Grande Slam | Masters 1000 | Altri tornei ATP | |
Titoli | 0 | 1 | 9 |
Finali | 0 | 1 | 20 |
Semifinali | 0 | 3 | 37 |
Quarti di finale | 1 | 8 | 62 |
Partecipazioni | 54 | 97 | 192 |
Vogliamo ripercorrere quanto già di ottimo il tennista ligure ha fatto nel corso della sua carriera, aiutandoci anche con qualche tabella utile a raccogliere alcune delle sue statistiche principali, non perchè consideriamo Fabio a fine corsa – anzi, come lui è convinto di poter fare, crediamo sia possibile trovi nuovamente una settimana o due in cui possa avere picchi molto alti di rendimento – ma per celebrare i suoi ragguardevoli risultati già raggiunti, approfittando di una settimana in cui il ranking gli ha purtroppo dato una “brutta” notizia. Fabio è ormai unanimemente considerato, sia per la continuità ad alti livelli (quattro anni in top 20 e dieci in top 50 sono numeri molto difficili da raggiungere, superati solo dai campioni del nostro sport) che per i picchi raggiunti, il più grande tennista italiano nel quarantennio trascorso tra il declino di Panatta e Barrazzutti e l’avvento, circa tre anni fa, di una nuova generazione di giovani e bravissimi tennisti italiani, attualmente capeggiata da Berrettini e Sinner.
Fabio ha una lunghissima carriera nel tennis professionistico: è entrato nella top 100 per la prima volta nel novembre 2007 quando da pochi mesi era divenuto ventenne. Quasi quindici anni fa entrava nel tennis che conta, in una classifica che, a scorrerla adesso, appartiene a un’altra generazione: ai primi tre posti c’erano “ovviamente” Federer, Nadal e Djokovic, ma in top ten erano presenti, tra gli altri, anche Davydenko, Roddick, Gonzalez, Ferrer, Nalbandian, e nella top 20 leggiamo i nomi di coach ora più che affermati come Chela, Youzhny e, soprattutto, Ljubicic e Moya. Per comprendere meglio come quella classifica fosse diversa da quella attuale, basti sapere che tra i primi venti di quella settimana, sono ancora in attività – oltre ai tre tennisti ad aver vinto più Slam nella storia del tennis moderno – solo Murray e Gasquet. Era un altro tennis: a partire dal calendario che vedeva ad esempio Amburgo appartenere alla categoria dei Masters 1000, ma soprattutto guardando ai differenti risultati ottenuti dai nostri rappresentanti. Nella primavera del 2007 l’Italia del tennis si entusiasmava per l’impresa di Volandri che batteva Federer al Foro Italico, portando dopo 29 anni un italiano alle semifinali degli Internazionali d’Italia. Quindici anni fa il nostro movimento chiudeva la stagione con numero 1 d’Italia Potito Starace, allora 31 ATP, seguito da Volandri, 40, e Seppi, 50 e negli Slam addirittura arrivavamo al terzo turno solo a in quello a noi tradizionalmente più favorevole, a Parigi. Nel Roland Garros giocato nel 2007, Starace era fermato nettamente da Federer nei sedicesimi di finale e Volandri si arrendeva in ottavi a Robredo, raggiungendo in quella circostanza per l’unica volta in carriera la seconda settimana in un Major (l’attuale capitano di Coppa Davis in realtà ha sempre fatto fatica negli Slam, raggiungendo il terzo turno in questa categoria di tornei in appena due circostanze nel corso della sua carriera).
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