Ormai ci siamo, è tutto pronto, dall’Hard Rock Stadium di Miami Gardens per il gran finale del Miami Open presented by Itaù. Alle ore 13.00 locali, le 19.00 in Italia scatterà il via della finale maschile in quella che è la 37esima edizione del Masters 1000 della Florida. Uno di fronte all’altro, due debuttanti nell’ultimo atto di un torneo di tale portata, la tds n. 14 Carlos Alcaraz e la n. 6 Casper Ruud.
IL FENOMENO IBERICO A CACCIA DI RECORD– Da un lato il diciottenne spagnolo, con il mirino puntato sull’obbiettivo di spodestare dal trono di campione più precoce di Miami il n. 1 del mondo Novak Djokovic. Il serbo, infatti, trionfò per la prima volta tra gli alligatori della Florida all’età di 19 anni nel 2007, vincendo quello che fu il primo dei suoi 37 titoli a livello 1000, quando Carlitos aveva soltanto 3 anni. In quell’edizione il torneo, al tempo ufficialmente denominato Sony Ericsson Open, si disputava ancora nella sua sede storica di Key Biscayne – che è stato teatro dell’evento dal 1984 al 2019 – prima appunto del suo trasferimento nell’impianto che normalmente ospita le partite casalinghe della squadra di Football Americano dei Miami Dolphins.
Inoltre, il nativo di Murcia tenterà anche di diventare il terzo più giovane vincitore di un Masters 1000, in ben 283 eventi di questa categoria, la quale fu istituita nel 1990. Solo lo statunitense Michael Chang e il recordman di titoli Major Rafa Nadal hanno trionfato nel loro primo torneo 1000 ad un’età ancora più precoce di quella con cui il giovane iberico trionferebbe al Miami Open. Sulle spalle dell’allievo di Juan Carlos Ferrero, graverà anche il peso della maledizione che ha sempre colpito i suoi connazionali nell’ultimo atto di questo torneo; ovvero il bilancio di 8 sconfitte in 8 finali disputate da tennisti delle furie rosse.
LE PRIME VOLTE DEL NATIVO DI OSLO E GLI OBBIETTIVI A CONFRONTO – Dall’altro il 23enne di Oslo, numero 8 delle classifiche, che invece punta a raggiungere il traguardo più importante della carriera, che gli permetterebbe di diventare il 33esimo top ten campione nel singolare maschile di Miami. Infatti qualora dovesse alla fine spuntarla il più giovane dei due contendenti, sarebbe soltanto il quinto vincitore della storia del torneo classificato al di fuori dei primi 10 giocatori del mondo. Il norvegese, inoltre con il successo finale, migliorerebbe il suo best ranking scalando la classifica di una posizione e issandosi al n. 7 ATP. Mentre il ragazzo di El Palmar, indipendentemente dal risultato di stasera, da domani otterrà il proprio career high, che sarà di n. 12 qualora uscisse sconfitto e di n. 11 se invece dovesse trionfare (in questo caso supererebbe anche Sinner).
Il soldatino Casper, però, non scenderà in campo solo per sé stesso ma anche per il suo Paese. Infatti, non era mai accaduto che un tennista norvegese raggiungesse una finale Masters 1000 dal 1990, anno di fondazione di questa categoria di tornei, ad oggi. Per Ruud sarà la decima finale nel circuito maggiore, con un resoconto che recita 7 affermazioni e due sole battute d’arresto; la seconda sul veloce dopo quella vinta nettamente nel 2021, sempre negli Stati Uniti, sul duro di San Diego 6-0 6-2 contro Norrie. Mentre per Alcaraz, numero 16 ATP, questa sarà la quarta finale della carriera. Nelle precedenti ha sempre trionfato e di conseguenza è imbattuto negli atti conclusivi dei tornei senor. Inoltre con il titolo in quel di Miami, ad Alcaraz mancherebbe solamente uno Slam ed un titolo alle Finals per poter già vantare a 18 anni nel proprio palmares un torneo di ogni categoria; dopo l’ATP 250 di Umago (con questo successo è diventato il più giovane vincitore di un titolo ATP da Nishikori a Delray Beach 2008) e le Next Gen ATP Finals di Milano lo scorso anno; impreziositi dal successo di qualche settimana fa nel 500 di Rio de Janeiro (grazie al quale è diventato il più giovane vincitore di un 500 in 151 eventi dalla loro istituzione nel 2009 ed il più precoce a frantumare il muro della top 20 da Andrei Medvedev nel 1993).
L’impresa per Carlos sarà comunque ardua, visto i numerosi progressi compiuti negli ultimi mesi dal norvegese sulle superfici rapide; il quale aveva approcciato alla stagione 2021 con un record di 16-27 in carriera sul cemento. Da allora però il trend ha nettamente cambiato rotta, con un plus straordinario di +23, frutto di 36 vittorie e 13 sconfitte, con l’aggiunta della ciliegina sulla torta rappresentata dall’eccezionale semifinale alle Finals di Torino. Ovviamente i suoi record di precocità non sono minimamente paragonabili a quelli del baby fenomeno spagnolo, però anche lui potrebbe da questo punto di vista scrivere una piccola pagina di storia; poiché centrando il successo diventerebbe il più giovane vincitore del torneo di Miami da Sir Andy Murray, che vinse nel 2009 all’età di 21 anni.
GLI UNICUM DELLE LORO CARRIERE – A chiosa di queste curiosità statistiche, si può notare come la finale a cui ci apprestiamo ad assistere tra esordienti a livello 1000, non è un unicum, anzi era accaduto proprio nella passata edizione del 2021; quando si affrontarono Hubert Hurkacz – sconfitto da Alcaraz nella semifinale di venerdì – e il nostro Jannik Sinner. Vedremo se Alcaraz completerà nel migliore dei modi questa sua incredibile corsa partita con l’exploit dei quarti raggiunti all’ultimo US Open, quando eliminò l’allora n. 3 del mondo Tsitsipas in ottavi al tie-break del quinto set diventando il più giovane tennista ad arrivare a quel punto in un torneo del Grande Slam da Michael Chang al Roland Garros del 1989. Con i top 10, il diciottenne iberico vanta un bilancio in pareggio co 6 successi, comprese le affermazioni in questa settimana con Tsitsipas e Hurkacz, – con l’affermazione contro il polacco è giunto a 17 vittorie stagionali a fronte di 2 sole sconfitte in questo 2022, tra l’altro arrivate contro Berrettini al quinto in Australia e con Nadal in tre set nella semifinale d’Indian Wells – e 6 sconfitte. Inoltre è diventato il più precoce di altri quattro teenager ad aver raggiunto le semifinali in entrambi gli appuntamenti del Sunshine Double. Gli altri quattro ad aver ottenuto questo risultato in tenera età sono: Nadal, Djokovic, Murray e Agassi; questi giocatori hanno un comun denominatore che fa ben sperare Carlos per il prosieguo della sua carriera. Sono diventati tutti numeri 1 della classifica mondiale.
Anche Ruud non scherza quest’anno, visto che ha ottenuto pure lui un titolo sulla terra battuta di Buenos Aires e in questa stagione ha fatto registrare fino ad ora 13 vittorie e soli 3 ko. L’ex n. 1 junior dopo aver vinto ben 57 partite, condite da 5 titoli, (tra cui i tre trionfi consecutivi in luglio a Bastad, Gstaad e Kitzbuhel, il primo a riuscirci da Murray nel 2011) è riuscito a stabilire innumerevoli primati in relazione alla sua nazionalità. Lo stacanovista di Oslo è difatti divenuto il primo tennista norvegese ad entrare nei primi 10, a vincere un titolo ATP e a qualificarsi per il Master fra i migliori 8 maestri del circuito. Il figlio d’arte scandinavo arriverà dunque molto carico a questo appuntamento, dopo aver centrato la vittoria più prestigiosa in carriera nei quarti di finale contro Zverev (n. 4) e dopo aver finalmente superato l’ostacolo delle semifinali 1000, nelle cui precedenti tre sul rosso (Roma 2020, Montecarlo e Madrid 2021) era sempre uscito sconfitto. Invece ha finalmente interrotto questo andamento negativo alla prima sul duro. Un solo confronto diretto, consumatosi la stagione scorsa nei quarti di finale dell’ATP 250 di Marbella, quando Alcaraz in casa davanti al proprio pubblico ebbe la meglio per 6-2 6-4.
LE QUOTE PRE-MATCH – Ovviamente il favorito dell’incontro, visto lo stato di forma incandescente, è di gran lunga Alcaraz. Anche le quote dei bookmakers lo confermano. Lo spagnolo oscilla tra l’1.31 di Eurobet e l’1.33 Bet 365. Mentre per quanto riguarda il norvegese la quota più benevola è quella di Sisal (3.20), invece la più schiacciante negativamente per il buon Casper è il 3.55 di Unibet.