F. Fognini b. P. Andujar 3-6 6-3 6-4
Era il rientro nel circuito dopo la stellare prestazione di Rio de Janeiro (semifinale in singolare, con annessa precedente impresa su Carreno, e vittoria in doppio) per Fabio Fognini, che in realtà ha sorpreso tornando a calcare i campi già qui in California. Torneo dove, va detto, non ha mai avuto particolare feeling, e il cui miglior risultato ottenuto è un quarto turno risalente ormai al 2014. D’altra parte, l’avversario odierno non era certamente proibitivo: Pablo Andujar, numero 69 ATP, un regolarista che ha cuore e gambe, ma non certo un braccio paragonabile a quello di Fabio, tra i più dolci del circuito. I precedenti, pur essendo tutti sulla terra battuta (dove tra l’altro Fognini ha ottenuto il successo più grande della sua carriera), erano 5-1 per Fabio, e sempre in match poco equilibrati. Insomma, tutto sembrava apparecchiato per un comodo 6-3 6-4, ma le cose sono andate in maniera leggermente diversa.
Il match- la partita inizia nel migliore dei modi per Fognini, con break regalato da Andujar, avanti 40-0 nel game di apertura per poi concedere il rientro all’avversario con due doppi falli, e poi subendo la superiorità di Fabio. Canta il rovescio dell’ex numero 9 al mondo, che deve subito annullare una palla break ricorrendo al servizio e mostrando anche qualche folata in avanzamento; sembra in controllo su entrambi i lati del campo, ma soprattutto tranquillo con sé stesso. Ma nel quinto game c’è la sliding door del primo parziale: 4 chance di doppio break per Fognini, con due risposte giocate quasi di svogliatezza che le vanno a sprecare, e lo spagnolo di forza e di coraggio completa l’opera. Pesano le occasioni sprecate, e così subito dopo aver salvato capra e cavoli, Andujar riesce a recuperare il break alla terza occasione del game, con un Fognini troppo discontinuo che spreca facili colpi per continuare a condurre; in seguito si issa 0-30 per subire 4 punti di fila di prepotenza dallo spagnolo, che osa sempre più e appare rientrato. Il copione tattico di Fognini dovrebbe essere di variare più possibile e alzare il ritmo, uscendo dal fondo del campo e mettendola sulla tecnica e sul braccio, piani in cui è nettamente in vantaggio. Ma completa l’opera riuscendo anche a far passare in vantaggio Andujar il nostro, ormai completamente in balia degli eventi e(come spesso capita) di sè stesso e dei suoi errori, l’ultimo dei quali arriva sull’ultima spiaggia del set, una palla break nel game successivo non sfruttata, che porterà Andujar a chiudere 6-3 , con lo spagnolo ormai in possesso del match, che attacca anche. Un set da Giano bifronte per Fognini: brillante all’inizio, scandaloso dopo le tre palle break non sfruttate.
Ma il secondo parziale inizia benissimo per il taggiasco, come il primo, che si scrolla di dosso qualche fantasma e rimorso: break causato da un lob perfetto su un attacco un po’ così e uno slice velenoso che manda quasi fuori campo Andujar per poi infilarlo sul rovescio lungolinea. Break confermato poi a 15, mostrando ancora sprazzi di tennis da far impallidire, con il copione sempre più chiaro e ora rispettato: deve alzare giusto un po’ il livello per contenere lo spagnolo. Ma Fabio rischia di ricadere nella trappola, pensando ancora a quel 3-1 0-40, e va sotto 15-40 nel quinto game apparendo svogliato, fermo; due palle break di fila da annullare, alle quali sopravvive; scambio durissimo sul 40-40, caccia due dritti pazzeschi dal cilindro e si avvia a consolidare il break. L’obiettivo diventa continuare così tranquillo e dimenticare il primo set. Si lascia palesemente un po’ andare sul game al servizio dello spagnolo, concentrandosi sulla sua battuta; sembra non iniziare benissimo, poi il braccio entra sulla scena di prepotenza, specie dal lato destro, e chiude a 30 per un errore di ambizione issandosi sul 5-2, a un game dal pareggiare il match. Chiude in 36 minuti Fognini, che nel secondo set salvo qualche raro errore e mini blackout ha dominato l’avversario, con un gioco spumeggiante e tutto nelle sue mani; due doppi falli in apertura di nono game, che danno il brivido, poi inizia a giocare e chiude 6-3. Apparentemente sconfitti i fantasmi del primo, ora non resta che chiudere la pratica.
Il terzo set nei fatti è quello in cui mai c’è stato realmente dubbio su chi lo avrebbe portato a casa, nonostante il break si faccia un po’ attendere. Vanno via 3 game rapidi, con Andujar che ora osa sempre di più e attacca anche tanto la rete, con un solo punto su 8 inizialmente perso al servizio, concedendo poco e niente ad un Fognini che appare di nuovo spento. Dovrebbe fare qualcosa in più, giusto il minimo, così da levare un po’ di coraggio allo spagnolo. E pian piano inizia a lavorare, finchè non ottiene il massimo risultato, ciò che sperava: nel quinto game arriva il break che sa tanto di inesorabile. risalendo da 40-15 con i primi veri blackout di Andujar, una macchina di regolarità fino ad allora, che colleziona errori in serie e omaggia il break a Fabio, che ora deve amministrarlo tranquillamente. E in effetti, proprio come servirebbe al nostro, arrivano due game velocissimi, con Fognini che tiene il servizio in poco più di un minuto, e anche Andujar che cerca di giocare le ultime carte per rientrare in partita. Ma ormai il braccio di Fabio comanda il campo, inesorabile sul dritto, sensibile a rete e chirurgico sul rovescio; le gambe e la continuità di Andujar non possono assolutamente nulla. Fognini chiude al secondo match point sul servizio dell’avversario, spingendo il più possibile come un forsennato e forzando vari errori che gli regalano il secondo turno. Il suo avversario sarà il vicecampione in carica Nikoloz Basilashvili, tds n.18 e che qui l’anno scorso si impose nei quarti su Stefanos Tsitsipas nel percorso verso la finale. Un avversario certo ostico, ma se Fognini gioca come oggi, eliminando i blackout, può fare strada in questo torneo.
Contemporaneamente alla vittoria di Fognini, da segnalare anche il match giocato sul campo 9, dove Benjamin Bonzi ha sconfitto il connazionale e amico Arthur Rinderknech con il punteggio di 6-3 7-5. Sarà l’avversario di Lorenzo Sonego, testa di serie numero 21 e all’esordio assoluto nel torneo. L’azzurro deve riscattare una deludente prestazione in Coppa Davis, e quale migliore palcoscenico del “Quinto Slam”, contro un ottimo mestierante come Bonzi, giocatore da challenger e con neanche 20 partite tra i professionisti. Il tricolore può sperare in una settimana di notorietà qui in California.