[7] A.Rublev b. [33] G.Dimitrov 7-5 6-2
“Verrà la morte, e avrà i tuoi occhi“, versi sempiterni di Cesare Pavese, che si potrebbero tranquillamente applicare(con le dovute proporzioni) ai ritmi da extraterrestre di Andrey Rublev, oltre alle bordate che accompagnano ogni sua presenza in campo, seguite dal rumore sordo, di terremoto, quando impatta la pallina con la sua proverbiale veemenza. Certamente avrà visto gli occhi dell’inesorabilità e della sconfitta riflessi nelle pupille di ghiaccio del numero 2 di Russia (salvo un breve passaggio a vuoto a cui non ha dato seguito sul tramonto del primo parziale), un Grigor Dimitrov in perenne ricerca di qualcuno, di qualcosa. Nel primo set, di questo gli va dato atto, l’ex n.3 al mondo ha provato a mettere in difficoltà, col suo tennis da champagne e caviale, la regolarità a prova di bomba del campione di Dubai, che però ha saputo gestirlo e concedergli ben poco, estrapolando pian piano la fiducia e il piacere di stare in campo dalle corde di Grigor. E questo, contro un giocatore come lui, equivale a servirgli scacco matto; e infatti il duello, tra sciabola e fioretto nel primo, è diventato tra fucile di precisione e baionetta nel secondo, quasi Rublev avesse qualche reale vantaggio oltre a una più solida condizione mentale e a una maledetta voglia di vincere. Una partita che è stata godibile per la prima ora, abbastanza trascurabile nella seconda, quasi che il campo non vedesse l’ora del giovanotto di casa subito dopo (Mr Taylor Fritz contro Kecmanovic). Ma andiamo a vedere nel dettaglio.
Il match- Già nel terzo game, dopo due giochi in sordina, c’è la chance di rompere l’equilibrio per il russo: si issa a 15-40, già mettendo pressione a Dimitrov, che se la cava sulla prima con un servizio vincente, per poi godere dell’errore di Rublev sull’altra, riesce in qualche modo a uscirne il bulgaro, che se vuole avere qualche chance per fare strada nel match deve variare tanto, specie sul rovescio; e così facendo riesce ad avere lui una palla break, ma viene puntualmente ricacciato indietro dalla potenza di Andrey, che da fondo specie sul dritto è uno spara palline. Break che appare in ogni caso comunque nell’aria, e infatti subito dopo arriva, come un rapace sulle carni docili del bulgaro: in un quinto game in cui Dimitrov sembrava ampiamente in controllo (complici anche un paio di errori non giustificabili di Rublev, che ogni tanto accusa dei cali di pressione), alla fine la spunta il russo con un rovescio affondato in rete da Grigor, che completa il passaggio a vuoto.
Game a seguire senza squilli, tenuto a 15 Rublev, a 0 Dimitrov; il russo calca la mano col servizio e la spinta, ma appena prova a variare sbaglia, entrando in un campo che non gli appartiene per nulla. Il bulgaro la gioca puntando tutto sul servizio, ma chiaramente il set ora si sviluppa sui turni di battuta del numero 7 al mondo, che ha la pressione a carico. Scorrono poi via due game indolori, con Dimitrov che avrebbe potuto osare di più sul 15-30 in risposta, ma Rublev non gli concede molto quando si trova in svantaggio; tiene poi a 30 la tds n.33 , con qualche brivido che però non si trasforma in un vero terrore. Ma nel decimo game Dimitrov rialza la testa e recupera il break a 0, con la pressione che divora il russo, specie quando deve fronteggiare le variazioni e la profondità del bulgaro, che trova profondità e costringe a forzare e a far spingere più del dovuto Andrey , che poi subisce il punto del match sullo 0-30, con una difesa da mostrare alle scuole tennis di Dimitrov, che chiude poi con un meraviglioso rovescio in corsa in recupero a passare il russo. Ma subito dopo si va a riprendere il break, o meglio gli viene regalato gentilmente dall’avversario, con un paio di errori gravi e un po’ di lentezza in uscita sulla palla break, subendo una risposta profonda. Tre set point annullati (solo il secondo da Dimitrov con una meravigliosa sbracciata di rovescio in risposta, gli altri due sono sprecati da Andrey, con un doppio fallo e un non forzato di rovescio); ma sulla parità dopo uno bello scambio il bulgaro cede il dritto in rete, per poi subire l’ace, che sugella un primo set equilibrato, con sprazzi di buon tennis, ma senza nessun particolare affondo. Dimitrov avrebbe i jolly e gli assi per mettere in seria difficoltà Rublev, che però risponde a suon di violenti due di picche.
Il secondo parziale sembra iniziare di nuovo male per Grigor, con Rublev che si issa a 0-30, anche a causa di poca profondità e qualche errore, ma risale con una buona mano della tds n.7 , per poi trovare quantomeno buona costanza col dritto; peccato che si rivelerà essere poi il canto del cigno del match per Grigor questo game. Rublev tiene il secondo game a 30, si issa poi sul 15-40: annulla la prima palla break il bulgaro, di pura volontà con una bella prima vincente, ma la risposta sulla seconda è troppo profonda, e non la gestisce.
Dopo un quarto gioco in cui Rublev quasi si diverte contro un semi inerte Dimitrov, regalando l’unico 15 con una smorzata tatticamente insensata sotto rete, Grigor sembra definitivamente cedere all’ineluttabilità messa in campo da Andrey, crollando totalmente al servizio: due doppi falli (uno sulla seconda palla break dopo un ace sulla prima) e due errori fuori dalle sue corde, specie il secondo punto; Rublev sta giocando veramente bene, specie da fondo, come al solito, impedendo anche il semplice pensiero di inserire variazioni di sorta al bulgaro. Quasi passa senza accorgercene il servizio successivo di Andrey, che conferma il break a 0 senza neanche far mettere la racchetta a Grigor, che invece fatica e non poco nel settimo gioco, dove a un pelo del baratro riesce a risalire: 30-40, match point che sembra ormai la fine…ma il bulgaro con uno scatto d’orgoglio (e di servizio) si rialza, lo annulla, e dopo qualche punto in più del previsto si regala quantomeno un altro game. Ah, se avessi variato di più Grigor.
Chiude poi meritatamente 6-2 un set a dir poco senza storia Rublev, che ha dominato dall’inizio alla fine, con l’unica palla break concessa (ironia della sorte) proprio al momento di servire per il match, ma con il servizio ha fatto in modo che Dimitrov non potesse neanche giocarsela; chiude poi con un dritto vincente con sapore di mattone a seguire il servizio, e una risposta lunga, l’ennesimo errore, di Grigor Dimitrov, che ha retto un set le bordate del russo, ma mai ha saputo cacciare i suoi tanti assi nella manica. Dunque prima semifinale a Indian Wells per Andrey Rublev, con la tredicesima vittoria di un anno finora spettacolare da parte sua, sempre in crescendo, e quarta semifinale 1000 negli ultimi dodici mesi (dopo Miami, Montecarlo e Cincinnati, e le ultime due le ha vinte per poi arrendersi in finale); affronterà uno tra Taylor Fritz, l’uomo della California, un die hard in questo torneo(2-2 i precedenti, 1-1 sul cemento outdoor), e l’azzurricida Miomir Kecmanovic(1-0 in favore di Rublev, sempre cemento outdoor), che si esalta specie con i giocatori tricolore.
Ma questo Andrey partirà favorito con entrambi per ottenere la terza finale 1000, proseguendo nella sfida per togliersi di dosso un’etichetta di “perdente” che non gli appartiene, dimostrandolo quasi ogni settimana. Esce a un passo dal riconfermare l’impresa della semifinale della scorsa edizione Grigor Dimitrov, che quando tira il rovescio sembra sempre spazzare un po’ anche la malinconia che tutti gli appassionati del bel tennis, in fondo, provano nel pensare a cosa sarebbe potuto essere…ma dopo tutti questi anni di potevo, se fosse, avrei dovuto, è ormai troppo tardi per i rimpianti.