M. Kecmanovic b. [25] L. Sonego 6-4 6-7(8) 6-2 7-5
La volée di rovescio a campo aperto affossata in rete sul match point assurge ad amaro simbolo della partita di Lorenzo Sonego, sconfitto in quattro set da Miomir Kecmanovic al terzo round dell’Australian Open. Mai il giocatore torinese si era spinto così avanti a Melbourne, e l’approdo alla seconda settimana in un Major per la terza volta in carriera non sembrava ipotesi così peregrina. Il tabellone, sconvolto dall’affaire Djokovic, si era messo benino dalle sue parti, e l’avversario, quel Kecmanovic dispensato dal derby fratricida con il concittadino fenomeno al primo turno, evocava lieti ricordi. Nei due precedenti l’aveva sempre spuntata Lorenzo, e nel secondo di questi, finale di Antalya 2019, aveva persino sollevato il primo trofeo in vita sua nel Tour maggiore.
Ma i corsi storici, ci perdonerà Giambattista Vico, non sempre ricorrono: favorito dal pronostico e opposto ad un rivale che non vinceva due partite di fila in un tabellone principale da aprile, Sonego ha giocato una partita molto altalenante, ci perdonerete l’eufemismo temerario, e colma di brutti errori: la proverbiale grinta non è stata – e non poteva essere – sufficiente a emendarli. Il numero tre italiano è partito contrattissimo, persuaso a prendere decisioni sbagliate da una fretta inspiegabile e incline a giocare male i punti importanti. Subìto il break, poi rivelatosi decisivo per le sorti del primo set, nel terzo gioco dell’incontro a causa di tre imprecisioni evitabili, Sonego ha fallito le prime quattro chance di togliere il servizio all’avversario nel quinto, inaugurando un copione che si sarebbe riprodotto per l’intera durata della contesa (alla fine due su tredici sulle palle break).
Lorenzo non è riuscito a cambiare marcia nemmeno in avvio di seconda frazione, iniziata perdendo il servizio nel primo gioco vittima della fretta e di un lato sinistro ballerino, e ha proseguito lo scialacquio di occasioni in risposta con altre due palle break gettate al vento nel quarto game, pure procurate da una favolosa combinazione dritto in corsa-demi volée. Dopo una nuova chance non sfruttata su servizio Kecmanovic nell’ottavo gioco, Sonego si è imposto una scossa, esibendosi in un significativo soliloquio volto a mettere in palese e cruenta discussione la qualità delle proprie scelte. I frutti si sono visti di lì a poco: al termine di uno scambio da venti colpi l’allievo di Gipo Arbino si è procurato l’ottava palla break dell’incontro, centrando finalmente l’obiettivo grazie a una bella difesa coronata da un vincente di dritto.
Nessuno scossone si è palesato prima del tie-break e tie-break discretamente cinematico è in effetti stato. Per massima colpa di erroracci con il dritto, Sonego si è trovato a dover fronteggiare tre set point, ma qui è riemersa l’immagine del guerriero che molti, non a torto, gli disegnano addosso. Il primo l’ha annullato resistendo a uno scambio da colpi trentadue; sul secondo ha approfittato di un clamoroso errore di Kecmanovic, sciagurato nello sbagliare un elementare rovescio a campo spalancato in uscita dal servizio. Poi ha tenuto i suoi due turni in battuta procurandosi un primo set point, peraltro ben cancellato dal serbo. Sul 7-7 un fortunato nastro torinese ha servito a Lorenzo un nuovo set point, ma Lorenzo ha servito un doppio fallo. Alla terza occasione di pareggiare i conti, dopo una buona battuta, Sonego ha raccolto il secondo set insieme a un errore di dritto di Kecmanovic: considerata l’evoluzione della faccenda, ci sarebbero stati gli estremi per ipotizzare l’inversione di tendenza del match, ma le ipotesi mal si conciliano con lo sport della racchetta, soprattutto negli Slam.
Il terzo set è stato un pianto, dopo un avvio invero equilibrato. Ripiombato nel sinistro vortice odierno fatto di errori e scelte avventate, Sonego ha perso il servizio nel sesto gioco avendo concesso tre palle break consecutive, e dopo aver annullato le prime due ha offerto il fianco con un esiziale doppio fallo, prodromo a un parziale di otto punti a zero in favore di Kecmanovic che poco dopo ha chiuso con agio la terza frazione (tredici punti a tre negli ultimi tre giochi). Lorenzo è comunque ripartito molto determinato nel quarto, e dopo aver immancabilmente fallito altre tre palle break ha strappato il servizio al serbo nel gioco inaugurale, veleggiando poi abbastanza tranquillo fino al quattro a due. Ma quando il quinto set sembrava più di un’opzione il Nostro si è nuovamente disunito, ha sbagliato tutto quello che non si può sbagliare ed è finito sotto prima 5-4, poi 6-5. Al momento di servire per riparare al tie break Sonego ha concesso tre consecutivi match point, cancellato con grande coraggio i primi due ma è crollato al momento di annullare l’ultimo, quando la palla alta sul rovescio a campo spalancato era solo da spingere di là, eppure è finita in mezzo alla rete.
“Queste partite mi insegnano sempre qualcosa“, ha dichiarato Lorenzo in conferenza stampa. “I giocatori che tirano così forte usano molto bene le gambe, hanno una grandissima stabilità, devo migliorare questi aspetti in futuro. Il rammarico per non aver approfittato del buco in tabellone c’è, sicuramente è meglio trovare Kecmanovic che Djokovic al terzo turno, ma oggi lui ha giocato bene, io non abbastanza. Ho commesso troppi errori e non ho sfruttato il momento all’inizio del terzo set, quando lui ha accusato il colpo dopo aver perso il secondo in quel modo. Adesso andrò in Sudamerica, non so ancora se direttamente a Buenos Aires o già per il torneo prima [Cordoba, ndr]”.
Un gran peccato per Lorenzo, l’occasione per fare tanta strada c’era davvero, anche se Gael Monfils, il prossimo avversario di Kecmanovic in ottavi (il francese ha battuto Garin in tre set), non avrebbe mancato di offrire i consueti rompicapi.