Arrivano continuamente immagini strazianti dall’Ucraina, dove l’esercito russo ha iniziato un’operazione militare nella notte del 24 febbraio. Il popolo ucraino sta subendo in queste ore le conseguenze di una vera e propria invasione. Le immagini che arrivano da Kiev e da tutte le altre zone attaccate riportano la paura e lo sconforto negli occhi dei cittadini. È arrivata anche la testimonianza di una tennista, Dayana Yastremska, attualmente numero 120 dal ranking WTA, classe 2000. Il giorno in cui lo scontro a fuoco è cominciato, aveva annunciato sul suo profilo Instagram di non voler lasciare il suo Paese per stare con i familiari, nonostante incombano gli impegni dell’agenda di un’atleta professionista come lei.
Yastremska è nativa di Odessa, città che si affaccia sul Mar Nero e che soprattutto per la sua posizione strategica sta subendo violenti attacchi da parte dell’esercito russo. Nella giornata di venerdì Dayana ha pubblicato su Instagram un aggiornamento: “Dopo aver passato due notti nel parcheggio sotterraneo, i miei genitori hanno deciso a tutti i costi di mandare me e mia sorella più piccola fuori dall’Ucraina” scrive sotto una foto in cui abbraccia la sorella. “Amo il mio Paese! Ucraini, prendetevi cura della vostra vita!”. Ha poi allegato i video dell’addio ai genitori. Ora entrambe sono arrivate in Francia.
Una connazionale di Yastremska, Lesia Tsurenko, ha invece fatto sentire la sua voce da lontano. Al momento la 32enne, residente a Kiev, si trova in Messico, ancora a Guadalajara dove ha perso al primo turno (si è ritirata nel secondo set contro Potapova). Tsurenko è stata contattata da L’Equipe, da Quentin Moynet per la precisione, il quale scrive che all’inizio la tennista era quasi spaventata dalla sua richiesta di poter fare un’intervista. Dopo essersi assicurata che stesse effettivamente parlando con un giornalista (“non posso fidarmi di te” avrebbe detto a Moynet), si è tranquillizzata e ha accettato di rispondere alle domande.
“Quando giovedì mi sono svegliata ho visto che ricevevo molti messaggi – ha raccontato -. Non capivo cosa stesse succedendo. Poi ho visto le notizie. Ho subito chiamato, sconvolta, la mia famiglia per saperne di più”. Come dimostra anche la storia di Yastremska (e centinaia di migliaia di cittadini ucraini in questo momento) essere lontani dai propri cari mentre nel cielo del proprio Paese viaggiano missili ed esplodono bombe è tra le peggiori esperienze per un essere umano. “Mi sento malissimo. Sono preoccupata per il mio Paese, per la mia famiglia e per i miei amici. Molti fuggono dalle grandi città temendo i bombardamenti notturni o si rifugiano nelle metropolitane. Le autostrade sono affollate e ci sono ingorghi ovunque”.
La paura è tanta oltre che per i suoi cari, anche per quello che sarà il suo destino: “La paura più grande è non poter più tornare in Ucraina. Vivo lì a Kiev e non ho mai vissuto in un altro Paese. Non avrei mai pensato che potesse succedere tutto questo. Oggi il tennis mi sembra una cosa ridicola, ma devo continuare a giocare per dare sostegno alla mia famiglia, soprattutto in caso la guerra durasse a lungo. È tutto ciò che posso fare, il mio lavoro. Spero che questa intervista possa aiutare le persone a capire la situazione“.
Tsurenko è rimasta delusa dalla risposta del mondo del tennis al conflitto scatenato dall’attacco dei russi. Come raccontato, l’ITF ha cancellato i tornei in Russia a tempo indeterminato, ma non ci sono state tante altre prese di posizione (soprattutto, per ora, nessuna da parte di ATP e WTA). I messaggi messi più in risalto sono quelli del futuro numero 1 maschile Medvedev, che si è detto contrario al conflitto, e quello di Andrey Rublev, che ha scritto “Niente guerra per favore” sulla telecamera dopo aver raggiunto la finale a Dubai. Si tratta in entrambi i casi di giocatori russi, un segnale comunque importante. “Non vedo molte reazioni dal mondo del tennis – conclude la tennista ucraina -. Non capisco perché. Mi piacerebbe vederle e spero che tanti giocatori si oppongano a questa guerra, postando messaggi sui social dove hanno molti follower. Così più persone si renderebbero conto che la situazione è catastrofica. È una vera guerra”.