[17]R.Opelka b. L.Musetti 6-1 6-4 (da Indian Wells, il nostro inviato)

La consolazione, per il nostro talento Lorenzo Musetti, è che di Reilly Opelka ce n’è solo uno. Giocatore atipico, a tratti straordinario (nel senso etimologico del termine), quando entra, come dicono da queste parti, “in the zone“, diventa letteralmente ingiocabile.
Servizio assurdo, costantemente sopra i 225 kmh, dritto che spacca la palla, volée precise, mobilità sorprendente data la stazza (2 metri e 10 per oltre 100 chili). Un momento di distrazione, condito da un paio di doppi falli, costa a Musetti un break nel quarto game, mentre Opelka continua a picchiare come un ossesso, e soprattutto non sbaglia quasi nulla. Cacciato indietro a sei metri dalla riga di fondo – e non si tratta di un errore tattico qui, attenzione, a volte è l’avversario che ti sbatte lontano a pallate – Lorenzo non riesce a entrare efficacemente negli scambi, cede ancora la battuta, e in meno di mezz’ora è 6-1 per lo statunitense.
Il secondo set appare lievemente più equilibrato solo nel punteggio, perchè in campo la musica non cambia affatto. Il break per Reilly arriva nel quinto game, e viene tranquillamente conservato fino al 6-4 finale senza correre il minimo rischio. Le statistiche sono chiare: 10 punti in tutto è il misero bottino ottenuto in risposta nell’intero match da Musetti, che arriva a 40 solo in un’occasione.
“Non la sento, non la sento per niente!“, grida Lorenzo, comprensibilmente frustrato. Un paio di immagini possono aiutare a capire cosa stava affrontando l’azzurro oggi: guardate da che altezza stratosferica è capace di martellare giù il servizio Opelka, penso non serva dire altro.


Per Musetti, si comincia a pensare a Miami fra 10 giorni, per Reilly ci sarà il vincente fra Davidovich Fokina e Shapovalov.
