Una “frattura da stress al terzo arco costale” ha probabilmente compromesso lo svolgimento della finale di Indian Wells. Gli esami medici a cui si è sottoposto Rafael Nadal al termine dell’ultimo atto del BNP Paribas Open perso per mano di Taylor Fritz, hanno evidenziato un problema non di poco conto. Tornato nel suo paese, Rafa si è subito sottoposto ai test dai risultati non confortanti. “Questa non è una buona notizia e non me lo aspettavo. Sono a terra e triste perché dopo l’inizio della stagione mi sono divertito così tanto” ha commentato sui social l’iberico, che adesso guarderà da casa una parte di stagione sul rosso. Il guaio fisico lo costringerà a saltare come minimo i tornei di Monte-Carlo e Barcellona, e conferma i timori avuti dallo stesso spagnolo alla termine della finale.
Ma, soprattutto, la diagnosi accertata dall’équipe medica mette a tacere le insinuazioni di tutti quei tifosi che avevano visto nelle parole di Nadal durante la conferenza stampa post-partita, una sorta di alibi per la sconfitta rimediata. Le accuse di aver esagerato (se non addirittura finto) un infortunio, per chiamare i medical time-out in modo da distrarre l’avversario o semplicemente per giustificare la mancata ventunesima vittoria consecutiva da inizio stagione, vengono così azzittite.
Mentre si dovrebbe elogiare la sportività e lo spirito di combattimento di Nadal che, a quasi 36 anni e nonostante l’eccezionale nonché estenuante avvio di 2022, ha lottato fino all’ultimo punto della finale californiana “rischiando” di ribaltarla clamorosamente nel secondo set, c’è chi ha letto gli ultimi eventi in una chiave decisamente maliziosa. “Si cospargano il capo di cenere e la prossima volta, prima di scrivere idiozie senza prove dal divano in cui seguono le partite (anche senza capirle…era così evidente fin dall’Inizio della finale che Rafa aveva un problema serio), evitino di scriverle. Questo appello lo rivolgo anche all’indirizzo di chi a suo tempo non ha creduto ai problemi alle ginocchia di Federer, al gomito di Djokovic, all’anca di Murray” ha commentato il direttore Scanagatta dopo l’annuncio dell’infortunio del maiorchino.
E i meriti riconosciutigli per aver continuato la partita, si arricchiscono di enfasi se nel far ciò ha compromesso le sue prestazioni future durante quella che è la sua parte preferita dell’anno tennistico. Di sicuro infatti c’è che, accertato lo stop di 4-6 settimane, Nadal sarà costretto a saltare l’inizio della stagione sulla terra rossa, quella di cui è cannibale da molti anni, con la speranza di rientrare per i Masters 1000 di Madrid (1-8 di maggio) e Roma (8-15 maggio). Lo scorso anno Rafa, che dopo l’Australia si presentò direttamente nel Principato, raggiunse i quarti di finale nel Masters 1000 e poi vinse, in finale su Tsitsipas, l’ATP 500 di Barcellona; 680 punti in totale che non potrà a difendere. Successivamente si presentò sia a Madrid che Roma fermandosi ai quarti in patria e trionfando nella Capitale. Adesso ci si chiede: tutto questo, che potrebbe compromettere la preparazione del “suo” torneo – ovviamente parliamo del Roland Garros – solo per giustificare una finale persa? Difficile, anzi quasi impossibile, da credere. Chi ne è convinto dovrebbe finalmente smettere di pensarlo.