[14] C. Alcaraz b. [8] H. Hurkacz 7-6(5) 7-6(2) (da Miami il nostro inviato)
Carlos Alcaraz batte in due combattuti set Hubert Hurkacz e accede alla finale del Miami Open dove domenica, Ruud permettendo, cercherà di aggiudicarsi il primo Masters 1000 della carriera. Lo spagnolo ha giocato in maniera meno spettacolare rispetto alla sfida contro Kecmanovic ma nei momenti decisivi, ancora una volta, ha mostrato grande freddezza.
Con questo risultato Alcaraz diventa il secondo più giovane finalista del Miami Open dopo Rafael Nadal (nel 2005 contro Federer) e, in generale, il quinto giocatore più precoce a raggiungere una finale in un Masters 1000 (in questa categoria si sono disputati 283 tornei dal 1990 a oggi). Domenica pomeriggio alle ore 13 locali (le 19 in Italia) cercherà anche di spezzare una piccola maledizione dal momento che nessun tennista spagnolo è mai stato in grado di trionfare all’ultimo atto del Miami Open (0-8 il bilancio per gli iberici).
IL MATCH – Hurkacz cerca di essere aggressivo sin dall’inizio con la combinazione servizio e dritto. Lo spagnolo, dal canto suo, cerca di spostarsi sul dritto non appena ne ha l’occasione per prendere in mano il gioco dal momento che Hurkacz predilige la diagonale sinistra. Nonostante Alcaraz sia considerato favorito è Hurkacz a procurarsi la prima chance di break dell’incontro sul 4 a 3 in suo favore. Alcaraz salva la palla break con una smorzata in uscita dal servizio che atterra sulla riga, Hurkacz non può far altro che sorridere. È incredibile come ogni volta che si trova a giocare un punto importante Alcaraz cerchi di prendere l’iniziativa del gioco. Sul 5 pari è Hurkacz a dover annullare due palle break. Il servizio sale in cattedra e grazie a un’insolita dose di coraggio il polacco riesce a salvarsi. Nel game successivo il giovane spagnolo si guadagna l’ennesima ovazione del pubblico quando permette a Hurkacz di ripetere il punto dopo che l’arbitro aveva erroneamente considerato in ritardo il recupero del polacco sull’ennesima smorzata di Alcaraz. I due giocatori arrivano quindi al tie-break che è l’epilogo giusto per quanto visto nel primo parziale. Esattamente com’era successo a Kecmanovic ieri sera nel tie-break del terzo set, anche Hurkacz si trova a condurre per 5 a 3 ma due errori di dritto permettono ad Alcaraz di recuperare il mini break di svantaggio. Ancora una volta, in un momento decisivo della partita, Alcaraz gioca una smorzata sul quale Hurkacz non può arrivare. Per annullare il set point il campione uscente cerca di “imitare” Alcaraz nel giocare sempre aggressivo i punti importanti ma la scelta di seguire la seconda di servizio si rivela sciagurata. 7-6 Alcaraz.
Nel secondo game del secondo set Hurkacz grazie a un servizio vincente riesce ad annullare una palla break che avrebbe indirizzato definitivamente il match dalla parte di Alcaraz. I due giocatori non rischiano più nulla al servizio fino al 5 pari quando Hurkacz si procura la prima palla break del set dopo essere riuscito non solo a recuperare una volée smorzata di Alcaraz ma a difendere la rete in maniera spettacolare. Per la prima volta nel match Hurkacz si lascia andare a un’esultanza sfrenata e cerca di chiamare il pubblico dalla sua parte. Alcaraz non si scompone e con un dritto profondo in uscita dal servizio annulla la palla break. Hurkacz però non ha alcuna intenzione di arrendersi e con un ottimo recupero sull’ennesima palla corta dello spagnolo si guadagna una seconda chance per andare a servire per il set. Il polacco sulla seconda di Alcaraz decide di spingere con il rovescio lungolinea che, però, non trova il campo. La partita di fatto finisce qui. Alcaraz parte subito in vantaggio di un mini break e non si guarda più indietro. Un passante di dritto lungolinea che Hurkacz non può controllare pone fine a una partita intensa, senza break, in cui il giovane spagnolo ha dato l’idea di avere qualcosa in più.
Hurkacz non riesce a difendere il titolo vinto lo scorso anno ma può comunque ritenersi soddisfatto del suo torneo. Saluta Miami con una buona iniezione di fiducia ma anche con la consapevolezza di dover migliorare ancora molti aspetti del suo gioco. Ad esempio il rovescio è il suo colpo migliore ma non riesce ancora a essere continuo con il cambio in lungolinea. Considerata la sua notevole altezza (1,96 cm) ha ancora margini di miglioramento con il servizio con il quale raggiunge velocità notevoli ma sul quale gli avversari riescono troppo spesso a rispondere. Ricorda Marin Cilic che prima di iniziare a lavorare con Ivanisevic nel 2013 non riusciva a essere abbastanza incisivo con la battuta. Che sia una questione di lancio di palla come nel caso del croato? Hurkacz dovrebbe tornare in campo a Montecarlo in una superficie in cui a livello ATP ha vinto solamente 9 vittorie a fronte di 16 sconfitte. L’obiettivo di questa stagione sarà non solo migliorare sulla terra battuta ma anche negli slam dove, a eccezione della semifinale di Wimbledon lo scorso anno, non ha mai superato il secondo turno.
Per quanto riguarda Alcaraz impressiona la duttilità su ogni superficie. Qualora dovesse vincere il titolo a Miami anche su terra battuta a oggi partirebbe probabilmente sfavorito solo contro Nadal e Djokovic. Il suo dritto in top spin sul mattone tritato sarebbe ancora più difficile da gestire per non parlare delle smorzate a fil di rete.
Questa finale consente ad Alcaraz (che ha vinto l’unico confronto diretto con il suo avversario Ruud lo scorso anno sulla terra di Marbella) di salire almeno fino al n. 12 del ranking ATP, con la possibilità di salire un’ulteriore posizione in caso di vittoria del torneo. Lo spagnolo sarà in ogni caso il n.3 della Race ATP 2022 in caso di sconfitta, mentre salirà al n. 2 qualora dovesse aggiundicarsi il titolo del Miami Open, rimanendo dietro solamente al suo connazionale Nadal.