[6]M.Berrettini b. [30]L.Harris 6-4 7-5 (da Indian Wells, il nostro inviato)
Un match come quello di oggi, tra Matteo Berrettini e il sudafricano Lloyd Harris, risulta talmente essenziale da poter essere raccontato analizzando non più di due o tre game, descrivendolo come un problema matematico
L’equazione Harris è fatta di servizio sopra i 200 kmh, gran dritto, buon rovescio, ottima mobilità nonostante l’altezza. L’equazione Berrettini è nettamente superiore con l’elemento servizio e l’elemento dritto, inferiore di poco con rovescio e mobilità, e di conseguenza produce un risultato complessivo di livello più alto, ben rappresentato dalla classifica ATP (6 contro 32).
Questi fattori tecnici si sono combinati in modo prevedibile durante il primo set, che ha visto un piano tattico brutale ed efficace messo in campo da entrambi i tennisti: servizi potentissimi, spesso vincenti, e nel caso qualcosa ritornasse indietro, bordate di dritto dall’altra parte a finire il punto. Sul 4-4, però, un paio di incertezze alla battuta del simpatico Lloyd hanno portato a un break per Matteo (bravo a concretizzare l’unica occasione vista nel parziale, per entrambi), che dato l’andamento del punteggio, non ha potuto che trasformarsi in un set incamerato per 6-4 dall’italiano pochi minuti dopo.
Nel secondo set, che stava procedendo sulla falsariga del primo, purtroppo per Berrettini un paio di elementi dell’equazione di gioco immaginata prima lo hanno tradito: un doppio fallo, un errore di dritto, e un bel passante di Harris hanno mandato il sudafricano in vantaggio 3-1, vantaggio conservato fino al 5-2 senza patemi. Al servizio per rimanere nel parziale, Matteo sbaglia ancora e si ritrova sotto 15-40, ad affrontare due set point: e da questo momento, la partita cambia totalmente. Annullati alla grande i set point col servizio, Berrettini ha poi saputo inserire in modo prepotente, e indifendibile per Lloyd, un elemento nuovo nel suo gioco, ossia un grandissimo rovescio, sia in manovra che in contrattacco.
Harris è uno che se può attacca volentieri, ovviamente scegliendo il lato sinistro di Matteo, ma gli sono ritornati ripetutamente indietro degli slice spinti, veloci, bassissimi e incrociati che lo hanno letteralmente mandato ai matti. Sul 5-3, Berrettini ha messo la ciliegina sulla torta del suo bellissimo “backhand day” brekkando con un altro paio di rasoiate esaltanti col taglio indietro, e un gran passante bimane in corsa, dopo aver annullato un terzo set point con un pallonetto che sorprende l’avversario. In tribuna stampa, ci si chiedeva “ma è Matteo o è Zverev?“, mentre nel frattempo l’azzurro si divertiva pure a piazzare gli slice incrociati corti “alla Federer”, e il malcapitato Lloyd non ci capiva più nulla. Il 7-5 finale per Berrettini, insieme a tanti meritati applausi del campo 2, arrivava poco dopo: per Matteo ora ci sarà Kekmanovic negli ottavi di finale, nessun precedente fra i due.