Ernests Gulbis riparte da Bordighera. Il giocatore lettone ha avuto un netto calo delle prestazioni negli ultimi anni, che hanno anche significato un crollo del proprio ranking fino all’attuale posizione n. 241. Adesso, la decisione di affidarsi al Piatti Tennis Center per ritrovare quella via della continuità che troppo spesso gli è mancata ma che, al momento della sua massima espressione, l’ha portato fino al decimo posto in classifica nel 2014.
Proprio quell’anno Gulbis toccò una delle note più alte della carriera, con la semifinale raggiunta al Roland Garros e persa solo da Novak Djokovic, riuscendo comunque a strappargli un set. Il tennista di Riga, recentemente protagonista della nostra rubrica ‘Chi l’ha visto?’, ha vinto sei trofei a livello ATP (tutti sul veloce tranne quello di Nizza), ma da oltre tre anni è uscito dai primi 100 giocatori del mondo. Proprio il rientro in top-100 è uno degli obiettivi che si proporrà Gulbis insieme ai preparatori del Piatti Tennis Center di Bordighera. L’aspetto fisico, più che quello tecnico, sarà il primo punto da cui partire visto che numerosi infortuni (soprattutto alla schiena) hanno rallentato le ambizioni del lettone a partire proprio da quel magico 2014.
A 33 anni, dunque, Gulbis proverà a risalire la classifica e a migliorare dei risultati che recentemente l’hanno visto vincere tre partite consecutive in un torneo, al Challenger di Cherbourg (battendo sulla propria strada giocatori del calibro di Gilles Simon e Pierre-Hugues Herbert), cosa che non gli accadeva da oltre due anni. La scelta del lettone rappresenterà sicuramente una bella sfida anche per Riccardo Piatti, che potrà così concentrarsi su questa nuova avventura, dopo il recente “divorzio” da Jannik Sinner divenuto ufficiale nei giorni scorsi.
Provare a riportare in alto un giocatore dalle grandi possibilità, troppo spesso inespresse, ma capace di battere più volte in carriera i componenti dei Fab Four (ricordiamo anche la vittoria al 1000 di Montreal nel 2013 contro il fresco vincitore di Wimbledon Andy Murray) è certamente un compito alla portata dello staff di Piatti. L’allenatore dovrà però fare i conti anche con l’aspetto psicologico di Gulbis, spesso ricordato come un giocatore “genio e sregolatezza”, e anche per questo divertente da vedere ma discontinuo nelle prestazioni.