La percezione del tempo che passa è un aspetto della sensibilità umana piuttosto soggettiva. È infatti passato un mese dall’ultimo 15 giocato da Matteo Berrettini, un punto che sancì il passaggio in finale di Rafael Nadal che da lì a qualche giorno, sarebbe diventato nuovamente campione degli Australian Open, cogliendo il successo numero 21 nelle prove degli Slam. A qualcuno potrà sembrare un tempo moderatamente lungo, per altri invece da quel famoso ultimo 15 (un rovescio che si spegne in rete) non è poi passato così tanto tempo. Percezioni, appunto. Nel frattempo in questo ultimo mese nella vita di Matteo alcune cose sono successe: lo abbiamo visto brillare nel suo perfetto abito griffato Hugo Boss (e chi sennò?!) sul palco di Sanremo, ne abbiamo apprezzato gli shooting fotografici nel deserto di Dubai, sempre per promuovere il suo nuovo sponsor tecnico, e (non) lo abbiamo visto anche allenarsi tanto. Non vi traggano in inganno gli impegni mondani o con gli sponsor; il focus di professionisti di così alto livello non permette deroghe o distrazioni dall’allenamento quotidiano, dal campo da tennis o dalla palestra. A distanza di un mese è dunque ora di tornare in campo per Matteo e per questa rentrée ha scelto il caldo di Rio de Janeiro e la terra rossa partecipando al secondo torneo 500 della stagione, il Rio Open appunto, dopo quello appena disputato a Rotterdam e vinto da Felix Auger-Aliassime. Per Matteo è la prima partecipazione di sempre al torneo brasiliano, scelto forse anche per ragioni affettive (Rio è la città della nonna materna Lucia, con la quale si è fatto ritrarre in alcune foto durante un giretto in barca pre-torneo).
IL PRIMO OSTACOLO – Il tennista romano, testa di serie numero uno del Rio Open, approfittando di un bye al primo turno accederà agli ottavi dove incontrerà o Thiago Monteiro o Sebastian Baez. Da qui in poi la questione potrebbe farsi piuttosto interessante visto che l’ipotetico quarto di finale, sempre restando in tema Australian Open, potrebbe vederlo opposto a Carlos Alcaraz, in una nuova esaltante sfida dopo quella a cui abbiamo tutti assistito al terzo turno del major australiano. Non solo Alcaraz a Rio. Tra i tennisti più attesi ci sono Casper Ruud, numero 2 del seeding, che in finale nell’Atp 250 a Buenos Aires la scorsa settimana ha superato Diego Schwartzman, che si presenta da numero 3. La quarta testa di serie è Pablo Carreno Busta, la quinta Cristian Garin, la sesta Lorenzo Sonego, la settima, appunto, Carlos Alcaraz, l’ottava Albert Ramos-Vinolas. Riposizionando però il focus sul presente, troviamo cosa buona e giusta analizzare il primo match, quello che lo potrebbe vedere opposto al padrone di casa Thiago Monteiro, numero 106 al mondo o all’argentino Sebastian Baez, che occupa il numero 72 del ranking mondiale e ultimo semifinalista alle ATP NextGen di Milano. Sia con il brasiliano che con il giovane argentino, Berrettini non ha nessun precedente segnando nel tabellino degli scontri diretti, chiunque vincesse la sfida al primo turno tra i due, una sfida inedita. Inedita sarà anche la superficie per Berrettini nel 2022: Monteiro ha già battezzato la superficie in questa stagione, giocando e perdendo al primo turno del torneo di Cordoba con lo spagnolo Pedro Martinez e giocando due turni a Buenos Aires settimana scorsa, rispettivamente con Albert Ramos (match vinto grazie ad un doppio 6-3) e Fernando Verdasco. Anche Baez arriverebbe alla sfida con Berrettini con una discreta esperienza sulla terra battuta in generale e, più nello specifico, su quella brasiliana avendo già affrontato due turni di qualificazione, battendo Nikola Milojevic e Yannick Hanfmann e accedendo così al tabellone principale.
GLI ALTRI ITALIANI – In conclusione non vogliamo dimenticare gli altri due portabandiera italiani presenti a Rio: faranno il loro esordio domani nella serata italiana sia Fabio Fognini, opposto all’argentino Facundo Bagnis, sia Lorenzo Sonego, che dopo la semifinale di Buenos Aires persa da Diego Schwartzman al terzo set, se la vedrà al primo turno, con Laslo Djere, in un match dal dolce sapore del ricordo di un pomeriggio cagliaritano e di un titolo vinto con tanto, tantissimo merito.