Novak Djokovic torna a parlare e lo fa in una intervista rilasciata alla BBC che andrà in onda integralmente nella serata di martedì ma di cui sono state diffuse alcune intercettazioni: “Non sono un non vax, ma rinuncerei ai trofei piuttosto che essere costretto a vaccinarmi contro il Covid”, ha detto il 20 volte vincitore Slam all’emittente inglese, pronto a rinunciare a Roland Garros e Wimbledon: “Confermo che questo è il prezzo che sono disposto a pagare”.
Il giocatore serbo ha precisato così la sua posizione: “Non sono in assoluto contrario alle vaccinazioni: non escludo di vaccinarmi contro il Covid in futuro, e capisco che a livello globale, tutti stanno cercando di fare un grande sforzo per gestire questo virus e mettere, si spera, una parola fine a questa situazione. Ma ho sempre sostenuto la libertà di decidere cosa mettere nel proprio corpo. I principi del processo decisionale sul mio corpo sono più importanti di qualsiasi titolo o altro. Sto cercando di essere in sintonia con il mio corpo il più possibile. Sono attento al discorso del benessere, alla dieta, agli schemi di sonno”.
Sulla vicenda dell’annullamento del visto da parte del governo australiano, che gli ha impedito di difendere il titolo all’Australian Open 2022, Djokovic si è così espresso: “Non mi piace che si pensi che abbia fatto qualcosa per ottenere un test positivo e alla fine andare in Australia“, in riferimento alle indiscrezioni circa la veridicità del suo tampone positivo alla base della richiesta di esenzione medica avanzata. “C’è stato un errore di dichiarazione del visto che non è stato commesso deliberatamente. Ma il motivo per cui sono stato espulso dall’Australia è perché il ministro dell’Immigrazione ha usato la sua discrezione per annullare il mio visto in base alla sua percezione che avrei potuto creare un sentimento anti-vax nel paese o in città, cosa con cui non sono d’accordo. Ero triste e deluso dal modo in cui la vicenda è finita. Per me non è stato facile”. Intanto, nei prossimi giorni Djokovic tornerà in campo a Dubai per l’ATP 500 che inizierà lunedì 21 febbraio: negli Emirati non c’è l’obbligo di vaccino per partecipare al torneo e il serbo giocherà il suo primo torneo dell’anno con l’obiettivo di difendere la posizione di numero uno del mondo dagli assalti di Daniil Medvedev. Ma se il serbo confermasse il suo veto alla vaccinazione, l’avvicendamento sul trono del ranking ATP potrebbe essere solo questione di tempo.