[1] C.Norrie b. [2] R.Opelka 7-6(1) 7-6(4)
Cameron Norrie porta a casa la prima finale, nella trentennale storia di questo torneo, che ha visto opporsi le prime due teste di serie del tabellone, oltre a divenire il giocatore con il ranking più alto ad averlo mai vinto. Dopo lo storico successo di Indian Wells, e le 52 vittorie della meravigliosa stagione 2021, torna ad alzare al cielo un trofeo, il terzo della sua carriera(dopo Los Cabos lo scorso luglio, e appunto Indian Wells, tutte vittorie sul cemento dunque) su 8 finali disputate. Ha la meglio, in due tie break (e questa è una sorpresa), di un Opelka mai veramente entrato in partita, che è riuscito a galleggiare grazie al suo servizio devastante, ma mai a mettere in difficoltà Norrie, che non ha concesso neanche una palla break in tutto il match, perdendo la miseria di 13 punti al servizio. Paga certamente, l’americano, la seconda finale consecutiva (dopo la vittoria di Dallas su Brooksby) e una semifinale sfiancante di 3 ore contro Millman. Dall’altra parte ringrazia Cameron Norrie, che si presenta dunque bene ai nastri di partenza dell’ATP 500 di Acapulco che inizierà domani, dove affronterà in un gran bel primo turno Carlos Alcaraz, che ha vinto quasi in contemporanea la finale di Rio de Janeiro contro Schwartzman.
IL MATCH- Com’era lecito aspettarsi, sin dalle prime battute la partita sembra procedere spedita sul binario dei servizi, specie quello di Opelka, che subito lo tiene a zero mettendo a referto 2 ace. Ma già nel terzo game si iniziano a sentire i primi scricchiolii, con l’americano che regala, causa un attacco della rete poco meditato e non ben fatto, la prima palla break a Norrie, poi annullata con un ace. Da parte sua l’inglese appare invece molto tranquillo, sempre solido da fondo campo, e particolarmente incisivo con il dritto, colpo sintomo della sua efficienza, che sembra essere premiata nel settimo gioco, all’arrivo di altre due palle break: ma ancora una volta Opelka ricorre alla sua arma più potente, aprendo il campo per chiudere con lo smash e poi con un ace. Si procede più o meno di questo passo, con tanti errori e tanti ace o servizi vincenti di Opelka, e niente di eccezionale ma quanto basta da parte di Norrie (che sprecherà un’altra palla break, 0/5 a fine partita) per giungere alla giusta conclusione: il tie break, pane quotidiano di Opelka, che nella pratica è come se non si fosse giocato, con il britannico che perde solo un punto (una prima vincente) e gli ultimi due quasi gettati al vento dall’americano per apparente fretta di chiudere, con una brutta smorzata affondata in rete a campo aperto e un dritto da fondo fuori di metri.
All’inizio del secondo set, dopo aver chiesto anche un medical time out per problemi alla spalla, Opelka appare totalmente uscito dalla partita, scivolando sullo 0-30 nel secondo game (dopo il primo agevolmente tenuto da Norrie), ma riuscendo con uno scatto di orgoglio a risalire, e a tenere il servizio. Da quel punto in poi il secondo parziale si fa più simile a ciò che si era visto nel primo, con l’americano inizialmente un po’ troppo arrendevole in risposta, fino al quinto game, l’unico tra quelli che vedevano al servizio Norrie giunto ai vantaggi, dove effettivamente alza il livello del proprio gioco. La prima (e unica) chance del set di rompere l’equilibrio arriva nell’ottavo game, con un errore di Opelka in uscita dal servizio, a cui prontamente mette una pezza con il diciottesimo ace della sua partita (chiuderà con 25). I 4 game successivi sembrano semplicemente le banali battute di un film dal finale scontato: l’ennesimo tie break, ormai parte integrante delle partite di Reilly Opelka. Vi arriva, quest’ultimo, apparentemente più spigliato e coraggioso, con la fase appena precedente molto in spinta e un aumento della qualità di gioco a rete, una delle pecche più grandi per quasi tutto il match. Dall’altra parte Norrie arriva però con percentuali da capogiro al servizio e con il dritto in stato di grazia, una vera e propria sentenza questa sera; la sliding door finale del match sarà un passante di dritto in corsa di Opelka sul 4-4 nel tie break (che avrebbe sancito il mini break) uscito per meno di un capello. Gli ultimi due punti se li prende di voglia e di forza Norrie, con una gran volée di rovescio e forzando all’errore Opelka.
Vince meritatamente dunque, in un’ora e 49 minuti, il numero 13 del mondo, uno dei volti nuovi del circuito, voglioso di arrivare sempre più in alto nell’élite del tennis mondiale; applausi in ogni caso anche per Reilly Opelka, alla terza finale stagionale e seconda consecutiva, con tante maratone giocate e vinte, che esce a testa alta anche da Delray Beach.