Già ad inizio aprile si era paventata l’ipotesi di un ban ai tennisti di nazionalità russa e bielorussa al torneo di Wimbledon come ripercussione per la guerra in Ucraina, e ora quest’eventualità sembra ancora più plausibile. A rilanciare la notizia in queste ore è la penna autorevole di Christopher Clarey che sul The New York Times afferma di aver appreso la notizia da “un alto funzionario internazionale del tennis rimasto anonimo perché non autorizzato a parlare a nome dell’All England Club, che organizza e ospita il torneo”. A quanto si legge nell’articolo, la decisione sembra già stata presa e manca solo l’ufficialità. Sulla testata Punto de Break addirittura si parla di una conferenza stampa sul tema in programma il 26 aprile, dove verrà annunciata la notizia. Nel caso ciò dovesse avvenire, sarebbe ovviamente il primo torneo di tennis a giungere ad una conclusione tanto drastica, che avrebbe ripercussioni su tante tenniste e tennisti di primissimo piano.
Tra gli atleti che verrebbero coinvolti infatti ci sono due top 10: l’attuale n. 2 Daniil Medvedev e l’attuale n. 8 Andrey Rublev, per non parlare dei vari Khachanov, Karatsev ecc. Mentre tra le donne verrebbero escluse tra le altre la n. 4 Aryna Sabalenka, l’ex n. 1 Viktoria Azarenka (entrambe bielorusse) ma anche le russe Anastasia Pavlyuchenkova e Darya Kasatkina. Tutti atleti che al momento stanno giocando i loro incontri senza bandiera (questa finora la misura più drastica presa dal mondo del tennis). Mentre altri sport internazionali, tra cui l’atletica leggera e il pattinaggio artistico, hanno escluso atleti russi e bielorussi da alcune competizioni, il tennis professionistico ha adottato un approccio più conservativo.
Sempre sull’articolo del The New York Times all’origine della decisione ci sarebbe la forte presa di posizione del governo britannico guidato dal primo ministro Boris Johnson. Anche il Ministro dello Sport Nigel Huddleston è coinvolto nella vicenda, e ha espresso l’idea secondo cui tennisti di spicco come Medvedev potrebbe aver bisogno di fornire “conferme” di non supportare il presidente Vladimir Putin, per poter giocare a Wimbledon. Gli organizzatori del torneo di Wimbledon dunque, per evitare di mettere i tennisti russi e bielorussi in questa scomoda posizione, avrebbero optato per un ban preventivo
Questa decisione, di cui specifichiamo ancora non c’è stata conferma, ha già trovato i suoi detrattori. “Credo fortemente che ancora una volta questi singoli atleti non dovrebbero essere quelli che vengono penalizzati dalle decisioni di una leadership autoritaria che ovviamente sta facendo cose terribili e riprovevoli”, ha detto Steve Simon, amministratore delegato della WTA, in un’intervista a la BBC il mese scorso. “Ma se ciò accadesse, che è ancora una volta parte della strategia per far pagare alla Russia e ai cittadini russi le conseguenze per la decisione presa dal loro governo, allora non sarà qualcosa che sosteniamo”.
Infine chiudiamo con un aneddoto storico ricordando come Wimbledon non ha escluso i singoli atleti di paesi specifici dai tempi della seconda guerra mondiale, quando i giocatori provenienti da Germania, Giappone e altre nazioni non potevano prender parte al torneo.