I greci avrebbero parlato di tyche, personificazione della fortuna; i latini di “Audentes fortuna iuvat“, proverbio conosciuto come la “la fortuna aiuta gli audaci”. Mentre oggi potremmo utilizzare il termine buona sorte, destino; fate voi scegliendo il vocabolo che vi aggrada maggiormente. Ma ovunque dovesse ricadere la vostra scelta, la sostanza non cambierebbe; nella vita come nello sport la componente d’imprevedibilità dettata dal caso è ingranaggio fondamentale per giungere al proprio traguardo. Quante grandi vittorie, imprese o successi epici del nostro amato sport hanno visto il contributo di questo elemento che più trascendente non si può. Un esempio su tutti, il Panatta nazionale che trionfò sia a Roma che a Parigi annullando match point al primo turno. Poi se ci mettiamo che il tennis è definito lo sport del diavolo, beh allora siamo proprio spacciati, ci saranno sempre dei meandri reconditi a noi sconosciuti di questa maledettamente suggestiva passione che è lo sport con la racchetta. Ma come abbiamo già ricordato grazie ai latini, nostri amici di lunga data, la fortuna accompagna solo i coraggiosi, gli impavidi; coloro che non si fanno schiacciare dal peso del momento che stanno vivendo.
L’emblema di questo stato d’animo combattivo sicuramente viene raffigurato da Francisco Cerundolo. L’argentino, infatti, è il vero uomo copertina di queste due settimane del Miami Open 2022. Un viaggio da favola quello del tennista albiceleste, costantemente pronto a ribaltare i pronostici, che lo ha portato sino ad un’incredibile semifinale nel secondo appuntamento del Sunshine Double; alla sua prima partecipazione in un evento 1000. Partito da n. 103 della classifica ATP, prima del torneo, è già virtualmente giunto alla posizione 51 (e potrebbe non essere finita qui). Una scalata eccezionale, che assume ancora di più i connotati di favola moderna, se si analizza il modo in cui si è sviluppato il percorso di Francisco e si relaziona il tutto alla “maledetta” edizione di questo combined 1000 della Florida. In primis, contestualizziamo la definizione attribuita al torneo per il 2022; conferitagli per l’increscioso numero di ritiri che lo hanno colpito. Addirittura sono stati ben 18 tra walkover e ritiri avvenuti a match in corso. Purtroppo ahi noi anche i colori italiani sono stati vittime di questo autentico nubifragio della sfortuna; con Berrettini costretto a dare forfait per l’infortunio alla mano destra (con tanto di operazione), stessa sorte per Giorgi per potersi curare la schiena e con Sinner che ha dovuto arrendersi solamente dopo 5 giochi proprio contro Cerundolo a causa di una fastidiosa vescica al piede destro. A proposito d’infortuni di questo genere, se sfogliamo i libri di storia tennistica, c’è un precedente veramente illustre; quello che condannò Cilic ad una resa incondizionata nella finale di Wimbledon 2017 contro Federer.
Però come detto, se per la stragrande maggioranza dei protagonisti questo torneo è stata una disdetta; sicuramente non lo è stato per l’uomo in missione da Buenos Aires – non lo è stato neanche per la nostra trottolina Bronzetti, a dire il vero. Il maggiore dei fratelli Cerundolo ha infatti beneficiato in quasi ogni incontro vinto (ad eccezione del primo turno con Griekspoor) di una sventura ricaduta sui propri avversari. Al secondo round ha usufruito del ritiro del gigante Opelka sul 6-1 3-1 in suo favore; ai sedicesimi ha sfruttato la circostanza benevola di un Monfils menomato, vincendo 6-2 6-3; agli ottavi è stato avvantaggiato dal mal di schiena di Tiafoe, battuto in rimonta per 6-2 al terzo set, e dulcis in fundo l’odiosa vescica di Jannik lo ha sospinto in semifinale.
Un cammino con una serie di infinte sfortune altrui e di accidentali coincidenze a lui favorevoli con pochi eguali nella storia del tennis. Ma non è finita qui perché l’argentino, se andiamo a spulciare i record statistici, grazie a queste due magnifiche settimane si è inserito di diritto nel mappamondo delle prime volte tennistiche: è il semifinalista con il ranking più basso in 37 anni di storia del torneo di Miami; il primo a raggiungere la semifinale al debutto in un evento Masters 1000 dal polacco Jerzy Janowicz a Parigi Bercy 2012; e prima di questo torneo aveva un bilancio in carriera di due sconfitte in soli due incontri disputati sul veloce (quindi, in questo torneo è 5-0). Tutto ciò ci fa capire che questa può essere non soltanto la settimana della carriera ma anche quella della vita per Francisco. Quindi nulla gli può essere precluso. Venerdì non sarà favorito contro Ruud – anche lui a sorpresa in semifinale – ma contro questo stellare e spaziale percorso, pieno zeppo di fortuna ci vuole coraggio da vendere per scommetterci contro. Voi ce l’avreste?