Al Challenger di Forlì 4 (cemento indoor) Stefano Napolitano e Andrea Pellegrino sono gli unici azzurri che riescono a passare perlomeno un turno. Il piemontese piega d’autorità 6-1 6-4 il portoghese Gastao Elias (n.202 ATP e ottava testa di serie), mentre il tennista di Bisceglie prevale con facilità (6-1 6-3) sull’altro lusitano Joao Domingues (n.251 ATP). I nodi vengono purtroppo al pettine al turno successivo quando Pellegrino subisce la vendetta di quel Nuno Borges (l’ennesimo portoghese) che fu stella della Mississippi State University e che ora si sta faticosamente facendo strada tra i “grandi”. Tra l’altro con questo risultato dovrebbe già aver migliorato il proprio best ranking alla posizione n.179. Pellegrino negli ultimi mesi ci ha ormai abituati a questo continuo up and down e oggi si andava in discesa, cosa del resto inevitabile se nell’ora scarsa di gioco non riesci a procurarti nemmeno una palla break mentre perdi tre volte il servizio. Diverso il discorso per Stefano Napolitano che lotta con coraggio e assieme al francese Constant Lestienne (n.204 ATP) è protagonista di un incontro palpitante, con continui rovesciamenti di fronte. Intendiamoci, l’azzurro ha sbagliato parecchio e talvolta non è stato lucido nelle scelte, ma non si è mai arreso e soprattutto ha dato l’impressione di aver recuperato l’integrità fisica dopo oltre due anni d’inferno per l’operazione al gomito. In particolare dà l’impressione di aver ripreso confidenza con la tensione che accompagna i punti importanti e la sua palla ha ripreso a viaggiare veloce, molto veloce. Ma questa non è una novità.
MORONI, ARNALDI E GLI ALTRI – Subito fuori invece al primo turno tutti gli altri italiani, a partire da Jimbo Moroni che perde un match maratona contro il 27enne danese Mikael Torpegaard (n.268 ATP) col punteggio di 7-6(4) 2-6- 7/6(6). La durata dell’incontro (oltre tre ore) rende l’idea della durezza dello stesso che, ad onor del vero, ha sempre visto il tennista romano costretto ad inseguire. Come nel primo set quando sul 4-5 è riuscito a strappare il servizio all’avversario e a raggiungere il tie-break, o nel terzo parziale quando ha annullato ben quattro match point per rifugiarsi nuovamente nel tie-break, che purtroppo gli ha detto di nuovo male. L’azzurro ha iniziato il 2022 così così (sei vittorie e sei sconfitte), come fosse combattuto tra le incursioni al piano di sopra (qualificazioni agli AO e ATP 250 di Pune) e la realtà del circuito Challenger che è da sempre il suo terreno di caccia prediletto. Quel che è certo è che deve dare una sistemata al servizio perché oggi i sette break subiti, propiziati anche dai nove doppi falli, l’hanno sicuramente penalizzato. Eliminato al primo turno anche Matteo Arnaldi, cui manca sempre l’ultimo passettino per portare a casa il risultato. Contro l’esperto Constant Lestienne ha fatto la solita bella figura (6-2 5-7 6-2) ma è stato l’altro ad alzare le braccia al cielo. Matteo Gigante perde 6-4 3-6 6-1 contro il canadese Brayden Schnur (n.237 ATP) e forse ci si aspettava qualcosa di più. Anche se con lui il problema è che tutti, visto l’enorme talento, si aspettano sempre qualcosa di più. Discorso a parte merita Giulio Zeppieri che rientrava dopo mesi passati in infermeria a causa di un fastidioso problema alla caviglia. Quindi il 6-3 6-4 con cui l’ha liquidato il forte francese Gregoire Barrere (n.166 ATP) va valutato con ampio beneficio d’inventario.