa di serie n. 13 in tre ore e sette minuti per il ventisettenne australiano che ha annullato tre set point nel primo parziale. Uno Schwartzman che ha forse concesso qualche errore poco opportuno, ma il risultato va senz’altro ascritto ai meriti del 175 ATP, sempre più propositivo nel corso del duello.
O’Connell ha un bel tennis, Diego è Diego e il match si fa vedere come previsto. Altrettanto prevedibilmente, l’australiano fatica di più a tenere la battuta, mentre Schwartzman deve annullare una palla break al sesto gioco, peraltro con una fenomenale volée smorzata su una palla bassissima anche per lui. Da lì a strappare il servizio australiano pochi minuti dopo il passo è breve. Chris riesce però a rimanere in scia, varia con il rovescio monomane, El Peque spreca tre set point sul 5-4 e poi manda lunga la seconda sulla palla break. Scambi lunghi con Schwartzman che al solito muove molto bene la palla, preziosi attimi d’ombra rubati tra i “15” nei pressi del telone sud. In un tie-break in cui il servizio è un handicap, la spunta O’Connell, prima favorito dal nastro sul passante, poi piantando un drittone vincente dopo un’ora e ventiquattro di gioco o, per dirla in altro modo, quando Rublev, che ha iniziato in contemporanea, è avanti due set e due break. Qui però c’è O’Connell, che non è l’ultimo arrivato, più che altro perché deve ancora arrivare, ma può accampare scuse per il ritardo come infortuni e un periodo sabbatico a pulire le barche.
Il secondo set procede indisturbato sui binari dei servizi fino al nono gioco, quando il ventisettenne di Sydney si procura lo 0-40 con un bel lob in corsa – certo, l’avversario non è Opelka, però il colpo rimane molto bello. La successiva risposta vincente che gli dà l’opportunità di portarsi avanti di due set è sfruttata senza alcuna incertezza, mentre il referto racconta di dieci punti consecutivi Australia.
Sempre più brillante, Chris mette in grossa difficoltà la battuta di Diego che a fatica salva il game d’inizio partita ma va sotto subito dopo. Nonostante continui a tirare dritti vincenti da ogni dove, sul 3-1 O’Connell fa trasparire qualche vago segnale di stanchezza, sbaglia ma riesce a mantenere il vantaggio annullando con il servizio l’occasione per il rientro argentino. Rientro che arriva all’ottavo gioco, con il ragazzo di Sydney che si incarta in un game che pareva finito. Potrebbe essere il punto di svolta, ma con anche un po’ di fortuna e di complicità argentina si riprende il maltolto. Senza paura, continua a spingere e conquista il meritato terzo turno tra gli applausi dei connazionali. 44 vincenti e altrettanti unforced per O’Connell che ora affronterà Maxime Cressy per una sfida inedita con finestra sulla seconda settimana.
[5] A. Rublev b. R. Berankis 6-4 6-2 6-0
Fila via liscio l’incontro di secondo turno di Andrey Rublev, che in un’ora e tre quarti si libera del n. 93 ATP Ricardas Berankis con il punteggio di 6-4 6-2 6-0. Berankis mette poche prime, sbaglia pure un paio di seconde e Rublev, vincitore cedendo un set nell’unico precedente ATP a Mosca, parte subito avanti. Ricardas ama le superfici dure, gli piace tirare il dritto, non esaspera le rotazioni e non cerca grandi variazioni; insomma, quasi un Rublev minore e non solo per i 13 cm di altezza che li separano, con le inevitabili conseguenze sulla direzione del match. Intanto, nonostante nemmeno il 40% di prime in campo – non proprio il massimo, essendo ben lontano dal vertice nelle stats con la seconda – Andrey si fa bastare il break iniziale assicurandosi il 6-4.
Ricardas replica la falsa partenza del primo set dando ancora più tranquillità a Rublev che tranquillo però non è a giudicare dalla violenza con cui si percuote il piede con la racchetta per non aver sfruttato la chance del 3-0. L’allungo pesante è però solo rimandato, anche se c’è tempo per un punto divertente: un paio di colpi di assestamento per mettersi sulla diagonale (appena accennata) sinistra scambiandosi bimani da videogame con i piedi vicini al campo finche Rublev fa un paio di passi laterali e scatena il vincente inside-in. Non davvero divertente, ma ha fatto ridere nella sua meccanicità.
Ride meno Berankis, sotto di due set, che per non deludere le aspettative riparte subendo il solito break, anche perché non riesce a contenere le risposte russe che gli arrivano rapide e pesanti tra i piedi. La resistenza lituana cede definitivamente, Rublev sembra quasi accennare un sorriso sul 5-0, poi ci ripensa. Quando serve per chiudere, concede le prime palle break, addirittura quattro, ma non è lì per una gara di generosità: bagel servito e terzo turno contro Marin Cilic.
[27] M. Cilic b. (Q) N. Gombos 6-2 6-3 3-6 7-6(8).
Com’era successo a New York nel 2020, il croato ha lasciato un set al qualificato Norbert Gombos, venendone a capo per 6-2 6-3 3-6 7-6(8). Venti ace per Marin che, in controllo dell’incontro, cede per la prima volta la battuta nel terzo set. Recuperato lo svantaggio, il trentatreenne di Medjugorje non è sufficientemente aiutato dal servizio e, con l’avversario che non sbaglia più, torna sotto. Gombos consolida allungando la sfida al quarto, un parziale dai turni di servizi immacolati. Nel tie-break, Gombos affossa un dritto d’attacco e si cambia campo sul 4-2, ma Cilic restituisce il favore con il rovescio mandato largo dal nastro. Tocca a Marin annullare il set point con l’ace per poi prendersi la vittoria con il dritto vincente al termine di uno scambio teso.