Sarà una sfida tra due giganti a stelle e strisce l’ultimo atto del Fayez Sarofim & Co. U.S. Men’s Clay Court Championship, torneo categoria 250 in corso di svolgimento sui campi in terra battuta del River Oaks Country Club di Houston. Maggiore curiosità destava la prima semifinale che vedeva di fronte il servebot Reilly Opelka e l’imprevedibile Nick Kyrgios. Ad avere le meglio è stato Opelka per 6-3 7-5 in 71 minuti, successo che garantirà allo statunitense la terza finale stagionale dopo il successo di Dallas e la sconfitta di Delray Beach. Meglio di Opelka, da inizio anno, solo Rafael Nadal.
Sulla terra di Houston a brillare è stato ancora il servizio del n. 18 con l’86% di punti vinti con la prima e ben 18 ace messi in campo. Primo set con Opelka che non ha mai perso più di due punti consecutivi sul suo servizio e che grazie al break nel quarto gioco ha portato a casa il primo parziale in 29 minuti.
Nel secondo set dopo un break e controbreak tra il settimo e l’ottavo game, a catturare l’attenzione di tutti è stato l’ennesima protesta di Nick Kyrgios. Nel corso dell’undicesimo game sul 5-5 30-15 Kyrgios si lamenta per una palla di Opelka ritenuta da lui lunga. Le sue proteste però non vengono ben accolte né dal giudice di linea che non ha chiamato out né dal giudice di sedia, che conferma all’australiano l’impossibilità a chiamare il challenger (la maggior parte dei tornei sulla terra rossa sono sprovvisti di occhio di falco). Kyrgios perde il controllo sparacchia un rovescio e continua a inveire. Le reiterate proteste costano un punto di penalità che si tramuta nel break decisivo, e di fatto nel k.o. definitivo.
“Sto facendo progressi partita dopo partita. – ha dichiarato Opelka – Mi sto sentendo sempre più a mio agio nel muovermi e nello scivolare. Ogni riscaldamento che ho fatto è stato lungo perché ho cercato di trovare le giuste sensazioni e sentirmi a mio agio in questi movimenti. Per me non è come per Garin, lui potrebbe prendersi un anno di pausa, venire qui e sentirsi a proprio agio. Per me è un’altra storia per me.”
Ad attendere Opelka in finale, per quella che sarà la sfida tra i due top 100 più alti del circuito, ci sarà John Isner, che ha sconfitta in rimonta il cileno Garin 4-6 6-3 6-4. A fare la differenza è stato ancora una volta il servizio di Long John, che con i 17 ace messi a segno in semifinale, ha raggiunto quota 65 da inizio torneo, superando il record da lui stesso stabilito nel 2013 nella sua corsa verso il titolo.
Anche in questa sfida tensione con il giudice di sedia per un fallo di piede chiamato a Garin sulla seconda di servizio nel secondo game del secondo set che è si è tramutato in un break per Isner. Fallisce quindi la difesa del titolo del cileno Garin, che si era aggiudicato l’ultima edizione del torneo svoltasi nel 2019.
“Non è mai facile quando devi recuperare un set di svantaggio – ha detto Isner -Il mio servizio sicuramente mi ha aiutato molto. Sono così felice di essere di nuovo in finale qui. Alla mia età non sai mai veramente quando potrai tornare a giocare una finale di un torneo come questo“.