Con un occhio rivolto sempre verso la questione Ucraina, anche il mondo del tennis prosegue le sue attività e questo weekend ci saranno le sfide di Coppa Davis, con l’Italia impegnata contro la Slovacchia. La nazionale azzurra è già arrivata a Bratislava, dove il 4-5 marzo si giocheranno gli incontri, e Filippo Volandri ha parlato alla stampa. “I ragazzi si stanno allenando in un clima di grande serenità e con la giusta intensità e concentrazione“ ha esordito il capitano azzurro. I match si svolgeranno nella NTC Arena (veloce indoor) lo stesso campo sul quale la squadra di Tibor Toth lo scorso settembre ha superato il Cile nei play-off per la promozione. “La superficie del campo è in linea con quelle utilizzate nel tour ATP, né troppo veloce, né troppo lenta, Ci stiamo adattando senza problemi particolari e saremo pronti per venerdì”. Come si vede anche in questo video di allenamento di Lorenzo Sonego.
Era inevitabile che il discorso non volgesse anche al principale tema di attualità, nei confronti del quale il tennis si trova coinvolto sotto molteplici sfaccettature (in particolare la tennista ucraina Svitolina è stata convinta a giocare il suo match contro la russa Potapova, mentre la federazione ucraina chiede alla ITF l’espulsione di quella russa e bielorussa). “Nel momento storico che stiamo vivendo con la guerra in Ucraina viene difficile parlare di tennis, giocare – ha aggiunto il capitano azzurro -. Ma è il nostro lavoro e dobbiamo farlo. Anche noi però daremo un segnale forte contro la guerra. Magari sarà solo una goccia nell’oceano ma ognuno di noi deve fare la sua parte. Cosa faremo? Lo vedrete venerdì…”. Segnaliamo al riguardo anche questa iniziativa proposta dal Direttore Scanagatta proprio per il week-end di Coppa Davis.
La scelta del capitano Volandri – forzata anche dagli infortuni di Berrettini e Fognini – è ricaduta su Jannik Sinner (n.11 ATP), Lorenzo Sonego (n.21 ATP), Lorenzo Musetti (n.57 ATP), Stefano Travaglia (n.111 ATP) e Simone Bolelli (n.21 ATP in doppio). Mentre il collega Tibor Toth ha deciso di affidarsi ad Alex Molcan (n.66 ATP), Norbert Gombos (n.110 ATP), Filip Horansky (n.203 ATP), Filip Polasek (n.13 ATP in doppio) ed Igor Zelenay (n.145 in doppio). Sull’assenza di Fabio si è espresso così Volandri: “E’ una brutta perdita ma grazie a dio in Italia abbiamo un sacco di ottimi giocatori e possiamo sostituirlo”. Mentre queste le parole sulla squadra avversaria: “Ho osservato i giocatori slovacchi durante gli scorsi tornei, a partire dall’Australia e li conosco bene. Soprattutto Gombos. Non ho smesso di giocare troppo tempo fa per questo conosco alcuni di questi giocatori. Nel nostro team ci sono anche validi preparatori che si informano e mi danno molti consigli sugli avversari”.
Da segnalare che come ‘sesto uomo’ in veste di sparring partner, Volandri ha convocato per la prima volta il 19enne Flavio Cobolli, al suo best ranking n.178 del mondo. “Quando mi è stata proposta ho accettato perché ho capito che c’è grande considerazione da parte di Volandri e della Federazione. Deve essere bravo Flavio, adesso, a carpire tutto ciò che di buono si può trarre da una esperienza di questo tipo, dall’ambiente agli allenamenti” ha commentato il papà Stefano, anche allenatore del ragazzo, a SuperTennis.
Per la prima volta in carriera quest’anno Cobolli ha giocato le qualificazioni in uno Slam – merito delle oltre 600 posizioni scalate nel 2021 – perdendo a Melbourne nel turno decisivo contro Etcheverry. “Questo gli ha dato molta consapevolezza e convinzione nei propri mezzi” ha spiegato ancora il padre. “Quello che ho notato è stata una normale emozione nel giocare sia il match di primo turno che quello decisivo per l’approdo al main draw. La tensione, in questi casi, è la cosa più naturale del mondo. Bene o male i protagonisti del tabellone cadetto li aveva affrontati tutto lo scorso anno nei tornei challenger, sapendo di potersela giocare alla pari con molti di loro. Nel momento in cui ha percepito che il tabellone principale era davvero lì, ad un passo, è stato un po’ frenato dall’aspetto emotivo”. Il futuro comunque promette bene, e non bisogna farsi ingannare dalle apparenze. “So che in un paio di circostanze lo hanno scambiato per uno junior, soprattutto dal punto di vista fisico, questo lo ha fatto un po’ arrabbiare o rosicare, come diciamo a Roma. Al momento è al limite tra un under 18 e un giocatore “grande”, dobbiamo lavorarci aspettando anche che il tempo faccia il suo corso”.