24 giugno 2019, il giorno in cui iniziò il regno di Ashleigh Barty (con un breve intermezzo di Naomi Osaka tra l’agosto e il settembre di quell’anno), che si sarebbe concluso, clamorosamente, mercoledì 23 marzo 2022, la mattina in cui l’australiana ha scioccato il mondo del tennis annunciando il suo ritiro. Ma una volta realizzata e anestetizzata la perdita, subito ci si è volti alla ricerca della nuova padrona del circuito femminile, una risposta che visti i recenti risultati appariva abbastanza scontata, e rispondeva al nome di Iga Swiatek da Varsavia, 21 anni il prossimo 31 maggio. E, come sempre ha fatto nella sua ancora giovane carriera, la campionessa di Indian Wells ha subito risposto presente, schiacciando con un netto 6-2 6-0 Viktorija Golubic, in una notte che non dimenticherà tanto facilmente. Lunedì si era issata al suo best ranking di numero 2, e subito aveva dichiarato come diventare la prima al mondo fosse il prossimo obiettivo: detto, fatto, dopo soli 4 giorni, e probabilmente Iga non lo avrebbe mai immaginato neanche nel più dolce dei sogni.
Da lunedì 4 aprile, all’aggiornamento delle classifiche dopo il torneo di Miami, la tennista polacca (prima nella storia della sua nazione) sarà la ventottesima numero 1 WTA, la decima più giovane di sempre a 20 anni e 308 giorni, dopo un regno lunghissimo di Barty, complice anche il congelamento delle classifiche causa COVID. Una vetta che un po’ sicuramente sarà agrodolce, ricordando che è avvenuta dopo il ritiro di una giocatrice molto amata e rispettata, sul quale la stessa Swiatek ha espresso parole forti e molto emozionanti, ma che al contempo arriva per l’unica giocatrice che nell’ultimo anno e mezzo ha sempre mantenuto un’ottima costanza, e che sta giocando un tennis strabordante in questo inizio di stagione, con 2 Master 1000 già portati a casa. E dunque, in poco più di un mese, dopo l’avvicendamento tra Djokovic e Medvedev come numero 1 ATP, cambia la vetta anche nella WTA, augurando ad Iga Swiatek che possa rimanervi più tempo rispetto al giocatore russo. Si dice che la cima sia fredda, ma la polacca è una che sa combattere, e saprà sicuramente affrontare tutto col solito sorriso e la solita timidezza e compostezza, che ha avuto anche nell’esultare dopo la vittoria di stasera, che almeno nel primo set l’ha fatta un po’ soffrire, come ora andremo a vedere.
Il match- arriva il break in avvio per Iga, che nonostante l’ovvia pressione inizia mettendo subito le cose in chiaro, anche se mostra qualche incertezza in più e meno scioltezza nel braccio, che nel terzo game emergono con forza: 18 punti, infinito, con ben 5 palle break da fronteggiare, e per quanto Golubic abbia dato qualche mano sprecandole, restano delle giocate ottime, incisive per annullarle, della polacca. La svizzera però approccia bene la partita, esprimendo al massimo il suo tennis di variazioni e cambi di ritmo, unico modo per arginare finché possibile la supremazia da fondo dell’avversaria. Arriva subito anche una palla per il doppio break nel quarto game per Swiatek, annullata con un dritto vincente; ma nel game successivo tornano, e con maggiore insistenza, i grattacapi: si trova sotto 0-40, stavolta sono tre consecutive le palle break da annullare, rischia sulla prima (delizioso lob fuori di poco), gran cross di rovescio sulla seconda e servizio e dritto, chiude alla terza palla game, ma che fatica. Per ora meravigliosa sul rovescio Iga , spumeggiante e strepitosa in difesa ma non cinica la svizzera, in un inizio di set di grandissimo tennis. Nel game successivo arriva il doppio break, causato da una sempre più devastante da fondo polacca, a tratti ingestibile: gran giocata a rete per annullare la prima palla break di Golubic, che cede poi con un doppio fallo; ma meritatamente nel gioco successivo riesce a portare a casa il break, diabolica con gli slice e brutale col rovescio (a una mano, spettacolare), e almeno ferma l’emorragia. Ma la gioia è di breve durata per Viktorija, che subito cede un altro break, ma stavolta con qualche errore di troppo, per quanto certamente anche forzata da una Swiatek che da fondo fa comunque sempre male, e porta a casa il primo parziale per 6-2, un risultato bugiardo per quanto fatto vedere da Golubic, che paga l’essere stata troppo evanescente(8 palle break sprecate).
Il secondo parziale si apre come il primo, con Swiatek che tiene il servizio a 0, in totale tranquillità, quasi stesse iniziando a sentire l’odore magnetico della storia, sempre più vicina. Il set sembra procedere a specchio, con un altro break nel secondo game della polacca, sempre strappato a 15, con una risposta di rovescio fulminante per suggellarlo, da incorniciare; lo conferma, ma stavolta senza nessuna sofferenza, perdendo due punti per un doppio fallo e un rovescio largo di nulla che sarebbe stato un vincente, e sembra soffrire anche meno le variazioni della svizzera ora, che sta perdendo qualche colpo. Stavolta le cose si mettono anche meglio, con il doppio break che arriva immediato, e la polacca che appare sempre più in controllo della situazione e di aver preso le misure alle variazioni dell’avversaria, arrivando sul 4-0, anche perchè Golubic gioca alla disperata, cercando solo colpi definitivi e vincenti, l’unico modo per tenere a bada l’avversaria. Iga tiene poi a 30, con qualche sprazzo della svizzera, ma oramai è troppo tardi. Swiatek chiude 6-0 in scioltezza, al primo match point, esultando con la solita compostezza, pur sapendo che stasera ha danzato con le stelle e con le leggende, che l’hanno definitivamente accolta nel loro Pantheon. Al prossimo turno affronterà, da favorita, Madison Brengle, nel cammino verso il completamento (che appare decisamente probabile) del Sunshine Double.
A fine match riceve anche un omaggio floreale da Lizzie Davenport (in un ideale passaggio di consegne, da vecchia a nuova numero 1) e James Blake, il direttore del torneo, per celebrare questo storico traguardo, la prima polacca a compiere l’impresa, dopo che Agnieszka Radwanska aveva sfiorato la vetta, ma senza mai assaporarla. La stessa Barty, dopo aver chiesto di essere cancellata dal ranking, ha detto come Iga sarebbe stata la persona più adatta a raccogliere la sua eredità, e con la rapidità di un’aquila la giovane polacca si è avventata sulla preda. La dominatrice di questo 2022 diventa anche nei numeri la giocatrice più forte al mondo, dando inizio al suo regno in modo certamente inaspettato, e molto prima del previsto, ma con la sensazione che sarà lungo e ricco di successi, per una ragazza che vinse, stupendo il mondo, uno strano Roland Garros d’ottobre e oggi, in un torneo dilaniato da rinunce, infortuni e sconfitte clamorose, si issa a guardare tutti dall’alto verso il basso. Certo grazie ad Ashleigh Barty, che ha messo lì la miccia; ma soprattutto grazie ad Iga Swiatek, che l’ha fatta scoppiare, in un giorno che entra nella storia del tennis dalla porta principale, e la fa passare dalla (per quanto grande) cronaca, alla leggenda.
Nella notte di Swiatek, da segnalare però anche la vittoria di Paula Badosa, in un Miami Open che ha già perso 6 delle prime 10 teste di serie, per tacere di quelle più basse. E in questo contesto anche una vittoria della spagnola può fare notizia. La numero 5 del seeding ha battuto 7-5 7-5 Marie Bouzkova, giocatrice certamente sempre ostica, che vende cara la pelle, e ha fatto sudare Paula, che era avanti di un set e due break nel secondo set, per poi riuscire nell’impresa di far rientrare l’avversaria. La ceca alla fine è stata ricacciata indietro dal maggior talento e dall’orgoglio della Badosa, che con un be po’ di ritardo è riuscita a chiudere e a qualificarsi al terzo turno. Affronterà, con i favori del pronostico, Yulia Putintseva, per un posto negli ottavi e verso la semifinale, che se ci fosse saprebbe tanto di finale anticipata, con l’appena incoronata numero 1 al mondo.