La carriera di Ashleigh Barty in cinque immagini
Celebriamo i successi di Ashleigh Barty con i racconti delle sue vittorie
L’ultimo atto ufficiale della carriera di Ashleigh Barty è stata la conferenza stampa di commiato prima con la stampa australiana e poi con quella internazionale. Mercoledì notte, in collegamento Zoom da Sydney, dove ha incontrato i reporter del suo Paese di persona, Barty ha risposto alle domande dei giornalisti di tennis da tutto il mondo, confermando da subito che ha deciso di essere tolta dalla classifica alla prima occasione possibile: “Uscirò dalla classifica alla prossima occasione, ovvero dopo Miami. Si tratterà di un nuovo inizio per il tour, e credo sia un momento molto entusiasmante per tutti quanti.”
Ubitennis ha partecipato alla conferenza stampa raccogliendo qui sotto le risposte della campionessa australiana.
Qual è la parte che ti ha spaventato di più di questi due giorni?
È sicuramente stato cercare di esprimere quello che sentivo dentro con le parole giuste, con le parole mie. Il timing è molto importante in queste situazioni, e sentivo che il momento era quello giusto, bisognava solo fare in modo che il messaggio fosse altrettanto giusto. È stato molto difficile, ma credo sia venuto bene. Non è stato per nulla facile parlare alla tua migliore amica [Casey Dellacqua n.d.r.] e spiegare quanto la tua vita stia per cambiare, e parlare delle cose che ti stanno maggiormente a cuore. Avevo certamente paura di affrontare questo passaggio, ma si tratta comunque di un passaggio che ho vissuto con grande eccitazione.
Quali sono i tuoi nuovi progetti? Cosa ti ha portato via da tutti noi?
Ci sono tante cose che Ash Barty come persona vuole fare. Il mio fine ultimo non cambierà: cambierà soltanto il modo in cui farò arrivare il mio contributo. Dal punto di vista del tennis contribuirò attraverso i ragazzi giovani che ho intenzione di aiutare, ora che avrò più tempo per fare ciò che preferisco, ciò che porta il sorriso sulle labbra dei ragazzi, ricordandomi la gioia che provavo semplicemente a giocare a tennis quando avevo la loro età.
Hai sempre fatto le cose a modo tuo, nella maniera giusta per te. Da dove viene il coraggio di fare le cose sempre a modo tuo andando controcorrente?
Spesso le mie decisioni sono andate contro corrente, è un po’ il modo in cui sono fatta. Alla fine l’unica cosa che importa per me è che le decisioni vengano prese con il bene del mio team come fattore principale. E quest’ultima decisione non è diversa dalle altre sotto questo punto di vista: magari è stato uno shock per la maggior parte delle persone, ma non lo è certamente stato per chi mi è vicino, per chi ha passato con me la maggior parte del tempo.
Sapevano come mi sentivo, sapevano cosa pensavo e cosa volevo, e sono felice di aver trascorso tutta quest’ultima parte della mia carriera con loro. Il mio team non è cambiato in questa seconda parte della carriera, e questo è molto raro nel tour: ciò sta a significare quanto siano importanti per me.
Ci sono aspetti dello sport da cui ti sei voluta liberare, aspetti che rendevano la tua vita nel tennis difficile?
No, per nulla. Non ho mai avuto nulla da provare a nessuno. Era semplicemente il momento giusto per farsi da parte.
Ubitennis (Vanni Gibertini): C’è qualche traguardo che ti dispiacerà di non avere un’altra chance per poterlo raggiungere. Ricordo di aver visto quanto eri dispiaciuta alle Olimpiadi di Tokyo, ovviamente significavano molto per te. E cosa ti mancherà di più della tua carriera tennistica, a parte ovviamente parlare con noi?
Naturalmente mi mancherà parlare con voi! Siete la parte migliore di ogni mia giornata. Mi mancherete ogni giorno!
In ogni modo, ci sono tante cose che mi mancheranno, certamente quelle amicizie che si sono cementate nel corso del tempo con il mio team e con alcuni dei miei migliori amici nel tour. Mi mancherà vederli. Ma so che le nostre strade si incroceranno ancora, magari qui in Australia o all’altro lato del mondo. So che avremo altre occasioni, magari in modo diverso, e questo è molto bello.
Per quel che riguarda la possibilità di avere una seconda chance, sono stata abbastanza fortunata nella mia carriera di aver avuto una seconda chance. Una seconda parte della carriera che mi ha portato così tante soddisfazioni, tanta felicità. Sono grata alle persone che mi circondano per avermi aiutato a raggiungere questi obiettivi. Hanno investito tanto, fatto tanti sacrifici per lavorare verso i sogni che avevamo. Sono molto orgogliosa di potermi sedere e guardare indietro a quello che abbiamo fatto sapendo di non aver lasciato nulla di intentato.
Ti aspettavi che questo tuo annuncio suscitasse così tanto clamore?
Non sapevo come la notizia sarebbe stata ricevuta. Ma la reazione è stata prevalentemente positiva, e sono stata sommersa di messaggi di supporto, e sono contentissima di questo. È stato bello anche ricevere messaggi dalle mie avversarie, sapere che abbiamo costruito un bel rapporto nel corso degli anni. Mi mancheranno.
Quando hai capito che era ora di prendere questa decisione? Ne hai parlato con la tua famiglia, con i tuoi amici, oppure la decisione è maturata con un percorso interiore?
Non ho mai pensato che fosse una decisione che dovessi prendere, ma solo una decisione che ho avuto l’opportunità di prendere. Completamente nelle modalità che ho deciso io. Ovviamente ne ho parlato con il mio team, siamo così vicini gli uni con gli altri. Il mio team è diventato la mia famiglia, e la cosa non cambierà, anche se non giocheremo più a tennis. Il rapporto che abbiamo costruito durerà ancora per tanto tempo.
Se ti guardi indietro, quale pensi possa essere stato un momento di svolta della tua carriera, anche se non necessariamente un momento felice?
Ci sono stati diversi momenti di svolta, per diversi motivi. Ma credo che aver avuto la chance di ritornare nello sport una seconda volta e prendere la decisione di riprovarci sia stato molto importante. L’ultima volta che ho lasciato ero in uno stato d’animo molto diverso: ora sono completamente soddisfatta, felice, dopo aver lasciato tutto quello che avevo sul campo. Ne sono molto orgogliosa.
Molte giocatrici ti indicano come un modello da imitare. Come ti piacerebbe essere ricordata? Quale vorresti che fosse la tua legacy?
Spero che tutti siano stati in grado di vedere chi sono e che cosa avevo da offrire. Non ho mai provato ad essere qualcuno che non sono. Ogni volta che sono scesa in campo ho sempre cercato di essere leale, di dare tutta me stessa e di competere nella maniera migliore possibile. E indipendentemente dal risultato, di cercare di fare lo stesso fuori dal campo.
Questo mi hanno insegnato i miei genitori.
Le esperienze vissute e i ricordi costruiti sono sempre stati più importanti delle vittorie.
Alcuni giocatori sperano che tu ci possa ripensare in futuro, e che tu possa ritornare. La porta è completamente chiusa?
Mai dire mai, ma al momento siamo molto lontani da quel punto…
Al momento dovrebbe essere Iga Swiatek a raccogliere la torcia che tu hai appoggiato. Voi due siete piuttosto amiche: ci puoi dire cosa ne pensi se dovesse essere lei a diventare la prossima n. 1 del mondo?
Se è Iga, non c’è persona migliore. È una splendida persona e una grande giocatrice. Mi piaceva molto confrontarmi con lei, in campo e fuori. È stata una delle prime a mandarmi un messaggio. Se lo merita, e mi auguro che possa continuare a inseguire i suoi sogni anche dopo aver ottenuto il primo posto del ranking.
Ci puoi dire che lavoro svolgerai con gli junior?
Non posso ancora rivelare dettagli. Spero solo di poter restituire allo sport che tanto mi ha dato.
Ci sono possibilità che tu diventi una golfista professionista?
Prima credo di dover imparare a colpire la palla nel mezzo della mazza.
Credi che la pandemia abbia influenzato la tua decisone? E quali sono i tuoi programmi per domani?
Non so cosa sarebbe successo se non ci fosse stata la pandemia. Ma le decisioni prese negli ultimi due anni da me e dal mio team sono state molto chiare e pienamente condivise. Non ho nessun rimpianto, non penso a ciò che avrebbe potuto essere.
Per quel che riguarda domani, spero non ve la prendiate se dico che non dovrò parlare con tutti voi e potrò godermi il mio venerdì…
Craig [Tyzzer, coach di Barty n.d.r.], c’è un momento fuori dal campo con Ash che vuoi ricordare tra tutti quelli vissuti?
Difficile sceglierne uno, ce ne sono troppi. Forse essere colpito nella zona sbagliata giocando a cricket prima della finale del Roland Garros… quello forse è il momento più memorabile.
Ti sei allontanata dallo sport una volta a causa delle troppe pressioni. C’è qualche consiglio che vorresti dare alle ragazze giovani nel tour o atlete in generale su come gestire la pressione?
Il mondo è molto diverso ora, e continua ad evolversi. Le loro esperienze sono diverse dalle mie. Sono stata abbastanza fortunata da aver avuto le persone giuste intorno a me per aiutarmi in momenti molto difficili e per farmi continuare ad essere me stessa anche nei momenti più bui.
Se devo dare un consiglio, forse è proprio questo: rimanere se stessi indipendentemente dalle situazioni.
Ai tennisti piace competere. Nadal sembra che viva per quello. Qual è il tuo atteggiamento nei confronti della competizione? Pensi che ti mancherà?
Adoro competere. È ciò che mi ha spronato per la maggior parte della mia carriera. So che mi mancherà. Ma riuscirò a trovare l’adrenalina in altri modi, anche se ancora non so quali.
Ho avuto una carriera incredibile, così come è incredibile la longevità di Rafa. È stato straordinario per lo sport del tennis, e per me è stato un piacere vederlo competere per così tanto tempo.
Sapevi che la finale dell’Australian Open avrebbe potuto essere il tuo ultimo match quando l’hai giocato? Avevi in programma di giocare contro la Slovacchia in Billie Jean King Cup prima che l’incontro fosse cancellato?
Sì stavo preparando l’incontro contro la Slovacchia qui in Australia. Ma ovviamente non è accaduto, e bisogna adattarsi a ciò che succede e che non è sotto il nostro controllo. Per cui sono felice che la mia ultima partita sia stata la finale dell’Australian Open. Un momento incredibile che certo non dimenticherò.