Danill Medvedev non è arrivato al primo posto della classifica in età “matura” come Murray, ma non è nemmeno più un ragazzino come quando Federer e Nadal ci riuscirono per la prima volta: dieci giorni fa aveva compiuto da pochissimo 26 anni. Il russo esplode nell’estate del 2019, dopo essere entrato in pianta stabile nella top 20 nell’autunno dell’anno precedente (grazie ai titoli vinti all’ATP 250 di Winston Salem e all’ATP 500 di Tokyo, che gli consentono un gran balzo). Nell’estate di tre anni fa Daniil sul cemento nord-americano fa capire di che pasta sia fatto: dopo aver perso con Kyrgios lafinale dell’ATP 500 di Washington perde solo da Nadal le finali del Masters 1000 di Montreal e degli Us Open (in 5 set) ma vince le restanti 25 partite che gli portano i titoli di San Pietroburgo e dei due Masters 1000 di Cincinnati e San Pietroburgo. A quel punto, crolla esausto al termine della stagione e perde al primo turno di Bercy e tutte le partite del Round Robin delle Finals. Dall’agosto 2019 Daniil è ormai in pianta stabile tra i primi 5 del ranking e già da marzo dello scorso anno sale al numero 2 (grazie alla vittoria delle ATP Finals e alla finale agli Australian Open nel 2021, persa in maniera netta contro Djokovic). Tuttavia, sull’erba e sulla terra rossa non riesce a raccogliere buoni risultati: sino ad oggi a Wimbledon non è mai andato oltre gli ottavi, mentre al Roland Garros lo scorso giugno arriva ai quarti, un traguardo inaspettato, in quanto Medvedev ci giunge venendo da una sola partita vinta sul rosso tra Barcellona 2019 e l’inizio dell’edizione dello Slam parigino dello scorso anno). Daniil, soprattutto, per puntare con vere credenziali al primo posto della classifica, manca l’appuntamento con la prima vittoria di un Major (l’unico a essere stato primo nel ranking ATP senza aver vinto Slam è stato Marcelo Rios nel 1998, quando ci è riuscito per un totale di 6 settimane). Daniil sfata il tabù a New York lo scorso settembre: nel corso della finale agli US Open surclassa un Djokovic roso psicofisicamente dalla tensione di diventare il primo tennista nell’era Open a vincere quattro Slam nel corso dello stesso anno solare. Dopo quel successo così importante Daniil è decisivo nella vittoria da parte della Russia della sua terza Coppa Davis, imponendosi in tutti e cinque i singolari giocati. Tuttavia Medvedev non vince più titoli nei sei tornei del circuito ai quali ha partecipato successivamente al trionfo newyorkese.
Ora che è numero 1 al mondo e tutti gli occhi del circuito saranno puntati su di lui la grande curiosità è quella di capire come Daniil sarà in grado di gestire la pressione data da un ruolo così importante, reso ancor di più tale dai nomi così importanti che lo hanno preceduto in tale posizione.Di certo, sebbene -a prescindere dalla presenza nel torneo di Djokovic- rischi di perdere il primo posto nel caso non faccia bene a Indian Wells, le prospettive quantomeno sino a fine luglio sembrano essere rosee per il russo, in particolar modo se si confrontano le sue cambiali di punti con quelle degli antagonisti. Daniil deve difenderne 1740, a differenza dei 5575 di Djokovic (che ora ne ha già 150 in meno del russo), Zverev nei prossimi cinque mesi ha una dote di punti da confermare di 2905 punti (ed è indietro di 1100); Nadal ne ha 3220 da difendere (e ha un distacco da Medevedev di 2100). Ancora più difficile, infine, la rincorsa al numero 1 di Tsitsipas: da qui a luglio il greco, quinto in classifica a 2290 punti da Daniil, ne ha ben 4085 in scadenza.