dal nostro inviato a Miami
Vi proponiamo la chiacchierata dello storico coach italiano Claudio Pistolesi (best ranking al n. 71 del mondo, fatto registrare il 17 agosto 1987) con l’inviato a Miami di Ubitennis, Vanni Gibertini. Pistolesi è uno degli allenatori più apprezzati del circuito, ha seguito fra gli altri Monica Seles – portandola al trionfo dell’Open d’Australia 1996 – Davide Sanguinetti, Simone Bolelli, Robin Soderling. Oggi, oltre a gestire a Jacksonville (dove risiede) il Junior Tennis Champions Center insieme all’ex top 10 Brian Gottfried, fa parte del team di Emil Ruusuvuori come consulente coadiuvando un altro coach italiano, Federico Ricci. Attraverso le sue parole scopriamo qualcosa in più sul rampante tennista finlandese sconfitto a fatica da Sinner nel secondo turno di Miami, addentrandoci nei meandri più profondi della nascita di questo giocatore.
SULLA PARTITA CON SINNER – “L’unico game che oggi Emil [Ruusuvuori] ha giocato male è stato quello in cui ha servito per il match, quando ha commesso un doppio fallo; evidentemente ha pensato molto al momento della partita. Ci tengo però a sottolineare il lavoro di Federico Ricci, sta facendo veramente un grande lavoro con lui. Oggi per Ruusuvuori poteva essere un match di svolta, che ti cambia a livello di fiducia. Però ha perso, ma nonostante ciò spero che comunque riesca a prendere fiducia da questo incontro rendendosi conto di come ha giocato. Per esempio anche Korda, due settimane fa con Nadal ad Indian Wells, ha perso un match veramente doloroso in cui era avanti di due break nel terzo set; però il livello espresso è stato incredibile. Oggi Ruusuvuori ha veramente espresso un livello molto alto, al pari di quello di Sinner almeno in questo match. Nei prossimi mesi dovrei seguire Emil anche nei tornei in Europa sulla terra, però non c’è ancora nulla di certo”.
LE ORIGINI DI EMIL NELL’ACCADEMIA DI NIEMINEN – “Lui è un giocatore che è nato e si è plasmato indoor, in Finlandia a Helsinki hanno una struttura indoor che penso sia la più grande d’Europa, dotata di più di 30 campi. In questo impianto si disputa anche un grosso Challenger a fine anno, che Emil ha vinto (edizione 2019, Tali Open di Helsinki). Io sono stato parecchio lì, conosco bene quell’ambiente; aiutavo Federico Ricci già dieci anni fa supportando l’accademia di Jarkko Nieminen (posizione più alta raggiunta nel ranking, la 13, il 10 luglio 2006). Infatti Emil l’ho conosciuto che era un ragazzino, aveva dieci anni. Per questo c’è molta familiarità con lui e con tutto il suo team, con Federico in primis. Il quale è italiano, ma sua moglie è finlandese; ha una bella storia dietro. E’ il direttore tecnico ad Helsinki dell’accademia di Nieminen, e quindi da tempo c’è grande amicizia e stima. Per questo faccio parte del team di Emil come consulente, sono un appoggio per Federico e vado a seguire io Emil in qualche torneo. L’anno scorso, ad esempio sono andato ad Atlanta; però il coach principale rimane Federico che sa fare un lavoro eccezionale ed è giusto rimarcarlo. Quando Federico ha degli impegni, vado io ai tornei e a volte lo affianco, come a Washington dove perse proprio da Sinner. Jannik poi vinse il torneo. Adesso sono venuto qui in Florida per stare un po’ insieme e cementare la squadra. Mi fa molto piacere dare il mio supporto, ma l’allenatore di Ruusuvuori rimane Federico, che ha investito molti anni della sua vita su questo progetto“.