Con la nettissima vittoria in finale contro Naomi Osaka, Iga Swiatek è riuscita nella difficilissima impresa di completare il Sunshine Double, vale a dire vincere consecutivamente i tornei di Indian Wells e Miami. Prima di lei ci erano riuscite solo tre giocatrici: Steffi Graf (1994 e 1996), Kim Clijsters (2006) e Vika Azarenka (2016). La vittoria è impreziosita inoltre dalla conquista della posizione numero del ranking WTA, un onore ampiamente meritato visto lo straordinario inizio di stagione della polacca. Nonostante gli storici traguardi raggiunti, Iga mantiene i piedi per terra e rimane concentrata sul futuro, senza dimenticare però di godersi il momento, come si evince dalle parole pronunciate nella conferenza stampa post finale, della quale riportiamo alcuni stralci.
Quando guardi allo specchio al mattino, vedi la giocatrice numero uno del mondo? Se no, quanto tempo pensi che ci vorrà prima che tu ti senta a tuo agio in quel ruolo?
Beh, quando mi sveglio e guardo lo specchio, vedo fondamentalmente un gran pasticcio (sorride). Sono sempre la stessa persona, la stessa Iga e voglio per rimanere così. I miei più grandi idoli sono rimasti gli stessi e sono le stesse persone. Non voglio che il successo mi cambi in negativo. Ovviamente mi darà molta fiducia e soddisfazione, ma in termini di me come persona, rimarrò la stessa.
Ovviamente il calendario è piuttosto implacabile, ma ti prenderai del tempo stasera per rilassarti e festeggiare?
Mi prenderò sicuramente del tempo. Non avevo modo di farlo dopo Doha e dopo Indian Wells. Adesso mi rilasserò un po’, mi prenderò cura del mio corpo e festeggerò un po’ di più, perché mi sono ripetuta che è piuttosto difficile realizzare tutto quando giochi costantemente. Quindi in questo momento non vedo l’ora di passare un po’ di tempo fuori dal campo.
Cosa significa battere qualcuno come Naomi, che hai detto essere il tuo idolo, in una partita come questa? Cosa significa per te?
È surreale, ma d’altra parte so di essere nel posto giusto e di aver lavorato per questo per tutta la mia vita. È difficile da descrivere. Già giocare contro Naomi in una finale era piuttosto emozionante e sapevo che il mondo ci avrebbe guardato, perché era un match interessante da seguire. Volevo giocare il mio miglior tennis in modo che gli spettatori potessero essere soddisfatti. Però vedere che ero in grado di giocare così bene contro una giocatrice così forte è stato davvero bello e mi ha fatto dimenticare il resto.
Hai detto che senti di star raggiungendo il tuo pieno potenziale, che lo stai mostrando almeno in questo momento. C’è qualcosa che vorresti migliorare nel tuo gioco? Su cosa stai lavorando?
Sento di star giocando un tipo di tennis simile a quando mi alleno e negli allenamenti gioco sempre con meno paura. Ma non so onestamente quale sia il mio pieno potenziale, non so dove sia il limite. Di sicuro c’è molto da migliorare. Non voglio dire i dettagli, perchè sapete… Ma il mio allenatore ha un piano per me e ci sono ancora alcuni colpi coi quali potrei sentirmi più a mio agio e sui quali continueremo a lavorare. Il tennis migliora continuamente, le giocatrici si allenano molto anche in palestra e bisogna andare avanti. Inoltre con tutti i cambi di superficie che ci sono in stagione, probabilmente dovrei migliorare proprio sulle transizioni. Non parlo tanto della terra rossa, perché quello è abbastanza facile, ma forse per l’erba e per alcuni campi in cemento più veloci.
Hai detto che la terra è facile, ma tutte queste vittorie le hai ottenute sul duro. Pensi ancora che la terra sia la tua superficie migliore? E l’erba? Hai anche vinto Wimbledon da junior (nel 2018, ndt).
Diciamo solo che le condizioni erano a mio favore. Già arrivare al quarto turno l’anno scorso a Wimbledon è stata una cosa inaspettata. Devo ancora ritrovare un po’ di confidenza con il mio tennis sull’erba, ma sulla terra battuta, anche se non vincerò tutti i tornei o cose del genere, continuo a sentirmi più a mio agio. Mi diverto di più a correre sulla terra battuta e a giocare lì. Vedremo se continuerò a giocare bene anche sulla terra, ma a prescindere dai risultati mi divertirò moltissimo.
Di solito nel tennis bisogna abituarsi a perdere abbastanza frequentemente. Fa parte del lavoro. Ora però hai vinto tutto questi tornei di fila. Cosa si prova a non perdere?
Beh, è divertente (sorride). No, mi sento davvero soddisfatta, realizzata e anche orgogliosa di me stessa. Sento di dover festeggiare, perché non so come a lungo posso far durare questa serie positiva (sorride). Però è piuttosto strano, perché mi sono abituata a perdere e in un certo senso ho accettato che nel tennis perderai più tornei di quelli che vincerai. Quindi, sì, è piuttosto strano.