[6] C. Ruud b. [10] C. Norrie 6-3 6-4 (Tommaso Mangiapane)
Sulla Grandstand dell’Hard Rock Stadium Casper Ruud (n. 8 ATP) batte Cameron Norrie (n. 12) per aprire il programma maschile degli ottavi di finale del Miami Open presentend by Itaù 2022. Vittoria netta per il ventitreenne norvegese, che travolge 6-3 6-4 in un’ora e 32 minuti di gioco il tennista britannico, apparso inconsuetamente frustrato e forse non al meglio della condizione fisica, considerata la vistosa fasciatura al polpaccio sinistro con cui è sceso in campo. Ruud si è dimostrato però implacabile (come spesso gli accade) ed ha ottenuto la terza vittoria in altrettanti incontri diretti, dopo i successi dell’anno scorso nella finale di San Diego e ai gironi delle ATP Finals di Torino. Per il n. 8 del mondo, si tratta della prima volta ai quarti a Miami alla sua quinta partecipazione.
IL MATCH – Nel primo set Norrie sbaglia, commettendo un doppio fallo e tre unforced (l’ultimo sulla seconda palla break), e cede il servizio nel quarto gioco. Dal canto suo Ruud prova ad evitare la diagonale di sinistra del mancino britannico (che invece cerca proprio il rovescio dell’avversario) e ottiene il 100% di punti con la prima di servizio, nonostante ne metta in campo poco più della metà. Dopo 23 minuti è 4-1 per il norvegese. Il n. 8 del mondo si procura altre due palle break, consecutive e dal sapore di set point, ma Norrie le annulla entrambe tirando più di un sospiro di sollievo. Al momento di servire per il set, Ruud si ritrova 30-30 ma il ventiseienne di origini sudafricane lo aiuta ad evitare i guai con una risposta di dritto troppo profonda. Lo score vede alla fine il norvegese aggiudicarsi il primo parziale per 6-3 dopo 47 minuti di gioco.
Come accaduto in apertura di partita, Norrie incappa in diversi errori non forzati nel secondo turno di servizio del set e perde immediatamente la battuta. Il gran dritto lungolinea con cui Ruud chiude il game fa indispettire talmente tanto l’inglese, che per la frustrazione spacca la racchetta sul cemento. Il ventitreenne di Oslo aumenta la precisione e la quantità di prime in campo e, con un’ideale curva inversamente proporzionale, ottiene meno punti (70% per entrambi i dati). Al contempo, però, Ruud riduce al minimo il numero di errori e si dimostra ben più concentrato dell’avversario.
Il norvegese martella con il dritto e dall’altra parte della rete continuano ad arrivare errori di misura da parte di uno sconsolato Norrie. Risultato: 5-2 con due break senza appelli. Il n. 12 del ranking ha poi un moto d’orgoglio nell’ottavo gioco riuscendo a strappare il servizio all’avversario per la prima volta nel match e tenendo il servizio subito dopo. Ma la chiusura della partita è solamente rinviata e Ruud, alla seconda opportunità, spegne definitivamente le speranze di Norrie con il settimo ace del suo incontro.
[2] A.Zverev b. [Q] T.Kokkinakis 6-4 6-4 (Pellegrino Dell’Anno)
Il n. 4 del mondo Zverev chiude con un doppio 6-4 a dirla tutta anche un po’ bugiardo, che fa presagire favelle di grande equilibrio (anche dando un occhio all’ora e 38 di match) che mai c’è stato, con Kokkinakis che ha provato più che altro a restare a galla, a imbarcare poca acqua, ma non ha mai raggiunto neanche i vantaggi nei game in risposta. Resta un torneo meraviglioso per questo ragazzo, che piano piano sta trovando finalmente buone sensazioni e un po’ di stabilità fisica, e che ha dovuto arrendersi a una delle migliori versioni viste quest’anno del finalista di questo torneo nel 2018. Zverev ha giocato divinamente in ogni fondamentale, ogni aspetto tecnico-tattico, e soprattutto ha battuto il cliente per lui sempre più scomodo: sé stesso, il Sascha distruttivo Mr Hyde che troppo spesso ha la meglio sul fenomenale Zverev Dottor Jekyll.
IL MATCH – Una partita da cui ci si poteva lecitamente aspettare qualcosa in più, contando su una maggiore ispirazione dell’Aussie, che purtroppo, anche a causa di qualche fastidio al pettorale non ha retto l’impeto di Sasha, in un match, come ora andremo a vedere, che mal si accoppia con qualsiasi riferimento ad equilibrio e adrenalina. Inizia in realtà bene Kokkinakis, che tiene a 30, senza soffrire molto, ma già un po’ corto negli scambi, dove Zverev gli può fare malissimo, specie col rovescio. Seguono due game rapidi e con poco da vedere, Sascha cede solo un punto con un doppio fallo, a 30 invece Thanasi, che sta provando a variare un po’ di più ma scambiare non gli conviene, anche perché il tedesco sul dritto sta facendo male. Nel quinto game arriva il primo break del match: Zverev si fa più insistente e prova a picchiare di più, e un paio di errori di misura dell’australiano lo portano a palla break, che finalizza con una gran risposta vincente su una morbida seconda. Deve trovare più solidità e spinta Thanasi per controbattere.
Kokkinakis si comporta bene in risposta poi, arrivando a 30, tutto grazie ai propri mezzi, ma nulla può contro il tedesco, che nel game dopo si procura altre due palle break, che hanno vero sapore di set point: esagera su entrambe cercando il vincente e sbaglia, alla fine se la cava l’australiano di lotta e di governo; cerca di tenerlo a lungo in campo e in costante tensione. Altro game infinito, dopo la tranquillità in quello di Zverev, nel decimo gioco, più di 8 minuti: due set point per il tedesco, che annulla prima con una mano di Sasha e poi con un ace Thanasi, che saranno ben 3 nel miglior game al servizio per le percentuali e i punti messi a segno, si garantisce almeno altro tempo per stancare Zverev e in ogni caso di iniziare per primo nel secondo. Chiude 6-4 dopo 54 minuti il primo set la testa di serie numero 2, senza far neanche vedere la pallina all’avversario in questo game tenuto a 0, dove con la prima fa malissimo, come ha fatto in tutto il set, dove non ha concesso neanche una palla break; unico “neo” è che un set dominato totalmente dal tedesco è durato fin troppo, con tutte le occasioni avute per chiuderlo prima.
Inizia bene il secondo set l’australiano, nonostante avesse accusato problemi ai pettorali, servendo alla grande e mettendo veramente in difficoltà il tedesco, che da parte sua quando può spingere quasi sempre porta a casa il punto, da fondo Kokkinakis deve trovare qualcosa in più; nel mezzo tra i suoi due game a 30 tiene invece a 0 con tranquillità Zverev. Come nel primo set, ancora una volta l’equilibrio si spezza nel quinto game, con l’australiano che un po’ appare in affanno a causa del problema al pettorale(medical time out in questo cambio di campo), ma comunque troppo bravo Zverev: non sfrutta le prime due palle break, annullate con ottimi servizi dall’avversario; gliene arriva un’altra da un gratuito, costruisce con pazienza, attacca e poi chiude a rete. Ora si gioca sul suo servizio, e appare molto in controllo. Conferma con calma glaciale e serenità il tedesco, a 0, continuando la sua marcia forzata al servizio; per la prima volta nel match lo tiene poi a 0 anche l’australiano, soprattutto per la pigrizia di Zverev, che lo butta via concentrandosi già sul proprio servizio. Partita finora poco adrenalinica e molto lineare, poco coinvolgente.
Nell’ottavo game apre un piccolissimo spiraglio, o meglio lo lascia intravedere il numero 4 al mondo: doppio fallo e regala il 40-30, seconda su cui si poteva fare di più per l’australiano, che subisce un gran bel rovescio vincente lungolinea del tedesco. Game poi a 15 per Kokkinakis, con Zverev che non ci prova più di tanto, appare già concentrato sul servire per il match. Game fotocopia al decimo del primo anche il secondo per Zverev, che tiene a 0 e porta a casa il match, mettendo sempre la prima, che ha fatto tanta differenza nel corso del match.
Importante per lui adesso sarà mantenere la versione positiva e serena in vista dei quarti con Casper Ruud, un vero treno in questo torneo, per quello che si prospetta un match interessante e realmente equilibrato. Il tedesco ha vinto entrambi i precedenti in 2 set, ai quarti di finale dei 1000 di Bercy e Cincinnati lo scorso anno, e parte favorito sicuramente se gioca così, poi su questa superficie; ma David Ferrer in primis, e Casper Ruud stesso ogni giorno di più, ci hanno insegnato a non sottovalutare mai i “soldatini” e grandi lavoratori.