Il giovane Dominic Stricker batte il giapponese Yoshihito Nishioka (n.123 ATP e terza testa di serie) col punteggio di 7-5 6-1 e si aggiudica il Challenger 80 di Cleveland (cemento indoor) in una finale meno combattuta di quanto non dica il punteggio. C’è stata infatti battaglia solo nel primo set in cui i servizi hanno dominato fino al 5-5 (con una sola palla break per parte), poi nel dodicesimo gioco Stricker trasforma il secondo dei due set point a disposizione. E la partita finisce praticamente in quel momento perché il giapponese non ha più la forza di organizzare una qualsivoglia resistenza e Stricker taglia facilmente il traguardo a braccia alzate.
È la seconda vittoria Challenger nella giovane carriera dello svizzero, dopo quella di Lugano nello scorso marzo. Il giovanotto, a dispetto di un fisico non particolarmente atletico, ha comunque confermato di sapersi ben destreggiare su tutte le superfici (ricordiamo che nel 2019 vinse il Roland Garros junior) e appare solido in tutte le fasi del gioco, pur non avendo nessun colpo veramente dominante. Tra l’altro ha dimostrato di imparare in fretta dai propri errori perché solo una settimana fa aveva perso nettamente (6-2 6-4), contro lo stesso avversario, la finale del Challenger di Columbus. Stricker, che curiosamente è nato il 16 agosto come Sinner, frantuma il proprio best ranking e sale alla posizione n.163. Ci stupiremmo di non vederlo a breve in top 100.
Il 26enne figlio del Sol Levante continua invece a galleggiare a cavallo dei primi cento, risalendo al n.108, piuttosto lontano comunque dalla posizione n.48 che aveva raggiunto esattamente due anni fa.
Thomas Fabbiano si ferma purtroppo in semifinale, proprio contro Nishioka che ha avuto la meglio col punteggio di 7-6(6) 6-3. Il tennista pugliese non riesce a mettere la ciliegina su un torneo che gli ha comunque portato grandi soddisfazioni: ricordiamo che era più di anno che non riusciva a mettere in fila tre vittorie consecutive. Probabilmente contro il giapponese è arrivato un po’ scarico, soprattutto da un punto di vista nervoso, ma ha comunque lottato con ogni energia, soprattutto nel primo set in cui si è deciso il match.
L’azzurro, rispondendo sul 5-6, è riuscito a riaprire l’incontro strappando il servizio all’avversario e raggiungendo il tie-break in cui ha avuto la sua grande occasione. Infatti sul 6-5 ha avuto sulla racchetta la palla per il set, ma purtroppo il suo diritto vincente veniva chiamato fuori dall’arbitro. Thomas protestava, secondo noi con ragione, ma, in mancanza del falco, non c’è stato ovviamente niente da fare. Di fatto la partita finiva lì perché all’azzurro mancava la forza di reagire.
Per Fabbiano rimane comunque un ottimo torneo che forse non cancellerà un anno di risultati molto deludenti, ma potrebbe essere il primo passo per cercare di dare una svolta a questa sua seconda parte di carriera.