Un Murray piuttosto deluso si è presentato in conferenza stampa dopo la sconfitta contro la testa di serie numero 1 Medvedev del Miami Open presented by Itau. La posizione numero 85 del ranking mondiale porta lo scozzese a dover usufruire di wild card per partecipare a questi eventi, col rischio di incroci pericolosi fin dai primi turni. Dopo la complicata vittoria su Delbonis infatti, è arrivata per Andy la sconfitta con il russo.
“Questo è uno dei motivi che rendono importante cercare di migliorare la propria classifica. Allo stesso tempo, ho giocato abbastanza negli ultimi cinque o sei mesi da essere preparato per queste sfide – ha commentato la sconfitta l’ex numero 1 al mondo- il mio livello di tennis ovviamente non è quello che serve per vincere partite del genere. Penso che oggi [26 marzo, giorno del match] ci siano stati dei buoni segnali in campo, ma le due cose chiave nel tennis sono il servizio e la risposta, e oggi non ho fatto nessuna delle due cose particolarmente bene. Daniil credo che sicuramente nel primo set, ma anche nei momenti più importanti, abbia servito benissimo mentre io non l’ho fatto. A causa della mia classifica ovviamente c’è la possibilità di giocare con i migliori giocatori all’inizio dei tornei, il che ovviamente rende più difficile arrivare fino in fondo, ma è ancora possibile, occorre batterli”.
Un ruolo nella rinascita dello scozzese potrebbe essere rappresentato dall’atto terzo della collaborazione con Lendl: “Penso che probabilmente un po’ di chiarezza sul modo giusto di giocare e sul modo giusto di allenarsi. Non credo di aver allenato le cose giuste negli ultimi 18 mesi. È difficile sistemare il tutto nel giro di poche settimane. Questo è uno dei motivi per cui mi sto dedicando a un grande periodo di allenamento per provare cambia alcune di queste cose e spero di portare il mio livello di gioco in un punto in cui è nuovamente competitivo contro i migliori giocatori.“
Lo scozzese è fiducioso sui frutti che si possono raccogliere dal lavoro con Lendl: “In passato, il mio modo di giocare e immagino anche quello di allenarmi mi aveva permesso di giocare un po’ più offensivo a volte e di dare un po’ più di ritmo alla mia palla. Abbiamo fatto alcuni giorni di allenamento prima di venire qui. Alcune delle cose su cui abbiamo lavorato, anche se sono passati solo pochi giorni, credo abbiano fruttato dei miglioramenti. Mi sento come se avessi giocato meglio qui che a Indian Wells, ma ci vorrà molto lavoro”.
Periodo di allenamento che lo porterà a saltare la stagione su terra: “Penso che come altri giocatori che stanno invecchiando, si dà priorità a specifiche parti della stagione in cui forse si sente di avere più chance di successo. Ho avuto un problema fisico a Miami l’anno scorso e provare a giocare sulla terra battuta e questo ha aggravato il problema. Quindi sono stato molto vicino a saltare la stagione sull’erba. Anche solo pochi giorni prima del Queen’s, non potevo sapere se sarei stato in grado di giocare. Allo stesso modo quando ho giocato sulla terra battuta dopo gli US Open l’anno prima, non mi sono sentito granché bene. Quindi è stata una decisione che io e il mio team abbiamo preso perché sento che le mie possibilità di fare bene sull’erba sono più alte. Penso si tratti della decisione giusta per il mio corpo e per il mio tennis“.
Murray pensa che non sarà il solo a seguire questa scelta: “Se giochi un’intera stagione di tennis, è abbastanza difficile farlo perché ci sono così tanti tornei ed è lunghissima, soprattutto con la Coppa Davis adesso. Penso che i giocatori lo faranno un po’ di più probabilmente se intendono giocare più a lungo nelle loro carriere. Questo forse servirà per preservare un po’ il loro corpo”.
Sul programma di allenamento: “Mi allenerò nelle prossime tre o quattro settimane qui sul cemento e poi tornerò a casa e comincerò ad allenarmi sull’erba probabilmente due, due settimane e mezzo prima. C’è un Challenger a Surbiton, che potrei giocare, e poi si spera che io sia impegnato per provare a portare a termine molti tornei durante l’estate”.
Sulla scelta degli slam di giocare un super tie-break sul 6 pari del set decisivo: “Penso che sia positivo che tutti gli Slam abbiano le stesse regole. Ad esempio, ho visto alcune volte agli Australian Open giocatori che festeggiavano ed è un aspetto piuttosto brutto per il tennis, ma non incolpo i giocatori, perché le regole variavano da un Major all’altro. Quando sei in un momento di forte stress come quello, non ti stai necessariamente concentrando sul punteggio o su quali siano le regole.”
Murray si esprime anche sul tre su cinque, argomento di dibattito degli ultimi giorni: “Come giocatore, mi è sempre piaciuto, penso che sia stato bello, ma personalmente non mi sarei seduto a guardare quattro ore e mezzo e cinque di tennis. Ad alcune persone piace. Quindi, sì, immagino che molto dipenda da ciò che vogliono i fan e da ciò che amano tanto quanto i giocatori. Non so quale sia la preferenza dei fan, a dire il vero; quindi, non ne sono sicuro. Ovviamente se si dice che tutte le partite migliori sono state al meglio dei cinque set, si toglie semplicemente dal conteggio ogni partita femminile che è stata giocata , il che non è giusto”.