Reilly Opelka trionfa all’ATP 250 di Dallas (qui il racconto dal nostro inviato della finale vinta contro Brooksby), ma non può festeggiare appieno il proprio successo. Durante la premiazione del torneo statunitense, infatti, il gigante di casa si è presentato con indosso uno dei cappelli che abitualmente utilizza durante le partite. Senza saperlo, però, Opelka stava infrangendo il Codice di Condotta dell’ATP.
L’associazione tennistica ha poi provveduto a sanzionare il giocatore, che con un ironico post su Twitter ha mostrato la sanzione ricevuta. “Mr. Opelka ha scelto di tenere il proprio cappello durante la cerimonia di consegna del premio” si legge nella nota dell’ATP Supervisor. “Troppo bravi” ha commentato sarcastico lo statunitense.
A sostegno di Opelka è intervenuto il connazionale Andy Roddick. “Questa politica dell’ATP è dolorosamente stupida” ha commentato su Twitter l’ex n.1 al mondo, che nei commenti ha poi rincarato la dose: “Non sono mai stato multato neanche una volta per questo motivo. Non sapevo neanche fosse una regola” – ha scritto Roddick – “Forse è cambiata dopo che ho smesso di giocare, ma è veramente una stupida/inutile regola“. Un altro utente, però, risolve la questione pubblicando il regolamento ufficiale dell’ATP in merito, che dà torto ad Opelka. “Nessun cappello o bandana, con o senza logo, può essere indossato durante le cerimonie di premiazione” si legge.
Non è la prima volta che il ventiquattrenne statunitense viene sanzionato per un motivo simile. Era già capitato l’anno scorso agli US Open, quando nel match di primo turno contro Kwon, Reilly si presentò con una borsa rosa con sopra il logo di una galleria d’arte. La multa per Opelka fu in quel caso addirittura di diecimila dollari. Nessun problema di immagine questa volta, ma la linea dell’ATP resta la stessa. Un altro cappello della discordia potrebbe pensare qualcuno, visto che appena un mese fa lo stesso indumento era stato al centro di un simpatico siparietto. Agli Australian Open, Opelka era stato costretto a cambiare berretto dopo che un uccello ci aveva defecato sopra. Da quel momento in poi, il gigante statunitense aveva promesso di potarne sempre uno di riserva. Chissà, magari proprio lo stesso cappello che gli è costato la multa a Dallas.