Non le manda a dire sulla guerra russo-ucraina la tennista di Kiev Marta Kostyuk, che ha vinto per 6-7(7), 7-6(6), 7-5 una partita carica di emozioni e significati con la belga Maryna Zanevska, nativa di Odessa ma che gioca per il Belgio dal 2016. Al termine della partita Kostyuk, la cui presenza ad Indian Wells era a rischio, ha parlato all’agenzia AFP della sua partita. “Onestamente, nell’attuale stato mentale in cui mi trovo, è stato molto difficile andare in campo. Non sapevo cosa aspettarmi da me stessa, non sapevo cosa aspettarmi dal mio corpo. […] Lei stava giocando un tennis fantastico, fantastico. Il mio obiettivo principale era combattere e ho combattuto. […] Il mio lavoro è giocare a tennis e questo è il modo più grande in cui posso aiutare nella situazione attuale”.
Le dichiarazioni che fanno più rumore di Kostyuk sono però quelle sulle sue colleghe russe, fortemente criticate per il loro solo apparente supporto all’Ucraina e per Kostyuk interessate soltanto alle ripercussioni economiche delle sanzioni sui propri conti bancari. “Mi fa male. Mi fa solo male. Mi fa male ogni volta che vengo lì. Mi fa male vedere tutti questi giocatori (russi). Non posso dire nulla sui giocatori bielorussi perché in realtà non ne fanno parte. Sanno di essere vittime in questo. Tutti loro, stanno cercando di essere gentili. Ma vedere i giocatori ad Indian Wells mi fa davvero male, e vedere l’unico problema che hanno è non riuscire a trasferire i soldi e le loro cose… ecco di cosa parlano. Questo è inaccettabile per me”.
Per la tennista ucraina quindi le dichiarazioni generiche contro la guerra dei tennisti russi sono solo facciata, e non sono vere critiche contro il regime di Mosca che in questo momento sta mettendo a ferro e fuoco l’Ucraina. “Quello che sta succedendo non è un segreto. Non devi essere coinvolto in politica per sapere cosa sta succedendo, per sapere chi ha invaso chi, chi sta bombardando chi. È molto semplice e facile e non puoi essere neutrale in questo, per me, ‘niente guerra’ significa molte cose. Sai che possiamo fermare la guerra arrendendoci. […] Per me queste affermazioni non hanno significato. Non ha senso, non ha sostanza. “Nessuna guerra” per me significa che l’Ucraina si arrende […] Combattiamo e combattiamo, e queste affermazioni di “niente guerra” mi feriscono. Mi hanno ferito perché non hanno sostanza“.