Mi dispiace dover condividere con voi cari lettori di Ubitennis la dolorosa certezza che non potremo purtroppo assistere a tanti …ALCADAL quanti sono stati i FEDAL (40…).
Il primo vero ALCADAL è stato quello di stanotte. Dio solo sa quanti altri ne potremo vedere ancora fra “Il Maestro e l’Apprendista” e se Paolo Bertolucci ha avuto qualche ragione nell’esprimere un dubbio amletico a fine match: “Chissà se questa è l’ultima volta che Rafa Nadal ha battuto Carlos Alcaraz…”.
Magari non sarà così, ma devo confessare di averla pensata anch’io come il mio antico compagno di doppio (Paolo lo è stato da diciassettenne anche se abbiamo vinto insieme una gran partita sui 22 contro un doppio per metà da Davis, Crotta-Fachini 6-0 al quinto, non bleffo, prima che mi facesse… le corna con Adriano Panatta! E poi, ma in cabina tv, con Elena Pero…).
Lo spettacolo, grande spettacolo, non è davvero mancato, nonostante il vento abbia trasformato nel secondo set il tennis in un altro gioco che non assomigliava troppo al tennis.
Ma invece era tennis anche quello. Perché il vento c’era per tutti e due ed era più bravo punto dopo punto chi sapeva adeguarcisi meglio. Poi è chiaro che ci sarebbero stati anche tanti errori. Spesso quasi impossibili da evitare.
Il regolamento del tennis non prevede che il vento possa sospendere un match. Ma semmai può non farlo iniziare, come ricordo accadde una volta per tutta una giornata a un torneo in Arizona. Direi a Phoenix più che a Scottsdale, ma non sono stato capace di ritrovare.
Una partita di tennis può essere sospesa soltanto se ci sono condizioni pericolose per i giocatori o per il pubblico. La bufera, con vere nuvole di polvere di sabbia desertica, imperversava fuori del magnifico stadio da 16.000 posti creato da Larry Ellison – al cui fianco ieri sera era seduta una splendida Monica Seles (sempre più somigliante a…Celine Dion), – ma dentro volavano in fondo soltanto cappelli e cappellini, cartacce, asciugamani, paletti della rete…
Anche se a sollevare maggior scalpore prima e ilarità poi, è stato il rischio corso dalle famose bottigliette allineate di Nadal! Sono state viste tremare come se incombesse un mini-terremoto. E’ stato lì che è venuta fuori la più divertente uscita della serata. Si è sentito Rafa gridare fra il serio e il faceto, con l’aria fintamente terrorizzata prima di scoppiare a ridere: “No, le bottigliette no!no!”
Non ho ben capito se l’urlo quasi disperato era rivolto alla graziosa e timida raccattapalle invitata a raccogliere gli asciugamani svolazzanti o piuttosto direttamente al dio Eolo. Nessuno è riuscito a frenare le risa, neppure, dall’altra parte del campo, Carlos Alcaraz. Scenetta davvero memorabile.
L’equilibrio di questa strana partita è stato massimo. Alla fine solo 4 punti hanno separato i due e sono tutti quelli che Nadal ha accumulato in più negli ultimi 3 game del match.
Strana partita, l’ho definita, perché ha fatto pensare più volte a prosiegui diversi da quelli che poi si verificavano.
Alcaraz ha dominato i primi due game in una maniera tale che poteva venir spontaneo pensare: “Povero Nadal, sta per finire sotto uno schiacciasassi!”. E anche “Di certo Alcaraz non ha sentito la pressione di affrontare il suo idolo!”.
Quella della pressione sembrava essere la preoccupazione principale di Juan Carlos Ferrero, l’ex n.1 del mondo entrenador di Carlitos. Glielo avevo sentito dire nell’intervista tv che aveva preceduto l’incontro.
Ma poi che ti succede? Che Nadal vince 6 games dei successivi 8. Anche se Rafa pare…più Federer che Nadal (famoso per essere solitamente quasi implacabile sui punti che pesano di più) quando si mostra incapace di trasformare 13 palle break. Alla fine ne avrà convertiti solo 6 su 21. Ma 5 break in 10 game tanto nel primo che nel secondo set che si possono giustificare solo parzialmente con il fatto che i due spagnoli siano migliori ribattitori piuttosto che battitori, dovrebbero già confermare quanto ho detto: e cioè che è stata una partita strana. E non solo per il vento.
E a quel punto, un’oretta dopo quei primi due games in cui Rafa era stato letteralmente travolto, ancora una volta in pieno accordo con quel che dice Paolo Bertolucci, penso: “Adesso Rafa tira un bel sospiro di sollievo dopo quel brutto inizio… e chissà come reagirà il ragazzino di El Palmar-Murcia? Potrebbe anche pagare lo scotto dell’inesperienza, lui che gioca questa prima semifinale di Indian Wells contro uno come Rafa che questo torneo lo ha vinto già tre volte”.
Rafa, che aveva sofferto a tenere il proprio servizio per buona parte del primo set, a parte i due break subiti, tiene a zero il primo game. Mmmm, butta male Carlitos!
Macchè! 2 a 2 dopo che anche Carlitos tiene a zero il serviizo ed è Rafa a perdere il suo. Ecco che il vento prende…il sopravvento. Cinque break di fila, 3 persi da Rafa, e per Alcaraz il terzo setpoint dopo un nono game interminabile è quello buono.
A quel punto che ti aspetti? Beh, che il più giovane e più fresco Alcaraz trionfi alla fine. Nadal ha giocato una maratona con Kyrgios, Alcaraz è arrivato sul 3 pari cedendo un solo punto sul servizio in tre game…
Nadal spacciato allora? Non sia mai!
Confesso che io che non faccio quasi mai il tifo per nessuno – salvo che per la Fiorentina…e m’è rimasto ancora il groppo in gola per il gol che Ikonè poteva fare all’ultimo minuto contro l’Inter – ma ho sempre detto che lo faccio per…la miglior storia giornalistica, lì invece mi scopro a tifare con mio figlio per il fenomeno Nadal che a rete fa cose inenarrabili, dei guizzi che mi ricordano Becker sull’erba di Wimbledon, i grandi aussies, Laver, Newcombe, Cash, McEnroe, Edberg… e chi più ne ha più ne metta.
Nadal non ha fatto mistero di divertirsi ad andare a rete: “Mi piace andarci. Lo faccio sempre più da 2 o 3 anni, , anche servizio&volée. Credo di sapere volleare in modo corretto. La gente tende a dimenticarlo perché ho vinto molto sulla terra, ma ho percentuali di riuscita a rete assai buone”.
Volete forse insegnare qualcosa a Rafa sotto il profilo tattico? Direi che non ne ha proprio bisogno.
E Bertolucci ha detto: “Presto lo potremmo vedere trasformarsi in un tennista serve&volley…”. Solo apparentemente una boutade inverosimile.
Se avessi la vocina suadente dì Elena Però gli domanderei: “Ma Paolo secondo te dei Fab Four chi e’ il migliore a rete? Chi lo era 10 anni fa e lo è oggi? E il n.2, il n.3 il n.4?”
Beh se Elena questa domanda non la farà e non sapremo come la pensa Paolo, perché cari lettori non rispondete voi a queste domande?
Dal punto di vista giornalistico anche una vittoria di Alcaraz sarebbe stata una splendida storia, ma questa sono quasi certo che potrò scriverla, se la salute mi regge più di quella di Nadal.
Ma quel Nadal volleador mi ha tolto ogni freno inibitorio. Tanti anni fa qualche lettore superfan di Federer aveva ingiustamente etichettato Ubitennis come… UbiNadal. Poi c’è stato però un periodo in cui c’è chi si è lamentato per un Ubitennis troppo filo-federeriano. Ultimamente anche per via delle gags “Not too bad” diventate virali con Djokovic, tanto che la tv serba SportKlub TV ha inviato una troupe a casa mia, ecco che Ubitennis era troppo filo-Djoker.
Vabbè, ieri notte, seduto in punta di divano quasi fossi in fibrillazione, ero…UbiNadal.
E penso che lo sarò anche stasera, sebbene per i giornali americani la miglior storia giornalistica sarà forse la vittoria del…”nemico” Fritz. (inciso: sapevate che la sua amica Morgan Riddle, influencer, ha avuto 3,7milioni di visite al suo video TIKTOK nel quale spiega che cosa è… il tennis?).
Purché, comunque sia, almeno la partita stasera non prima delle 23 ci sia.
Mi preoccupa forse più il guaio accusato al muscolo pettorale di Rafa, più che le sole 21 ore per recuperare una fatica enorme di 3 ore e 12 minuti per un giocatore di quasi 36 anni che già aveva giocato 2 ore e 29 minuti con Korda recuperando da 2-5 nel terzo set, 2 ore e 11 con Opelka per due set vinti solo al tiebreak, 2 ore e 46 per venire a capo del Kyrgios più ispirato degli ultimi anni.
Perché a caldo si combatte contro un muscolo dolorante, ma il giorno dopo spesso si sta peggio. Mi auguro davvero che almeno la finale ci sia. E che Rafa sia in grado di battersi ad armi quasi pari…
Sì, perché ricordo sempre la gran delusione di quella finale che non si disputò nel Masters ATP 2014 a Londra fra Federer e Djokovic, quando Federer dette forfait dopo che il giorno prima aveva annullato 4 matchpoint in semifinale a Wawrinka… nel famoso match di “Cry Baby Cry!” gridato da Mirka Federer all’indirizzo di Stan The Man.
Rafa domani sarà di nuovo n.3 del mondo, ma credo che gli importi meno di zero. Al ranking domani guarderà semmai con grande orgoglio tutta la Grecia che per la prima volta avrà due tennisti, Tsitsipas e Sakkari, fra i primi 5 del mondo nelle rispettive classifiche.
Per Rafa, che è stato n.1 del mondo per la prima volta 14 anni fa, nel 2008, essere n.3 o n.2 o n.4 conta ben poco. Così come forse non gli importerà troppo conquistare la vittoria n.21 di quest’anno in cui è ancora imbattuto.
Credo gli interessi di più vincere il quarto Indian Wells giocando la finale n.129 della sua carriera, la n.53 in un Masters 1000, la ventesima su un campo non in terra battuta. Vincere l’ennesimo Masters 1000. Ma qual è il conto? Sarebbe il 37° titolo e significherebbe eguagliare il record di Novak Djokovic.
Se poi uno gli dice che il più giovane semifinalista di un Masters 1000 era stato un certo Rafa Nadal a Montecarlo 2005 quando aveva 18 anni, 10 mesi e 12 giorni, e il più giovane semifinalista di un Masters 1000 è stato poi nel 2022 tal Carlos Alcaraz a Indian Wells a 18 anni, 10 mesi e 12 giorni, beh Rafa sorriderà: “Non ho dubbi sul fatto che Carlos diventerà un grande (Great), lo è già!”.
E io chiudo come ho cominciato: mi dispiace davvero, a questo punto e dopo quanto ho visto stanotte fino alle 2 e un quarto, che gli ALCADAL non potranno mai essere quanti i FEDAL.