Per la prima domenica monegasca del tennis un sole caldo, lo scintillio del mare e la dolce aria di primavera della Costa Azzurra erano al rendez-vous. E poi il Media Day, con le dichiarazioni dei big del tennis e, in particolare, una delle ultime conferenze di Monsieur Tsonga che, come annunciato pochi giorni fa, al Roland Garros dirà addio alle gare. “Affronto questo torneo con grande serenità” ha dichiarato un sorridente Jo, “Resto comunque competitivo e cercherò di godere dei match che mi restano. Le mie ambizioni adesso? Certo, finché gioco ne ho ancora, ma non mi voglio mettere pressione, la mia ambizione è intanto affrontare il primo incontro e poi vedremo”.
Il francese, ex n. 5 del mondo e finalista dell’Australian Open nel 2008, ha inoltre espresso la volontà di continuare comunque a vivere le gioie di questo sport: “Anche se smetto con la competizione, non vuol dire che smetta di occuparmi di tennis. Ho avuto la fortuna di avere tante persone vicino a me in tutti questi anni che mi hanno aiutato e supportato e tramite la mia All In Academy, desidero a mia volta aiutare i giovani e dare agli altri quello che ho avuto io. E soprattutto, voglio continuare con il tennis, che è quello che amo”.
E poi Gaël Monfils. Purtroppo il 35enne parigino ha annunciato nel pomeriggio il ritiro dal torneo a causa di un problema al piede: “Da qualche giorno ho un fastidio al piede; l’ultima radiografia ha rivelato che purtroppo la cosa non si sta ancora risolvendo e, nelle mie condizioni e per gli obiettivi che mi sono prefissato, è meglio fermarsi e riposarsi”.
Tutti i giornalisti francesi lo tempestavano di domande sul suo eventuale futuro ritiro dal tennis professionistico, sulla scia del quasi coetaneo Tsonga, con un occhio a un prossimo eventuale saluto alle gare anche di Gilles Simon e Richard Gasquet, i “garçons” nati negli anni Ottanta, un gruppo d’oro che ha segnato un’epoca del tennis francese. A differenza dell’amico Tsonga, Gaël per ora non ha intenzione di salutare le competizioni e desidera proseguire ancora, per almeno quattro anni, “se il fisico me lo permetterà. Certo, con gli altri ragazzi [Simon e Gasquet, ndr], ne parliamo molto spesso e a volte scherziamo. Ci diciamo cose tipo: ‘Non vedi che non riesci più a correre, cosa fai ancora qui!’ [ride]. Ma, a parte gli scherzi, c’è una cosa fondamentale: siamo tutti molto innamorati del tennis. Gilles per esempio, ama tantissimo lo sport, gli piace allenarsi duramente. Anche per Richard è lo stesso. E, onestamente, all’inizio della stagione stava giocando davvero bene, non credevamo potesse ritornare a giocare così. Per quanto mi riguarda, la mia situazione è un po’ diversa, sono un po’ più fresco fisicamente e ho anche mia moglie [Elina Svitolina, ndr] che mi sprona molto. Quindi, se tutto va per il meglio, dovrei essere l’ultimo dei quattro ad abbandonare le gare. Se dovessi affrontare Tsonga al Roland Garros? Spero di no! Avrei grande difficoltà a giocare con lui! [ride]“.
Alquanto sbrigativo invece in conferenza stampa il campione uscente Stefanos Tsitsipas: “Mi sento benissimo. Mi sento a casa su questi campi e ho l’occasione di giocare davanti ad un pubblico numeroso, che viene dall’Italia, dalla Francia. Ho i miei fans a Montecarlo, e anche in Francia”. Il greco si è allenato in questi giorni insieme a Stan Wawrinka. Quali sono le sue impressione sulle condizioni di Stan? “L’ho visto giocare meglio in passato. È un giocatore che, se sta bene, può fare di tutto in campo. Ma non possiamo permetterci di giudicare perché è uscito da poco da un’operazione e non può ancora essere al 100%”. Il ritorno sulla terra? “Non è mai facile adattarsi quando si arriva dagli Stati Uniti in Europa, alla fine della stagione sul cemento. Anzi, quando si ritorna d Miami è forse il peggior momento per ritrovare un buon ritmo di sonno; tuttavia, amo la transizione verso la terra battuta, passare dai campi duri a quelli in terra è ciò che preferisco“.
Infine, si rivede anche Stan Wawrinka. “Dopo un anno, sono molto contento di essere qui. Se è un miracolo? No, ma è stato un periodo molto lungo e difficile. Pensavo di restare lontano dalle partite soltanto qualche settimana e invece è stato un anno intero con momenti di grande incertezza. Sono lontano dall’essere nella mia forma migliore, devo lavorare ancora molto fisicamente e mentalmente. In partita, a volte sento che sono ancora esitante ma sono sempre nella lotta. Ma è anche una questione di tornei e di match. Ma sono contento di come mi sento adesso rispetto a quando ho ricominciato“.
E come reagisce Stan alla parola “ritiro”? “Ci ho già pensato in passato. Siamo lucidi per quanto riguarda l’età, il tempo che passa, e sappiamo bene quanta disciplina ci voglia per rimanere ai massimi livelli. Altri si sono già ritirati prima di Tsonga, come Berdych, Baghdatis. È sempre difficile scegliere il momento in cui farlo. Tsonga ha potuto scegliere e per lui è fantastico poterlo fare al Roland Garros, davanti al suo pubblico. È il sogno di ogni atleta poter decidere quando e dove mettere un termine alla carriera”.