L’invasione russa dell’Ucraina sta cominciando a far sentire la sua terribile eco anche nel mondo dello sport e, mentre gli organi di governo cercano di adottare provvedimenti di vario genere, i singoli atleti cercano di dare il loro contributo, come possono e come meglio credono. C’è chi come Sergy Stakhovsky si è arruolato come riservista per difendere il proprio Paese (col sostegno di Djokovic) e chi magari offre ospitalità a coloro che vogliono lasciare l’Ucraina. Qualche giorno fa il tennista ucraino Ilya Marchenko e l’australiana Daria Saville (Gavrilova, ora coniugata con il collega Luke Saville) hanno rilanciato l’appello della madre di Marija Hlahola, una tennista junior ucraina, che chiedeva se ci fosse qualcuno/a disposto/a a ospitare gratuitamente sua figlia in un’accademia.
“Sono la madre di Marija Hlahola, una tennista junior dell’Ucraina. La Russia ha messo in atto un attacco non provocato e premeditato contro l’Ucraina, uno stato sovrano e democratico. Le bombe e i missili stanno colpendo le nostre case, uccidendo la nostra gente e distruggendo le nostre vite. La mia città natale come altre città è sotto una costante pioggia di bombardamenti. Tanti edifici e strutture sono distrutte. Vorrei chiedere gentilmente circa la possibilità di ottenere temporaneamente ospitalità gratuita per mia figlia e altri tennisti junior ucraini in una qualsiasi accademia. Vi prego aiutateci a salvare i nostri figli. Iryna Hlahola”.
Alla richiesta disperata di Iryna, ha risposto su Twitter nientemeno che Kim Clijsters, la quale ha spalancato le porte della propria accademia a tutti i giovani tennisti e le giovani tenniste che dovessero averne bisogno: “Possono venire nella mia città natale in Belgio, dove si trova la mia accademia!”.
DENUNCIA DI LYS – Non tutti e tutte però stanno mostrando lo stesso grado di sensibilità al problema. La ventenne Eva Lys (n. 311), giocatrice di nazionalità tedesca, ma nata in Ucraina, ha rivelato che molte giocatrici russe, incontrate durante un torneo ITF in Kazakistan, si sono prese gioco delle persone coinvolte e colpite dal conflitto. “Molte giocatrici russe che sono qui mostrano mancanza di rispetto per coloro che sono stati colpiti dalla guerra in Ucraina. Ci ridono e ci scherzano. Alcune indossano tute con i colori della nazionale russa“, ha dichiarato nel corso di un’intervista a Eurosport, mentre al quotidiano tedesco Bild ha fatto sapere di non aver ricevuto grande supporto nella sua scelta di indossare i colori nazionali ucraini, il giallo e il blu. “Nessuno ha detto niente sui miei outfit, ma potevo sentire gli sguardi. L’aria era molto pesante.”
Ad ogni modo, Lys non ritiene opportuno escludere tutti gli atleti e le atlete russi/e dalle competizioni. “I professionisti del tennis non rappresentano un paese allo stesso modo delle squadre nazionali. Penso che sia giusto bandire le squadre russe per inviare un messaggio chiaro, così come penso che sia giusto eliminare bandiere e altri riferimenti alla Russia nel tennis, ma lasciare che i singoli professionisti giochino”.
BANDIERE SOCIAL – Proprio a proposito della questione bandiere, nomi e quant’altro, è stato recentemente notato il fatto che sia Daniil Medvedev, fresco della conquista del numero uno del ranking, sia Karen Khachanov hanno rimosso la bandiera russa delle bio dei loro profili social. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa RIA Novosti, una fonte anonima vicina all’ATP avrebbe dichiarato che la scelta sarebbe stata dettata dal fatto che i divieti relativi alle bandiere si estendono anche ai social media: “Medvedev e Khachanov hanno rimosso la bandiera russa dai loro account sotto minaccia di essere esclusi dal circuito“.
Tale interpretazione è stata proposta anche dal presidente della federazione russa di tennis, Shamil Tarpischev: “Non ho ancora parlato con Daniil, ma ora ci sono queste sanzioni. Il CIO vieta l’uso della nostra bandiera russa, anche sui social, quindi si tratta di una misura necessaria”. Tuttavia non si hanno conferme ufficiali e né Medvedev né Khachanov si sono ad oggi espressi sulla questione.