[4] P. Martinez b. [7] S. Baez 4-6 6-4 6-4
Al secondo tentativo, Pedro Martinez mette le mani sul suo primo titolo ATP rimontando Sebastian Baez nella finale del Chile Dove Men+Care Open di Santiago. Diventa così il quarto tennista del 2022 a sollevare il suo primo trofeo, dopo Kokkinakis (Adelaide), Bublik (Montpellier) e Auger-Aliassime (Rotterdam). Pedro ci aveva già provato un anno fa a Kitzbuhel, ma non era stato che uno dei tanti a frapporsi invano tra Casper Ruud e il jackpot dello swing terricolo estivo. Da favorito-non-troppo contro una new entry del circuito maggiore dopo i sei successi dello scorso anno a livello Challenger, Martinez è riuscito a recuperare un set e un break di svantaggio, proprio come nella semifinale del giorno prima contro il giocatore di casa Alejandro Tabilo; d’altra parte, “lotto sempre fino alla fine e ciò può darti delle opportunità” ha detto il vincitore. Senza dover anche fare i conti con lo stadio schierato per l’avversario, il ventiquattrenne di Alzira è stato in grado di tirare fuori qualcosa in più dalla metà del secondo parziale, assicurandosi la sfida dopo due ore e 48 minuti. Tanto è durata la finale, giusto per non deludere chi si aspettava un incontro lottato sul filo dell’equilibrio, anche se l’ovvia differenza di partecipazione del pubblico rispetto alla semifinale con un cileno in campo poteva dare una minor percezione della garra.
IL MATCH – Baez è alla sua prima finale ATP e parte sicuro e centrato come se nulla fosse, ma Pedro si riprende subito dallo sbandamento iniziale e recupera il break. Sebastian è rapidissimo e sfodera anche una mano non banale – spettacolare quando unisce le due cose raggiungendo un drop shot –, ma sono soprattutto la pesantezza dei suoi colpi e alcune smorzate letali a fare la differenza a suo favore per l’esito del primo set.
Allunga anche nel secondo, il ventunenne di Baires, ma si inguaia con una volée sbagliata e Martinez mette a segno il contro-break immediato per il 3 pari. Il ventiquattrenne valenciano non si limita più a palleggiare aspettando l’errore di Baez (piano vanificato dal momento che il palleggio si conclude più spesso con l’altro che cerca e conquista il punto), ma ci mette qualcosa di suo oltre alle immancabili smorzate – suo marchio di fabbrica –, come una maggior ricerca di aperture di campo con il dritto, accelerazioni e serve&volley a sorpresa, il tutto sotto gli occhi di Gerard Granollers che lo segue da un paio di mesi. Il nuovo piano dà i suoi frutti e si va al terzo.
L’argentino concede alcuni errori di troppo con il dritto, ma salva la palla dello 0-2 punendo il tentativo di contro-smorzata spagnolo. Pedro cerca con successo di mettere tante prime in campo perché sulla seconda vince davvero pochi punti; d’altronde, se Baez vuole ripercorrere le orme di Schwartzman, la strada è quella. Al sesto gioco, un troppo conservativo Martinez rispondendo sul 15-40 non commette lo stesso errore al punto successivo e tenta la fuga definitiva. Non riesce però a consolidare perché si ritrova subito a dover salvare tre palle break consecutive alle quali ha contribuito con un prevedibile doppio fallo, l’ottavo; buona la terza per Sebastian che approfitta di un lungolinea frettoloso in corridoio dopo il servizio. Pochissimi minuti e Baez pareggia, per poi ritrovarsi a servire per restare nel match. Il suo iniziale errore di dritto dà fiducia a Pedro che spinge procurandosi due match point, entrambi annullati dagli impavidi vincenti argentini. Rimane però nel game e un recupero correndo in avanti questa volta largo di Sebastian gli dà la terza la chance, trasformata difendendo un punto da quindici colpi comandato dall’avversario che però fallisce seppur di poco il dritto: Martinez è il nuovo campione e mette un piede nella top 50. Best ranking anche per Baez al 62° posto.