M. Kecmanovic b. B. De Zandschulp 7-6(3) 7-5
Una giornata meno ventosa rispetto alle precedenti e dove il sole del deserto californiano picchia molto forte, fa da cornice al primo match in programma nel Day 7 del BNP Paribas Open sullo Stadium 3 dell’Indian Wells Tennis Garden. In campo ci sono il serbo Miomir Kecmanovic, che nel turno precedente ha superato Marin Cilic in rimonta al tie-break del terzo set, e l’olandese Botic Van De Zandschulp che invece ha ottenuto il secondo scalpo più importante della carriera nei sedicesimi di finale. Il N.47 ATP ha, infatti, avuto la meglio della tds.n.9 Auger-Aliassime 7-6(4) (4)6-7 6-3 dopo più di tre ore di battaglia, per lui si è trattata della seconda vittoria contro un top ten dopo quella dello scorso anno nell’ATP 250 di San Pietroburgo con l’allora N.6 Rublev. L’incontro è stato contraddistinto dalla grande solidità e costanza al servizio dell’ex N.38 del mondo, che salvo il contro-break subito sul 4-4 – dovuto maggiormente all’atteggiamento iper aggressivo dell’avversario che ad un suo effettivo deficit – ha fornito una prestazione in battuta priva di sbavature (il n.5 di Serbia ha messo a referto 7 ace, il 60% di prime in campo e il 78% di punti vinti; ma il vero dato differenziale dell’incontro è stata la trasformazione con la seconda dove l’ex n.1 junior ha raccolto un eccezionale 83%-21/25 e il n.1 dei Paesi bassi solo il 53%) con addirittura ben sei turni di servizio portati a casa senza concedere neanche un punto alla ribattuta. Botic, dal canto suo nonostante abbia concesso di più al servizio, è riuscito a portare la contesa al tie-break senza offrire palle break; lì però ha dimostrato di non essere ordinato mentalmente nella scelta delle soluzioni tecniche da attuare, non sfruttando al meglio il suo maggiore bagaglio di alternative di gioco rispetto all’avversario. Nel secondo set poi dopo aver subito il primo break, il tennista orange ha chiesto l’intervento del fisioterapista, mostrando delle evidenti difficoltà fisiche dovute sicuramente all’impegno profuso nell’incontro precedente. A quel punto ha iniziato a tirare a tutta, non potendo più contare su una mobilità accettabile e questo gli ha permesso quantomeno di recuperare il break di svantaggio, prima di spegnersi definitivamente. Il punteggio finale dice 7-6(3) 7-5 in un’ora e quarantuno minuti per Miomir. Così sarà l’ex N.1 juniores ad affrontare Matteo Berrettini in ottavi, in quello che sarà il loro primo confronto diretto, e vorrà sicuramente continuare il suo percorso per centrare i secondi quarti di finale in California dopo quelli del 2019 (che tra l’altro furono anche i suoi primi nel tour). Per Kecmanovic l’incontro con Berrettini sarà la sesta partita contro un tennista italiano nel 2022 e potremmo definirlo la bestia nera dei nostri colori; visto che il bilancio è molto netto con 5 vittorie e 0 sconfitte (ATP 250 Sydney 6-2 6-3 a Travaglia; Australian Open, primo turno 6-4 6-2 6-1 a Caruso, terzo turno 6-4 6-7 6-2 7-5 a Sonego; ATP 500 Rio De Janeiro 7-5 6-4 a Sonego; ATP 250 Santiago 7-5 6-1 a Cecchinato). Chi meglio del nostro numero 1 per invertire la rotta.
IL MATCH- L’inizio dell’incontro è totalmente a due facce. Il serbo non concede neanche un punto al servizio nei primi due game alla battuta; mentre l’olandese, nonostante impatti con due ace consecutivi nel primo turno di servizio è successivamente costretto ai vantaggi dalla maggiore pesantezza di palla dell’avversario, che riesce a sprigionare delle velocità non indifferenti quando ha la possibilità di avere degli appoggi ben stabili. Sul 2-1 per il N.61 del mondo ancora difficoltà per Botic, va avanti nuovamente 30-0; ma poi dopo aver eseguito due vincenti dal lato destro (che gli avevano procurato il vantaggio), proprio con il dritto s’inceppa. Il N.47 ATP fa scendere troppo la palla e commette due gratuiti. A quel punto si aggrappa al fondamentale d’inizio gioco; prima vincente seguita da un’ottima seconda al corpo con chiusura del punto attraverso un puntuale dritto a sventaglio. La chiave del match sembrerebbe rappresentata, almeno in questo avvio di gara, da chi riuscirà ad avere la meglio sulla diagonale sinistra dove entrambi dispongono di un fondamentale molto solido e piatto; mentre sull’altra direttrice è palese il vantaggio del serbo a causa del fatto che il colpo del tennista orange rimbalzi molto più alto e permetta dunque un’entrata più comoda degli attacchi di Miomir. Il classe 1995 dei Paesi Bassi, si trova sotto anche nel sesto game: ace e doppio fallo; seguiti da un brutto rovescio incrociato. Ma alla fine riesce a non rimanere impantanato nelle sabbie mobili di questo gioco grazie alla combinazione servizio e dritto anomalo. Con il quinto ace certifica l’aggancio sul 3-3. I servizi continuano ad essere molto consistenti e addirittura nell’ottavo game per la prima volta anche il n.1 d’Olanda si concede un turno di battuta tranquillo, portato a casa a 15. La sensazione, inoltre che giunge dal campo 3 dell‘Indian Wells Tennis Garden, è che i fondamentali di Kecmanovic siano molto più meccanici a differenza di quelli di Van De Zandschulp che mostra molta più fluidità e naturalezza nelle proprie movenze. E quando i colpi costruiti del nativo di Belgrado non vengono preparati a dovere con la ricerca di palla necessaria e il posizionamento degli arti inferiori più consono inevitabilmente vengono fuori più unforced. Ed è proprio ciò che accade nell’ottavo gioco dove Miomir è costretto ad affrontare i primi scricchiolii al servizio. Complice anche qualche seconda di troppo, per la prima volta offre qualche regalino; ma ritrovando la prima non soffre ulteriormente. Il tennista dei Paesi Bassi, invece dopo un servizio che aveva mostrato qualche crepa ad inizio sfida, con l’andare avanti dell’incontro ha reso ermetica la propria battuta e ha cominciato anche a far vedere qualcosa di diverso oltre al semplice braccio di ferro da fondo – come per esempio drop-shot e lob – dimostrando di possedere delle frecce in più nel proprio arco rispetto all’avversario che invece può contare solo sulle armi della regolarità e costanza delle sue “legnate”. Questo equilibrio non può che portare al tie-break come epilogo del primo parziale. L’assoluto protagonista, almeno nelle prime fasi, del gioco decisivo è il dritto. Prima Botic commette due gratuiti, poi sempre dalla parte destra tira fuori un drittone anomalo vincente dal grado di difficoltà indicibile; riprendendosi così il mini-break immediatamente. Ma il serbo si porta di nuovo avanti 3-2, a causa di una sconclusionata smorzata del top 50, con la differenza che questa volta rispetto al vantaggio maturato sul 1-1, conferma il mini-break e tiene anche il successivo servizio. Sul 6-3, Botic si consegna definitivamente con un attacco di dritto troppo corto; si salva inizialmente a rete con la prima volée ma poi il secondo passante del serbo è quello buono. La solidità del tennista di Belgrado si è dimostrata superiore nei momenti decisivi rispetto alle maggiori soluzioni tecniche a disposizione del N.44 del ranking – non sempre utilizzate nella situazione di gioco più corretta e in alcuni casi abusate.
La trama della seconda frazione rimane sugli stessi binari della prima; con il serbo che continua nella sua performance aulica al servizio e l’olandese che com’ era successo già nelle fasi primordiali dell’incontro rischia di compromettere in apertura il parziale. Si salva rimontando dal 15-30 nel primo game; ma nel terzo dopo l’illusorio recupero sempre dal 15-30, ai vantaggi cade alla prima palla break del match. Prima Kecmanovic si esibisce in un grandioso passante di rovescio incrociato (e siamo sicuri che l’abbia imparato dal suo connazionale della racchetta più famoso) e poi Van De Zandschulp completa la frittata con un dritto in corridoio. 2-1 Serbia. A questo punto Botic richiede il MTO, arriva il fisio che li attua un trattamento al mignolo del piede destro a causa di un piccolo taglio. Kecmanovic non fa sconti, non si fa distrarre dalla pausa e conferma lo strappo agevolmente a 0. Il nativo di Veenendaal, dopo il break subito mostra di essere abbastanza giù di morale e abbattuto psicologicamente; inoltre sembra avere qualche problema fisico in più rispetto ad un semplice taglio al piede, visto come appare provato: imballato sulle gambe, poco reattivo. Di conseguenza inizia a strappare tanto il movimento con il dritto incorrendo in diversi non forzati. Nonostante si affidi a serve and volley alquanto sconsiderati, grazie anche a qualche aiutino dell’ex N.38 delle classifiche riesce a rimanere in scia. L’ olandese però dà la sensazione di non averne più e se si considera questa versione di Kecmanovic al servizio; è veramente dura per lui strappargli la battuta, per recuperare lo svantaggio. La sua tattica adesso, dopo le difficoltà fisiche, è molto chiara; spingere a tuta e sperare che ne rimangano più dentro che fuori. Miomir però, inizialmente, non si fa irretire da questo cambio di strategia dell’avversario e continuando a servire in modo celestiale, sale 4-2 con il quarto game al servizio della sua partita tenuto a 0. Il N.61 non riesce però, a dare la spallata definitiva all’incontro, a causa di poca consistenza nelle risposte. Questa mancanza di killer instinct gli si ritorcerà contro. Infatti con il settimo ace Botic accorcia sul 3-4 ed in seguito il piano tattico modificato in corso d’opera inizia a dare anche i suoi frutti in ribattuta. Nel gioco successivo le pesanti fiondate da fondo gli permettono di contro-breakkare alla seconda chance , dopo che sulla prima il serbo si era salvato con una grande stop-volley. Botic rinfrancato dal break e dall’aver rimesso in sesto il set, si porta addirittura avanti sul 5-4 ponendo fine al game con una bellissima smorzata di dritto. Il serbo adesso ha bisogno di ritrovare consistenza; perché a causa del nuovo atteggiamento dell’avversario, dopo il MTO, ha forzato di più incappando in un numero di errori superiore quelli che sono i canoni del suo gioco, però nonostante ciò sta continuando a non concedere neanche le briciole in battuta. Nel decimo gioco in cui serve per rimanere nella frazione, con grandissima autorità (ancora a 0) allunga il set. Nel game successivo, riavvicinandosi maggiormente alla linea di fondo, torna ad essere efficace con i colpi da fondo; e un dritto in avanzamento scarico che finisce a metà rete del tennista orange certifica lo 0-40. Sulle prime due è perfetto l’olandese: ace e attacco in controtempo con ottima copertura della rete con la volée di rovescio. Ma sulla terza opportunità, Miomir gioca il miglior punto della partita. Risponde benissimo con il rovescio lungolinea su una grande prima in kick di Botic, che comunque riesce in recupero con il back a giocare una palla dall’altra parte molto bassa e insidiosa; sulla quale però il serbo si supera arrivandoci ed eseguendo un super vincente con lo strettino di dritto. Per la seconda volta nel set Kecmanovic è avanti di un break e servirà per gli ottavi di finale dopo il cambio di campo. Vince il game a 0, trasformando il match point con la combinazione servizio-dritto.
GLI ALTRI QUALIFICATI AGLI OTTAVI– Accede agli ottavi di finale della parte bassa del tabellone del Masters 1000 d’Indian Wells 2022, oltre a Berrettini e Kecmanovic, anche l’australiano Alex De Minaur (N.31 ATP); che ha battuto lo statunitense Tommy Paul (N.39 ATP) – autore dell’eliminazione della tds.n.3 Sascha Zverev nel turno precedente – con lo score di 7-6(2) 6-4 in un’ora e cinquantuno minuti di gioco. Come sottolinea il risultato, l’incontro è stato piuttosto equilibrato; nel primo parziale i due protagonisti si sono strappati il servizio a vicenda nel sesto e nel settimo game (prima break di Alex e poi contro-break di Tommy) dopo che sul 1-1 il tennista aussie aveva dimostrato tutta la sua tenacia vincendo un turno di battuta maratona (annullando 5 palle break in un game da 21 punti). A quel punto senza ulteriori patemi per chi serviva si è giunti al tie-break; dove però c’è stato un assolo di Demon. Il n.1 d’Australia, si è infatti portato rapidamente 6-0; chiudendo al terzo set ball. Nella seconda frazione il primo a rischiare in battuta è stato, invece, il giocatore a stelle e strisce; offrendo due possibilità di break nel terzo gioco. Scampato il pericolo, Tommy si è poi nuovamente trovato in difficoltà nel settimo game; qui il break per il nativo di Sydney si è concretizzato, permettendogli di piazzare così la zampata definitiva. Le statistice più significative dell’incontro riguardano la percentuale di punti vinti con la seconda: il 74% di De Minaur contro il 66% di Paul; ma soprattutto la freddezza nei momenti chiave della partita del demone australiano che fa registrare un irreale 86% nel salvataggio dei break point (6/7) contro il 71% dell’avversario. Ad attenderlo nel quartultimo atto del torneo ci sarà un altro americano; Taylor Fritz (N.20 ATP); 4-1 i precedenti per l’australiano, con l’ultimo che però ha visto trionfare lo statunitense. Il 24enne di San Diego ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per sbarazzarsi dello spagnolo Jaume Munar (N.99 ATP), ottenendo il pass per gli ottavi dopo più di due ore e quaranta di match con il punteggio di 6-4 2-6 7-6(2). Il semifinalista della scorsa edizione ha rischiato fortemente di vedersi scippare la prima frazione, concedendo e annullando ben 7 palle break nel set, (una nel game inaugurale e le altre sei tutte nel settimo game; gioco fiume da 23 punti) nonostante ciò ha dimostrato di essere più cinico dell’iberico breakkando sul 5-4 quando Jaume serviva per rimanere nel parziale. Il secondo set, invece ha visto un andamento totalmente opposto con il padrone di casa non cogliere due chance di break sul 1-1 e subire l’allungo dell’avversario nel game successivo. Munar ha poi messo in cassaforte la frazione, trovando il doppio-break nel settimo gioco. Il set decisivo si è rivelato un’autentica altalena di emozioni (3 palle break per il N.99 e 4 per il californiano), con Fritz che prima è volato 3-1, salvo poi subire un parziale da tre giochi di Munar. Una sfida così equilibrata, non poteva che regalare come capitolo finale delle proprie gesta un deciding game; il quale però si è rivelato senza storia in favore del n.2 degli Stati Uniti. Da evidenziale gli 11 ace nel match del nord-americano.