‘[7] M. Berrettini b. [17] G. Monfils 6-4 6-4 3-6 3-6 6-2
The time your game is most vulnerable is when you’re ahead; never let up’. ‘Il momento in cui il tuo gioco è più vulnerabile è quando sei in vantaggio; non mollare la presa’. Questa frase di Rod Laver è incisa all’ingresso del campo a lui intitolato, dove Matteo Berrettini ha prima schiacciato, poi subìto e infine piegato Gael Monfils nei quarti di finale dell’Australian Open 2022. Cinque set, come in quel quarto di finale indimenticabile sull’Arthur Ashe Stadium di New York nel 2019, stavolta senza tie-break finale. 6-4 6-4 3-6 3-6 6-2 in 3 ore e 49 minuti. Dopo un avvio ben gestito, la partita ha rischiato di sfuggire dalle mani del nostro numero 1 dopo un terzo e – soprattutto – un quarto set molto negativi, dove Monfils è riuscito a guadagnare troppo campo e ha approfittato di una inaspettata passività di Matteo e di un pubblico – molto indisciplinato nel finale, per essere gentili – per la maggior parte in suo favore.
Matteo è il primo tennista italiano di sempre a raggiungere la semifinale all’Open d’Australia. È la sua terza semifinale Major, dopo US Open ’19 e Wimbledon ’21. Ora è il tennista azzurro con più semifinali Slam nell’Era Open alla pari di Adriano Panatta: all-time è dietro solo a Pietrangeli che ne ha giocate 5. È la nona semifinale Slam italiana dell’Era Open. Dopo Cecchinato al Roland Garros ’18, Matteo ha firmato le ultime tre. Ora sfiderà Rafa Nadal, così come era accaduto dopo aver battuto La Monf al quinto allo US Open 2019: allora perse tre set a zero avendo set point nel primo set. E tra qualche ora Jannik Sinner potrà aggiungere il suo nome in tutte queste statistiche!
LA PARTITA – Come nelle ultime tre partite, Matteo non ha avuto un ingresso in partita dei più leggeri. Sia Alcaraz, che Carreno e Monfils hanno vinto agevolmente il primo game e anche il primo punto del game di risposta, comandando lo scambio. Ma in tutti i casi Berrettini ha contenuto senza troppi problemi il primo attacco. L’ottima attitudine del nostro numero 1 si vede anche da questi piccoli dettagli. Poi un errore di dritto e un doppio fallo di Monfils hanno dato l’opportunità al nostro di piazzare il primo break dell’incontro sul 2-2. Momento in cui sicuramente la partita ha cambiato subito faccia, con La Monf meno propenso al gioco aggressivo a inizio scambio, un repentino cambio di atteggiamento che certifica la superiorità dell’azzurro.
Matteo ha però rischiato di riaprire un set perfettamente controllato. Nel decimo game, Monfils in un paio di occasioni è riuscito ad allungare lo scambio oltre i 10 tiri: è servito il quarto ace della partita al nostro per annullare la prima palla break concessa, poi con due punti ben gestiti in spinta è arrivato il set, 6-4 in 36 minuti. I numeri hanno confermato il netto vantaggio verde-bianco-rosso: 15 vincenti, solo 5 errori, 3 prime su 4 in campo e comando sia degli scambi corti (22-15) che in quelli medio-lunghi, sopra i 10 colpi (10-8).
La partita si è accesa a inizio secondo set e con più lotta in campo anche il pubblico ha iniziato a fare la sua parte. C’è una leggera, ma sensibile preferenza per Monfils, vuoi perché è andato sotto nel punteggio, anche da sfavorito, o perché il suo nome in Australia circola da molto più tempo rispetto a quello dell’azzurro. Sull’1-1 un altro doppio fallo battente bandiera francese, più un orrore a rete hanno ancora aperto possibilità di break a Berretto, ben salvate però. Ottima anche la risposta vincente di Matteo per guadagnarsi un a terza chance, ma Monfils è uscito bene dalla buca e sfruttando il momento positivo si è portato sul 15-40 in quello che sarebbe diventato il game più lungo del match – forse della settimana. Dritto vincente e serve&no-look-volley per annullarle, poi su un terzo break point è arrivato l’ace, ma per i successivi 15 minuti i due hanno dato spettacolo, in un unico gioco. Dopo 26 punti una volée a due mani di Berretto si è rivelata decisiva per chiudere finalmente il game. Sporcate qui le statistiche che vedevano una chiara differenza nella difesa della seconda (Matteo 82%, La Monf solo 1 punto su 2).
Per fortuna del nostro, Monfils nel settimo ha praticamente replicato il game del 2-2 del primo set, con doppio fallo ed errore di dritto. Stando così lontano dal campo, è bastato un dritto privo di angolazione da parte dell’azzurro per farlo steccare. 4-3 e servizio Matteo, con esultanza rabbiosa di Vincenzo Santopadre in tribuna. Ha chiuso poco più tardi un set sporco, dove la prima ha latitato (48%) e gli errori sono visibilmente aumentati (16 in un set), soprattutto a causa del game senza fine dove Gael, stando dietro la scritta ‘Melbourne’ gli offriva palle scomode da attaccare. Questo atteggiamento ha lasciato che fosse l’italiano a fare il brutto e il cattivo tempo.
Molto importante la fase iniziale del terzo set, dove la partita è cambiata. Matteo sembrava sul punto di piazzare la zampata decisiva sull’1-1. Dritto vincente, bellissimo rovescio slice vincente e poi è entrato in gioco il nastro: ha portato out il dritto di Monfils e poi ha lasciato passare i successivi due, consentendo al francese di salvare una palla break. Da questo momento in poi, sia per un calo in risposta di Berrettini, sia per un maggiore aiuto da parte del suo servizio, Monfils ha iniziato a tenere con sicurezza i suoi turni di battuta. Molto più efficace la prima di servizio del francese da qui in avanti (solo 2 punti persi in tutto il terzo set). I problemi seri però sono arrivati all’improvviso: auto-break di Berrettini nel sesto game, con il primo doppio fallo della partita. 6-3 Monfils, 2 ore e 25 totali.
È stata una grossa iniezione di fiducia il break inaspettato per Gael Monfils. Allo stesso tempo l’azzurro non è riuscito ad avere la stessa fluidità dei primi due set. Le gambe hanno iniziato ad appesantirsi e quando i piedi sono meno veloci del solito il colpo più vulnerabile di Berretto, il rovescio, ne risente. Monfils l’ha capito e ha iniziato a vincere i punti prolungati (sopra i cinque colpi, ma soprattutto quelli sopra i 9 colpi). 23 colpi vincenti di Monfils tra terzo e quarto set, 14 per Matteo, in chiara difficoltà anche con il servizio che troppo presto ha smesso di dargli il supporto necessario (intorno al 60% di prime in campo). L’azzurro ha salvato una palla break chiamando in causa proprio il servizio nel primo game del quarto (da 40-0). Sul 2-2 ha però subìto il break, mantenuto da Monfils fino al 5-3: con tanta energia in più il francese ha forzato il match al quinto set con un secondo break.
Berrettini poi è andato al bagno nella pausa. Ha provato a riordinare le idee. E al rientro in campo è riuscito a far girare la partita. Importantissimo il punto sul 30-30 del primo game, con al servizio il francese. Bellissimo lob di Berrettini, nulla da fare per il tweener di Monfils. Dopo aver salvato la palla break, il dritto ha abbandonato Gael e Matteo ha trovato un break preziosissimo. Qui i piedi di Matteo hanno iniziato ad andare più veloci e di conseguenza i suoi colpi hanno guadagnato forza. È stato più forte, l’italiano, anche di un gruppetto di spettatori demenziali, che per un paio di minuti hanno fatto fermare la partita, disturbando la partita e rifiutando di lasciare la Rod Laver Arena.
Il rovescio in back è stato usato alla perfezione, costringendo Monfils a piegarsi e a usare le poche energie rimaste dopo gli sforzi profusi per pareggiare. Un secondo break e un gran dritto in cross hanno portato Berretto sul 4-0. Da lì in poi, solo gestione, qualche sortita a rete con dei bei tocchi per prosciugare definitivamente Monfils e volare in semifinale. Non prima di aver salutato a suo modo il pubblico andando a salutare l’avversario: “Non vi sento, non vi sento”. Un’altra pagina di storia è stata scritta!
LE PAROLE A CALDO – Le parole di Berrettini in campo con l’intervistatore Sam Groth. “Incredibile, un’altra gran lotta con Gael. Tantissime emozioni. Nel terzo set pensavo di avere la partita in mano e mi sono ritrovato al quinto. Ma ho dato tutto e sono felicissimo”. Ancora: “Ho avuto delle palle break nel terzo set, ma non le ho sfruttate e poi la partita è girata”. Poi uno spettatore rumoreggia (non è certo la prima volta): “Ci sono tantissimi appassionati di tennis qui, ma alcuni spettatori non lo sono. Bisogna avere rispetto”, li riprende Matteo. Poi, su Sinner-Tsitsipas: “Sono amico di entrambi, ma ovviamente mi auguro vinca Jannik. Guarderò la partita”. Sulla serie Netflix che in questi giorni viene realizzata sull’Australian Open: “Sarà bello perchè la gente vedrà quello che devono fare i giocatori per arrivare a giocare su questi palcoscenici”.