Dal suo insediamento nel 1° gennaio 2020 come chairman dell’ATP, Andrea Gaudenzi ha dovuto affrontare diverse difficoltà a cominciare dalla pandemia che ha stravolto calendari e ranking. La gestione dell’italiano, tuttavia, non è stata esente da critiche sotto vari aspetti, dai litigi con Pospisil e la PTPA, le uscite infelici sul circuito Challenger e dai giovani atleti, come Rune, che a causa del ranking congelato hanno avuto molte difficoltà a scalare la classifica.
Tra i principali detrattori dell’ATP e del suo capo non si può non citare Reilly Opelka, che non ha mai lesinato critiche all’organizzazione dei giocatori. Il numero uno statunitense prima dell’inizio del torneo di Indian Wells intervistato da tennis.com ha sparato a zero su Gaudenzi e sul conflitto d’interessi presente nell’organizzazione.
“Oggi nel circuito, non puoi monetizzare il talento e il tempo è limitato – esordisce il gigante statunitense. “Voglio dire, guardate Andrey Rublev, per esempio. Rublev avrà 24, 25, 26 anni una volta sola nella sua vita e mi dispiace molto per lui. Quello che ha fatto l’anno scorso è stato impressionante ed è facile per le persone dire che è stato fortunato e che sta facendo un sacco di soldi. Quello che fa Rublev è tutt’altro che normale. Sta lavorando a un livello che non ho mai visto prima e lo rispetto moltissimo. So che ha avuto dei momenti di difficoltà, ma vedo cosa fa. Sei, sette ore di allenamento. Lavora in palestra e colpisce la palla tutto il giorno. Mi sento male al pensiero che non sia ricompensato come dovrebbe essere. Dovrebbe guadagnare milioni e milioni. Dovrebbe guadagnare più di quello che ha, ha lavorato duro (worked his ass of, il termine usato da Opelka) per questo.”
A rendere più amara la critica di Opelka arriva il paragone con altri sport: “Penso davvero che sia un peccato. Voglio dire, la MLB (Major League di Baseball) si è fermata per [un aumento di] percentuali molto inferiori rispetto a noi. Ma non mi piace affatto la politica, mi piace giocare a tennis. Non voglio dovermi lamentare di questo”
La tensione tra Opelka e l’establishment del tennis ha trovato terreno fertile nel mondo dei social. Un esempio il botta e risposta su Twitter con Daniel Vallverdu: “Danny Vallverdu ha risposto ad un mio tweet ma non so se avesse i fatti chiari. Ha commentato che la politica sui conflitti di interesse è stata approvata la scorsa settimana. Tuttavia, se leggete l’e-mail che abbiamo ricevuto, dice che tale politica si applica al di sopra di una certa soglia. Questa descrizione è molto ambigua.“
Opelka entra nel dettaglio evidenziando le distorsioni del sistema: “Qual è esattamente la soglia? Permette ancora a persone come Gavin Forbes, Charles Smith, Herwig Straka, agenti, allenatori (come lo stesso Vallverdu), di essere persino un membro del consiglio (ATP Board, ndr)? Recentemente Danny si è candidato a un posto nel consiglio di amministrazione, pur essendo un membro del Player Council. Sapete come funziona il processo di voto. Il Player Council, in realtà, vota i membri del consiglio, quindi è comico. È nella natura umana fare ciò che è meglio per te stesso e ottenere il massimo possibile per te stesso, ma come può il sistema consentirlo? Non sto incolpando Danny per essersi votato come membro del consiglio o altro, ma non dovrebbe trovarsi nella posizione di poterlo fare.”
E dopo le critiche al sistema, arriva l’attacco diretto al Chairman ATP: “Penso che Andrea Gaudenzi debba dimettersi dalla sua posizione. Penso che abbiamo bisogno di una nuova leadership. Voglio dire, non lo intendo in senso negativo. Non ho nulla di personale contro di loro. Penso che siano dei bravi ragazzi. Massimo [Calvelli, amministratore delegato ATP, ndr] è un bravo ragazzo. Ma non ho proprio capito. Perché cerchiamo persone che erano già nel tennis? Senza offesa per Massimo, ma non si passa dall’essere un rappresentante Nike con l’incarico di inviare pacchi o ricevere le giuste scarpe da terra battuta per Rublev, all’essere CEO di uno dei più grandi sport a livello mondiale. Questo non succede in nessun altro sport.“
“E non sto solo criticando Massimo, dissi lo stesso di Chris Kermode – aggiunge il “servebot” – Era un allenatore [e poi dirigente del torneo] al Queen’s Club [circolo che si trova nei pressi della sede ATP di Londra, ndr]. Come si passa dall’essere un allenatore all’essere CEO di uno dei più grandi sport mondiali del mondo, in un momento in cui hai i tre più grandi giocatori di tutti i tempi in attività?
Per Opelka il cambiamento dovrebbe partire dall’inserire figure esterne al mondo del tennis: “Penso che dovremmo scegliere un visionario. Prendi il braccio destro di Adam Silver (commissioner della NBA), o prendi un ragazzo che ha lavorato al fianco di un Adam Silver o un altro CEO che ha avuto molto successo, e poi scommetti su di lui perché il nostro sport è fallito.”
Un esempio lampante del malfunzionamento del circuito, secondo Opelka è rappresentato dal recente torneo di Acapulco: “Voglio dire, se c’è così tanta trasparenza e tutto va bene, allora perché cinque dei sei migliori giocatori del mondo hanno giocato ad Acapulco, in Messico, in uno stadio nuovo di zecca, senza limitazioni alla vendita dei biglietti ed il montepremi era ancora inferiore a quello del 2019? Hanno registrato il tutto esaurito ogni singola notte e gli sponsor sono i medesimi. Hai in tabellone Rafael Nadal, hai Stefanos Tsitsipas, hai [Alexander] Zverev, hai un campo di partecipanti d’élite. Semplicemente non ha senso. Perché stiamo andando indietro?”.
Opelka critica pesantemente le modalità organizzative dell’ATP: ”L’associazione si comporta come un circolo chiuso. Basta guardare i membri del consiglio. È un club. Qual è l’esperienza di Danny Valverdu come direttore di torneo? Nessuna. E quando un nuovo evento ATP entra in calendario (San Diego Open, 2021), un membro del Player Council, Danny Valverdu, diventa il direttore del torneo. Non ha esperienza come direttore di un torneo, nessuna. Perché lo ottiene? Solo perché fa parte del club. E penso che tutto ciò debba cambiare, la cultura debba cambiare. Vorrei coinvolgere qualcuno che non fa parte del mondo del tennis. Perché quando trovi qualcuno che è vicino al nostro ambiente, allora è abituato a questo, al fatto che l’ATP è un disastro. Si tratta di un circo da ormai troppo tempo. Tutti i principali sport mondiali stanno andando alla grande ad eccezione del tennis, e penso che la colpa sia solo della leadership.”