Il mondo del tennis unito contro la guerra. É questo il messaggio di pace arrivato nelle ultime ore da parte di diversi esponenti di questo sport, russi, ucraini e non solo. Insomma, da cittadini del mondo. Lo scorso 24 febbraio, con l’attacco alla capitale Kiev, la Russia di Vladimir Putin ha lanciato un’operazione militare senza precedenti mirata all’invasione del territorio ucraino.
Un affronto alla pace mondiale, oltre che europea, che non può lasciare indifferenti. Nessuno escluso, in particolar modo personaggi che muovono l’opinione pubblica come i tennisti e più in generale gli sportivi. E così, il nuovo n. 1 del mondo, un russo, Daniil Medvedev, mette da parte le considerazioni su quello che accade nel rettangolo da gioco per concentrarsi su cose al momento più rilevanti. “In questa fase capiremo che il tennis a volte non è così importante” – ha dichiarato il moscovita nella conferenza dopo il match di quarti vinto ad Acapulco – “Come tennisti noi promuoviamo la pace il tutto il mondo. Sono stato in tanti Paesi diversi fin da quando ero juniores e non è facile per me sentire tutte queste notizie. Io sono per la pace“.
Medvedev ha poi voluto ricordare come, nella finale di doppio giocata lo scorso weekend a Marsiglia, sia stata proprio una coppia formata da un russo e un ucraino a trionfare (Andrey Rublev e Denys Molchanov): “É stato fantastico, perché le persone hanno bisogno di stare insieme“. Proprio uno dei protagonisti della finale, Rublev (campione anche in singolo), ha dichiarato dopo la vittoria di ieri ai quarti del 500 di Dubai: “In questi momenti la mia partita non conta, quello che sta succedendo è terribile. Capisci quanto sia importante la pace nel mondo, e rispettarsi gli uni con gli altri, non importa chi siamo, ed essere uniti. Dobbiamo avere cura della Terra e del nostro prossimo. In queste ore molti mi hanno attaccato su internet solo perché sono russo, ma anche se mi tirano pietre io voglio mostrare che sono per la pace“.
Medvedev-Nadal sarà una delle semifinali del 500 di Acapulco ma, in questo momento, lo spagnolo preferisce rivolgere i propri pensieri a ciò che sta succedendo in Ucraina: “È una notizia devastante e incomprensibile” – ha dichiarato Nadal al termine del match vinto contro Paul – “Posso esprimere la mia opinione come cittadino, non come tennista. Non voglio parlare di chi incolpare, quale sia il problema o no, ma qualunque sia a questo punto e nel secolo in cui siamo, mi sembra incredibile che ci siano le guerre. Mi sfugge il motivo in ogni modo. Non riesco a capirlo. Spero che finisca il prima possibile, che possano esserci il minor numero possibile di persone colpite, il minor numero di perdite possibili, che finisca ora“.
In quanto “vittime” dirette dell’attacco da parte delle forze russe, non potevano mancare i messaggi da parte dei tennisti ucraini. E così, è forte la presa di posizione di Marta Kostyuk, diciannove anni e n. 54 del ranking, che su Instagram scrive: “L’Ucraina ha la propria storia, la propria cultura, la propria lingua. Non è parte della Russia, non lo è mai stata e non lo sarà mai”. Un messaggio, poche parole ma dirette, arrivano da Elina Svitolina (n. 15 WTA) che, dopo aver cambiato l’immagine dei propri profili social in favore di una mano con la bandiera ucraina, scrive: “I can’t“. Non posso.
Messaggi di pace, ma anche politici, arrivano poi dall’ex tennista ucraino Alexander Dolgopolov e dal giocatore di Kiev Sergiy Stakhovsky, entrambi ritirati. “Tutto il mondo libero deve sapere che ora soltanto l’Ucraina si frappone tra loro ed un regime folle!” – scrive su Twitter Dolgopolov – “Europa, Stati Uniti, Gran Bretagna e tutti gli altri, si facciano avanti. Abbiamo bisogno di aiuto“. Un messaggio di allarme non solo per ciò che sta accadendo in questo momento, ma anche per quello che potrebbe succedere in futuro, come sottolineato anche da Stakhovsky sempre su Twitter: “Vorrei incoraggiare tutti i miei amici nel mondo a fare pressione sui vostri governi, convincendoli a sostenere l’Ucraina con tutti i mezzi necessari. Per cacciare fuori dai loro paesi tutti i diplomatici e gli oligarchi russi. Se l’Ucraina cadrà, l’Europa sarà la prossima.“.
I primi passi concreti arrivano anche nel circuito Challenger dove è stato annullato il torneo in programma dalla prossima settimana a Mosca. Questo il messaggio ufficiale: “A causa delle preoccupazioni per la sicurezza dei giocatori e dell’incertezza relativa ai viaggi internazionali a seguito della recente escalation degli eventi tra Russia e Ucraina, il torneo ATP Challenger della prossima settimana a Mosca non si svolgerà come programmato“